Elezioni Russia, protesta "Mezzogiorno contro Putin". Navalnaya: ho scritto Alexei. FOTO
Nell’ultima giornata di votazioni, la dimostrazione degli oppositori del Cremlino con lunghe code solo in alcuni seggi e poche centinaia di persone che hanno partecipato all'iniziativa. Ong: "Oltre 70 fermi". Yulia Navalnaya, tra i manifestanti anti-Putin a Berlino, ha detto di aver scritto il nome del marito sulla scheda elettorale. Una persona ha lanciato due bottiglie molotov contro l'ambasciata russa a Chisinau, in Moldavia
- In Russia l’ultimo giorno di voto delle elezioni presidenziali è stato anche la giornata del "Mezzogiorno contro Putin", l'iniziativa con cui i dissidenti hanno voluto far sentire la propria voce recandosi tutti insieme alle urne lo stesso giorno alla stessa ora, ovvero alle 12 in punto di oggi (le 10 in Italia)
- Una forma di protesta pacifica, con cui l'opposizione voleva dimostrare al mondo che sono tanti i russi che si oppongono al regime. Ma il Cremlino non tollera nessuna forma di dissenso e la Procura di Mosca nei giorni scorsi ha minacciato conseguenze penali per chi avrebbe partecipato a "manifestazioni di massa non autorizzate nei seggi elettorali"
- Lunghe file si sono formate davanti a diversi seggi elettorali nel centro di Mosca, ha constato l'Ansa. Sulla storica via Arbat si è formata una coda di alcune centinaia di persone intorno a mezzogiorno, quando era in programma il "Mezzogiorno contro Putin". La polizia, presente in forze, si è limitata a sorvegliare la situazione e regolare il flusso degli elettori. Diversi media e social mostrano file anche in altri seggi, fra cui uno a San Pietroburgo
- Secondo la Ong Ovd-Info, ci sono stati almeno 74 fermi in diverse città della Russia. Uno dei fermati ha detto di essere stato arrestato perché si è presentatosi al seggio elettorale a mezzogiorno. I media locali riferiscono che le persone fermate sono poi state velocemente rilasciate
- Secondo Ovd-Info, un uomo a Ufa è stato fermato per aver cercato di inserire nell'urna una foto dell'oppositore Alexei Navalny. Un giornalista della testata indipendente Fontanka è stato bloccato per ragioni non chiarite mentre cercava di entrare in un seggio. Nella stessa città un'attivista, Anastasia Kuznetsova, è stata presa in consegna dagli agenti mentre usciva di casa. A Kirov è stata fermata una donna per avere deposto quattro garofani davanti a un seggio per quella che ha definito "la morte della libertà"
- Alcune persone hanno anche lasciato schede elettorali sulla tomba del dissidente Alexei Navalny
- Yulia Navalnaya, la vedova dell'oppositore russo Alexei Navalny, alle 12 era in fila davanti al seggio allestito nell'ambasciata russa a Berlino dove ha partecipato all'iniziativa "Mezzogiorno contro Putin", rilanciata dal marito poco prima che morisse. Navalnaya ha dichiarato di aver scritto Alexei, il nome del marito, sulla scheda elettorale
- Intorno a mezzogiorno lunghe file di elettori si sono registrate anche fuori dai seggi elettorali posti in diverse ambasciate russe all'estero. Lo testimonia, postando video e foto sui social, Novaya Gazeta Europe. Le immagini mostrano tantissime persone ad Astana, nel Kazakhstan, a Berlino, a Istanbul, a Sofia e L'Aia (nella foto)
- "Russia senza Putin", "No alla guerra", "Russia libera". La fila al seggio n. 8118, quello dell'ambasciata russa in Italia in via Gaeta a Roma, è iniziata prima delle 12 ed è diventata sempre più lunga. "Siamo arrivati da Napoli per votare e protestare. Volevamo essere vicino a chi condivide le nostre emozioni. Non ho paura di entrare nell'ambasciata, siamo comunque in Italia. Ma in Russia sì", dice una ragazza con in mano un cartello pro-Navalny
- Qualche tensione nella coda davanti al consolato russo di Milano. "'15-17 marzo Elezioni presidenziali in Russia. Il mio candidato Aleksey Navalny ucciso dal regime di Putin'", è la scritta sul cartello portato da una ragazza. Alcuni sostenitori di Putin hanno contestato un gruppo di cui facevano parte fra gli altri la presidente dei Radicali italiani Patrizia De Grazia, l'attivista Yuri Guaiana, già arrestato in Russia, e il consigliere comunale Daniele Nahum
- Fuori dalle ambasciate russe all'estero si sono registrate però anche delle proteste. A Chisinau, in Moldavia, "due bottiglie molotov sono state lanciate nel cortile dell'ambasciata, l'aggressore è stato arrestato dalle forze dell'ordine", ha fatto sapere alla Tass il portavoce della missione diplomatica, Anatoly Loshakov
- Al seggio elettorale a Belgrado alle 12 si è formata una lunga fila di elettori che mostrava una bandiera russa con la scritta "Putin non è la Russia" (nella foto). Secondo i media vi sono stati momenti di tensione, con scontri verbali fra elettori fedeli al Cremlino e sostenitori dell'opposizione. Sul prato antistante la scuola russa dov'è stato allestito il seggio, l'unico per i russi in tutta la Serbia, i sostenitori dell'opposizione hanno mostrato uno striscione di appoggio a Yulia Navalnaya, con una sua foto
- Intanto secondo quanto riportato dalla Tass, che cita un politico filorusso locale, un attacco di drone ucraino ha colpito un seggio elettorale nella parte della regione ucraina di Zaporizhzhia occupata. L'attacco, scrive l'agenzia, è avvenuto nella cittadina di Kamenka-Dneprovskaya, vicino alla linea del fronte, e l'edificio colpito della locale Casa della Cultura, che ospitava il seggio, ha preso fuoco. Non ci sono state vittime
- Alcuni abitanti di Mosca, hanno riferito ieri Novaya Gazeta Europe e il giornale online Meduza, hanno detto di aver ricevuto sui loro cellulari dei messaggi inviati da un bot con scritto: "Vota in maniera tranquilla, senza file e provocazioni". Inoltre secondo i media chi ha ricevuto i messaggi è stato accusato di sostenere "le idee di un'organizzazione estremista"
- Secondo Meduza, alcuni ipotizzano che questo messaggio sia stato inviato a chi in passato ha espresso il suo sostegno a Navalny sul web, altri che sia stato mandato a chi ha firmato per sostenere la candidatura dell'oppositore contro la guerra Boris Nadezhdin (a cui il governo russo comunque ha poi impedito di sfidare Putin alle urne). Ma si tratta di ipotesi non confermabili