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Il Papa all'udienza generale: “Sono raffreddato, non leggo la catechesi"

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©Ansa

Il pontefice, apparso comunque in buona forma, si è rivolto così ai 6mila fedeli riuniti in piazza San Pietro. "Cari fratelli e sorelle, ancora sono raffreddato e non posso leggere bene la catechesi, la leggerà un mio aiutante". La stessa catechesi è stata incentrata sull'ultimo dei vizi, "la superbia"

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"Cari fratelli e sorelle, ancora sono raffreddato e non posso leggere bene la catechesi, la leggerà un mio aiutante". Con queste parole Papa Francesco si è rivolto ai 6mila fedeli riuniti questa mattina in piazza San Pietro. Il pontefice è apparso comunque in buona forma, ha fatto un paio di giri nella piazza a bordo della jeep bianca scoperta insieme ad alcuni bambini.

“La superbia allontana da Dio, male che avvelena la fraternità”

La catechesi è stata incentrata sull'ultimo dei vizi, "la superbia". "Di tutti i vizi, la superbia è gran regina. Non a caso, nella Divina Commedia, Dante la colloca proprio nella prima cornice del purgatorio: chi cede a questo vizio è lontano da Dio, e l'emendazione di questo male richiede tempo e fatica, più di ogni altra battaglia a cui è chiamato il cristiano", è stato letto. Il superbo, si è poi spiegato, "è un uomo facile al giudizio sprezzante: per un niente emette sentenze irrevocabili nei confronti degli altri, che gli paiono irrimediabilmente inetti e incapaci. Nella sua supponenza, si dimentica che Gesù nei Vangeli ci ha assegnato pochissimi precetti morali, ma su uno di essi si è dimostrato intransigente: non giudicare mai". E poi, ancora, in un altro passaggio della catechesi: "Ti accorgi di avere a che fare con un orgoglioso quando, muovendo a lui una piccola critica costruttiva, o un'osservazione del tutto innocua, egli reagisce in maniera esagerata, come se qualcuno avesse leso la sua maestà: va su tutte le furie, urla, interrompe i rapporti con gli altri in modo risentito". Per il Papa, comunque, "c'è poco da fare con una persona ammalata di superbia. E' impossibile parlarle, tantomeno correggerla, perchè in fondo non è più presente a sè stessa. Con essa bisogna solo avere pazienza, perchè un giorno il suo edificio crollerà".

Un nuovo appello per la pace

"Ancora una volta fratelli e sorelle vi invito a pregare per le popolazioni che soffrono l'orrore della guerra in Ucraina, in Terra santa ma anche in altri posti del mondo, preghiamo per la pace, chiediamo al Signore il dono della pace". Così il pontefice, parlando a braccio nei saluti finali, si è espresso al termine della catechesi dell'udienza generale di oggi letta, come detto, da un collaboratore.

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