Il disegno di legge, approvato a larghissima maggioranza, concede sei mesi di tempo all’azienda cinese ByteDance per vendere la piattaforma che altrimenti sarà bandita. Ora la legge passa al Senato
Con l'approvazione da parte della Camera Usa della legge per la vendita forzata da parte della società cinese ByteDance di TikTok, il social media rischia di essere messo al bando nel Paese dove ha 170 milioni di utenti. Anche se il passaggio della misura non è così scontato al Senato, la legge rappresenta i timori di Washington - che ha già vietato TikTok su dispositivi federali, dove però Joe Biden è da poco sbarcato sulla piattaforma per fare un occhiolino ai suoi giovanissimi utenti - riguardo al fatto che Pechino possa usare la piattaforme per rubare dati di americani o diffondere propaganda. Un timore condiviso da altri Paesi che hanno già adottato misure per vietare o limitare l'utilizzo della app cinese.
La situazione negli altri Paesi
In India TikTok è vietato già dal 2020 per ragioni di sicurezza dopo il picco di tensioni con Pechino nel giugno di quell'anno. In Nepal il divieto è stato annunciato lo scorso anno dal ministero delle Comunicazioni e dell'Informazione tecnologica che ha detto che l'app "è stata costantemente usata per condividere i suoi contenuti che disturbano l'armonia sociale". Anche il Canada dal febbraio 2023 vieta TikTok sui telefoni e dispositivi governativi, decisione adottata dopo una revisione della app che "presenta livelli inaccettabili di rischio per la privacy e la sicurezza".
Il divieto nel Regno Unito sui dispositivi governativi
Il Regno Unito lo ha vietato anche sui cellulari e dispositivi governativi britannici, secondo una misura adottata lo scorso anno sulla base di preoccupazioni per la sicurezza delle informazioni statali. Il Parlamento ha messo al bando TikTok dai dispositivo collegati al suo network. Londra allora aveva spiegato che prima di altre decisioni si sarebbe coordinata "vedendo quello che fanno i nostri alleati".
La posizione di Australia, Taiwan e Nuova Zelanda
L’Australia ha bandito dallo scorso aprile TikTok da tutti i dispositivi governativi, su consigli di agenzie di intelligence e sicurezza che hanno stabilito che "l'installazione dell'applicazione su dispositivi governativi pone un significativo rischio di sicurezza protettiva". Analogo divieto a Taiwan, ma secondo notizie dei media le autorità taiwanesi, di fronte il crescere della tensione con Pechino, hanno considerato un divieto generalizzato che però non è stato realizzato. In Nuova Zelanda il social è bandito nei dispositivi di tutti i parlamentari collegati al network del Parlamento neozelandese, anche se sono possibili eccezioni per motivi di lavoro.
In Pakistan azioni altalenanti
In Pakistan il destino del social è altalenante: è stato più volte bandito dalle autorità pakistane che poi hanno fatto marcia indietro. Nel 2021 è stato un tribunale a bloccarlo, accogliendo un ricorso per "contenuti immorali e indecenti", misura ritirata dopo meno di un mese. Recentemente TikTok ha avuto un ruolo nelle elezioni, con il partito di Imran Khan che ha usato la app per raggiungere milioni di elettori analfabeti che non usano Facebook ed altri social dove la parte del testo è rilevante.
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Gli utenti aggirano le restrizioni
Ovviamente i Talebani, in Afghanistan lo hanno bandito nel 2022 per "impedire che le giovani generazioni vengano fuorviate", TikTok però continua ad essere usato da utenti che aggirano le restrizioni usando la Vpn, riportava Wired. In Indonesia un bando temporaneo è scattato nel 2018 per preoccupazione riguardo a "contenuti pornografici, inappropriati e blasfemi". Ma il divieto è stato abolito una settimana dopo quando la app ha accettato di censurare alcuni contenuti.
La situazione in Somalia
Infine in Somalia lo scorso agosto, il ministro della Comunicazione somalo ha annunciato restrizioni all'accesso di TikTok, Telegram e il sito di scommesse online 1xBet a causa dei "contenuti espliciti" e "l'impatto negativo sui giovani". Ed ha ordinato ai server di chiudere piattaforme, secondo lui, usate "da terroristi e gruppi immorali per diffondere immagini orribili e disinformazione".