"Di fronte a tante guerre, non chiudiamo il nostro cuore a chi ha bisogno" ha detto il Pontefice durante l’udienza generale. Al termine della sua catechesi, dedicata all'accidia, l'omaggio al cardinale albanese monsignor Ernest Simoni, "martire" di oggi che ha passato anni in carcere, sotto il regime comunista
"Per l’inizio della Quaresima, si tiene oggi in tutte le chiese del vostro Paese una raccolta fondi per aiutare l'Ucraina. Di fronte a tante guerre, non chiudiamo il nostro cuore a chi ha bisogno”. Così Papa Francesco, nel corso dei saluti ai fedeli di lingua polacca all’udienza generale. Anche al termine dell'udienza il Pontefice ha rivolto un pensiero alla guerre: "Non dimentichiamo mai la martoriata Ucraina, e la Palestina e Israele che soffrono tanto. Preghiamo per questi fratelli e sorelle che soffrono la guerra".
"L'accidia è come un desiderio di morte"
Durante l'udienza che si è tenuta nel mercoledì delle Ceneri (che dà inizio alla Quaresima) Bergoglio ha dedicato l'intervento odierno all'accidia. "Attenzione all’accidia, chi ne cade vittima" è come schiacciato da un desiderio di morte" ha detto il Papa, continuando il suo ciclo di catechesi dedicato ai vizi e alle virtù. "Tra tutti i vizi capitali - dice - ce n’è uno che spesso passa sotto silenzio, non se ne parla, forse a motivo del suo nome che a molti risulta poco comprensibile: l’accidia. Per questo, nel catalogo dei vizi, il termine accidia viene spesso sostituito da un altro di uso molto più comune: la pigrizia. In realtà, la pigrizia è più un effetto che una causa. Quando una persona se ne sta inoperosa, indolente, apatica, noi diciamo che è pigra. Ma, come insegna la saggezza degli antichi padri del deserto, spesso la radice è l’accidia, che letteralmente dal greco significa ‘mancanza di cura’". “Si tratta di una tentazione molto pericolosa. Non scherzare!. Chi ne cade vittima è come fosse schiacciato da un desiderio di morte: prova disgusto per tutto; il rapporto con Dio gli diventa noioso; e anche gli atti più santi, quelli che in passato gli avevano scaldato il cuore, gli appaiono ora del tutto inutili. Una persona comincia a rimpiangere il tempo che scorre, e la gioventù che è irreparabilmente alle spalle. L’accidia è definita come il “demone del mezzogiorno”: ci coglie nel mezzo delle giornate, quando la fatica è al suo apice e le ore che ci stanno davanti ci appaiono monotone, impossibili da vivere".
L'omaggio al cardinale albanese Ernest Simoni
Nel corso dell'udienza il Papa ha anche reso omaggio al cardinale albanese Ernest Simoni (oggi 95enne e presente nell'Aula Paolo VI), che fu arrestato nel 1963 dalla polizia comunista. Tornò in libertà nel 1990 dopo una vita ai lavori forzati. “Tutti noi - ha detto Bergoglio - abbiamo letto le storie dei primi martiri della Chiesa. Anche qui ce ne sono tanti: dove c’è il Vaticano c’è un cimitero e tanti sono sepolti qui. Quando si fanno gli scavi si trovano queste tombe. Ma anche oggi ci sono tanti martiri in tutto il mondo. Forse più dell’inizio. Ci sono tanti perseguitati per la fede”. Quindi l’omaggio a Simoni: “Oggi mi permetto di salutare in modo speciale un martire vivente, il cardinale Simoni. Lui da prete - vescovo ha vissuto 28 anni in carcere . Il carcere comunista dell’Albania, che era forse la persecuzione più crudele . E continua a dare testimonianza. E come lui tanti , tanti. Adesso ha 95 anni e continua a lavorare per la Chiesa senza scoraggiarsi. Ti ringrazio della testimonianza".