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Mar Rosso, gli Houthi minacciano: “Se l'Italia ci intralcia la attaccheremo"

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©Ansa

Il monito arriva da Zayd al-Gharsi, direttore del dipartimento dei media: "Italia Paese amico ma se intralcia unica via è attaccarla". Poco prima, Nasr al-Din Amer, vice capo dell'Autorità per i media del gruppo yemenita, aveva detto commentato il recente abbattimento di un drone da parte del cacciatorpediniere "Caio Duilio": “Inaccettabile, se Roma fermasse di nuovo un nostro attacco significherebbe un maggiore coinvolgimento"

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"Non attacchiamo l'Italia in quanto tale, ma se intralcia la nostra azione non ci lascia altra scelta". Gli Houthi yemeniti rispondono con le minacce all'impegno italiano a difesa delle navi nel Mar Rosso. In un'intervista all'Ansa, Zayd al-Gharsi, direttore del dipartimento dei media della presidenza della Repubblica a Sanaa, ha ricordato l'episodio dell'Uav abbattuto lo scorso 2 marzo dalla nave Caio Duilio della Marina militare, e ha promesso una rappresaglia: "È un peccato che l'Italia abbia abbattuto un nostro drone. Noi ci comporteremo di conseguenza", ha affermato, dopo aver voluto "ricordare che noi non abbiamo fatto la guerra all'Italia né agli altri Paesi europei. La nostra lotta è per la difesa dei palestinesi contro l'aggressione sionista" su Gaza. "I nostri droni e le nostre armi sono puntate su Israele e su chi difende Israele di fronte alle nostre coste", ha poi ribadito il funzionario. "L'Italia è per noi un Paese amico, con una grande tradizione marinara e di cultura del mare", ha poi sottolineato al-Gharsi. "Ci chiediamo perché abbia deciso di partecipare alla coalizione degli americani e degli inglesi", ha aggiunto il funzionario. Cosa tuttavia non vera: il nostro Paese infatti non fa parte dell'operazione Prosperity Guardian lanciata da Washington con una coalizione per rispondere agli attacchi Houthi alle navi nel Mar Rosso. L'Italia è invece presente nella missione europea Atalanta - che da anni sorveglia l'area contro la pirateria somala e ora è passata sotto il comando italiano - e da qualche giorno anche nella missione Aspides, lo scudo europeo contro gli attacchi terroristici, dopo il voto favorevole del Parlamento. La base operativa della missione è proprio la Caio Duilio, cacciatorpediniere della Marina Militare che la scorsa settimana ha intercettato e abbattuto il drone degli Houthi (GUERRA MEDIORIENTE: GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA).

Amer (Houthi): "Non abbiamo attaccato alcuna nave italiana"

Poco prima, Nasr al-Din Amer, vice capo dell'Autorità per i media del gruppo yemenita Houthi che da mesi sta conducendo attacchi nel Mar Rosso, aveva detto che "le navi italiane rischiano un maggiore coinvolgimento nella guerra contro di noi" . In un'intervista all'agenzia Adnkronos, Amer ha definito "inaccettabile" l'abbattimento del drone da parte del cacciatorpediniere italiano nello Stretto di Bab al-Mandab. "Non sarebbe dovuto accadere. Mettersi a protezione delle navi israeliane e americane espone l'Italia a rischi e minaccia la sicurezza delle sue navi in futuro", ha detto Amer che è anche il presidente del cda dell'agenzia di stampa Saba. E sulla possibilità che l'Italia diventi un obiettivo militare dei miliziani dopo che ha assunto il comando della missione difensiva europea Aspides aggiunge: "Vediamo gli sviluppi e poi decideremo"  "Non abbiamo deciso di prendere di mira le navi dell'Italia, ma il fatto che abbia fermato la nostra operazione è inaccettabile", spiega Amer, uno dei 'volti mediatici' degli Houthi - gruppo sciita zaydita che controlla ampie zone dello Yemen tra cui la capitale Sana'a. Secondo il il ministero della Difesa al momento dell'abbattimento il drone si trovava a 6 chilometri dalla "Caio Duilio" e viaggiava in direzione della nave italiana. Il dirigente Houthi smentisce tuttavia che avesse uno scopo offensivo: "Non vogliamo prendere di mira l'Italia o altri Paesi. Il nostro obiettivo sono le navi americane, britanniche e israeliane e quelle dirette verso l'entità sionista", ha detto Amer all'Adn che poi rassicura sulla "tenuta" delle rotte commerciali nell'area: "Non ci sono pericoli per (il traffico commerciale, ndr) nel Mar Rosso, tranne per il fatto che è stato militarizzato da America e Gran Bretagna". 

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Le minacce

Le prese di posizione degli Houthi arrivano proprio nel giorno in cui il gruppo sostenuto dall'Iran ha rivendicato il lancio di 37 droni contro "un certo numero di cacciatorpedinieri statunitensi nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden", in quello che sembra essere l'attacco più intenso dei ribelli dall'inizio delle loro operazioni contro il traffico marittimo a novembre. Il Comando Usa per il Medio Oriente (Centcom) sostiene di aver abbattuto 15 velivoli nemici prima dell'alba di sabato, definendo l'attacco "su larga scala" una minaccia per le navi mercantili, la Marina americana e le navi della coalizione nella regione. Ma se preoccupano le minacce all'Italia, il lavoro delle missioni internazionali resta necessario: aumentano infatti gli attacchi del gruppo yemenita, che il 6 marzo per la prima volta hanno provocato anche tre morti e sei feriti dopo che un raid ha centrato un cargo di proprietà greca. Proteggere le navi mercantili è fondamentale, anche per l'economia italiana: in quella tratta passa il 40% dell'export del nostro Paese. 

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