Elezioni Usa, primarie in Georgia, Mississippi e nello Stato di Washington: cosa sappiamo

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Il voto di domani potrebbe essere decisivo per Joe Biden e Donald Trump: entrambi sono infatti a un passo dalle nomination nei rispettivi campi in vista delle elezioni presidenziali del prossimo 5 novembre. Per il leader in carica il solo vero problema sembra essere il voto uncommitted, segno di protesta nei confronti del sostegno americano a Israele nella guerra a Gaza, mentre The Donald dovrà preoccuparsi soprattutto delle percentuali che otterrà, ora che anche la sua sfidante Nikki Haley ha abbandonato la corsa

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Strada spianata per il presidente Joe Biden e lo sfidante Donald Trump per le rispettive nomination in campo democratico e repubblicano, in vista delle elezioni presidenziali americane di novembre. A confermarlo sono anche gli ultimi dati delle rispettive situazioni in Georgia, Mississippi e nello Stato di Washington, dove si voterà domani 12 marzo. I risultati di questa tornata elettorale potrebbero essere già numericamente decisivi per l'assegnazione aritmetica, specie per Trump, mentre Biden potrebbe ottenerla il 19 marzo. Attenzione però allo spoglio, che potrebbe avere velocità differenti, visto che in Georgia e Mississippi il conteggio promette di essere definitivamente concluso nella notte di martedì (quando in Italia sarà già la mattina di mercoledì 13 marzo), mentre Washington ha un passato fatto di voti contati in modo relativamente lento.

 

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Le primarie in Georgia

Voto aperto in Georgia, dove non è prevista la registrazione per partito: qualsiasi elettore registrato può partecipare a entrambe le primarie, senza alcuna differenza politica. In campo repubblicano, dopo il ritiro di Nikki Haley, Trump ha la strada libera per la nomination repubblicana alla presidenza, che verrà sancita dalla Convention di Milwaukee di luglio: un percorso segnato che, però, per il tycoon potrebbe non essere così semplice. Un esempio è il Peach State, che consegna 59 delegati al vincitore: nessun dubbio che sarà Trump, ma il voto anticipato di centinaia di migliaia di americani, chiuso venerdì, potrebbe evidenziare la presenza di una frangia che non rivorrebbe l’ex presidente nuovamente in corsa per la Casa Bianca. Quasi lo stesso si può dire in campo democratico, dove il presidente Joe Biden troverà sulla scheda il nome dell’autrice Marianne Williamson e quello del deputato Dean Phillips (nel frattempo ritiratosi) ma ciò che dovrà probabilmente temere di più è il voto uncommitted: anche in Georgia si è sollevato un movimento di opinione che ha esortato a lasciare bianca la scheda delle primarie in segno di protesta contro quanto accade a Gaza. Una questione da non sottovalutare, visto che la Georgia potrebbe essere uno Stato decisivo nelle elezioni presidenziali del 5 novembre.

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Le primarie in Mississippi

Lo stesso accadrà anche in Mississippi, dove i due futuri contendenti non hanno rivali. Come in Georgia, anche in Mississippi qualsiasi elettore registrato può partecipare a entrambe le primarie, visto che non c'è la registrazione per partito. In caso di ballottaggio, gli elettori aventi diritto sono quelli che hanno votato alle primarie dello stesso partito o quelli che non hanno votato. Un elettore non può partecipare al ballottaggio di un partito se ha votato alle primarie di un partito diverso. In questo Stato Trump non dovrebbe avere problemi a ottenere un numero largamente maggioritario dei 40 delegati messi in palio, per non dire quasi totale visto che Haley si è ormai ritirata, anche se sarà presente sulle schede: secondo le regole, infatti, i delegati vengono assegnati al candidato che ottiene la maggioranza dei voti. Attenzione però: se nessun candidato la ottiene, i 28 delegati in tutto lo Stato vengono assegnati proporzionalmente ai candidati che ricevono almeno il 20% dei voti in tutto lo Stato, mentre dei 12 candidati distrettuali otto vanno al più votato in tutto lo Stato e quattro al secondo classificato. In campo democratico, invece, il presidente Biden sarà nominato vincitore già alla chiusura dei seggi (prevista per le 20, orario della costa orientale USA, le 2 di mercoledì in Italia) in quanto il suo nome è il solo sulla scheda elettorale. I 35 delegati democratici saranno perciò automaticamente suoi.

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Le primarie nello Stato di Washington

Come in Georgia e in Mississippi, anche nello Stato di Washington gli elettori registrati possono partecipare alle primarie senza essere registrati al partito, ma devono sceglierne solo una e non possono votare in entrambe. Per i repubblicani questo potrebbe essere lo Stato decisivo per Donald Trump: i 43 delegati che assegnano le primarie dello Stato potrebbero permettergli di ottenere aritmeticamente la nomination repubblicana. In campo democratico, invece, maggiori problemi potrebbero esserci per il presidente Joe Biden, che sulla scheda troverà il nome di Marianne Williamson, ma anche l’opzione di voto uncommitted, che ha già ricevuto abbastanza voti di protesta in Michigan, Minnesota e Hawaii per ottenere delegati. In ogni caso non ci sono dubbi sul fatto che una schiacciante maggioranza dei 92 delegati dello Stato andranno all’attuale inquilino della Casa Bianca.

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