Lo ha deciso il giudice Juan Merchan, respingendo la richiesta di rinvio presentata dai legali del tycoon che uscendo dall’aula ha commentato così la decisione: "È una cosa da terzo mondo, da repubblica delle banane"
Nessun rinvio: comincerà il 25 marzo a New York il processo a Donald Trump per l'accusa di aver pagato illegalmente la pornostar Stormy Daniels e l'ex coniglietta di Playboy Karen McDougal affinché non rivelassero, durante la sua precedente campagna elettorale, le relazioni che aveva avuto con loro. Il 25 marzo si partirà con la selezione dei giurati. Lo ha deciso il giudice Juan Merchan, respingendo la richiesta di rinvio presentata dai legali del tycoon. Trump è stato incriminato da un gran giurì nel marzo 2023 per 34 capi d'accusa legati al tentativo, tra gli altri, di nascondere questi pagamenti.
Le parole dell'avvocato della difesa
Todd Blanche, l’avvocato di Donald Trump, ha contestato la decisione del giudice di New York e ha parlato di "scelta incostituzionale", considerato che Trump è imputato in altri quattro procedimenti. L'avvocato sostiene che in questo modo il tycoon sarà costretto a seguire le udienze fino alla terza settimana di maggio, al ritmo di quattro udienze alla settimana, qualcosa che non gli permetterebbe di lavorare sulla propria difesa e lo ostacolerebbe nella campagna elettorale. "Questa situazione - ha accusato Blanche - non ci consentirà di preparaci in maniera significativa in un processo in cui la strategia difensiva sarà estremamente importante".
La reazione di Trump
"Non c'è alcun caso, non c'è alcun crimine... è solo un'interferenza elettorale per tentare di fermarmi perché sono avanti nei sondaggi". Così Donald Trump prima di entrare nell’aula del tribunale di New York dove il giudice Merchan doveva stabilire se mantenere il calendario del processo, oppure posticiparlo o annullarlo, come chiedeva la difesa del tycoon. Uscendo dall’aula dopo la decisione di Merchan di confermare la data di inizio Trump si è sfogato con i giornalisti. "È una cosa da terzo mondo, da repubblica delle banane", ha proseguito, sostenendo poi che le autorità dovrebbero occuparsi di una città "sempre più sporca e violenta" anziché di lui. Il tycoon ha evocato anche la questione migranti accusando Joe Biden.
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Altri tre processi
Questo sarà il primo processo penale che Trump dovrà affrontare durante la campagna elettorale, anche se viene ritenuto il meno rischioso dei quattro pendenti, sia politicamente che in termini di potenziale condanna in carcere (rara per un incensurato per la falsificazione di documenti contabili). Ma nel caso fosse ritenuto colpevole e venisse eletto presidente, non potrà concedersi la grazia, trattandosi di reati statali. Idem per il processo in Georgia.