Consiglio europeo su bilancio Ue e fondi all’Ucraina, quanto pesa il veto dell’Ungheria

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Domani il vertice a Bruxelles: si cerca una soluzione su revisione bilancio comune e finanziamento di emergenza da 50 miliardi a Kiev. Si punta a piegare Orban e proseguono i contatti con Budapest. Situazione di stallo: le due parti si accusano a vicenda di reciproci ricatti

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Domani, giovedì 1 febbraio, si riunisce il Consiglio europeo straordinario sulla revisione del bilancio comune e sul finanziamento di emergenza da 50 miliardi all'Ucraina (LO SPECIALE SULLA GUERRA). Per l’ok serve l’unanimità e tutto è di nuovo appeso alla decisione dell’Ungheria, dopo i veti di Orban. Nei giorni scorsi era trapelata l’ipotesi di isolare il leader magiaro andando avanti con la procedura prevista dall’articolo 7, che punisce le violazioni dello Stato di diritto e può portare alla perdita del diritto di voto in Consiglio. A poche ore dall’inizio del vertice, la situazione continua a rimanere difficile. Al termine dell’ultima riunione degli ambasciatori dei 27 è arrivata una nuova fumata grigia. L'incontro dei Rappresentanti Permanenti (Coreper II), si apprende da fonti europee, è stato aggiornato a oggi alle 8.30. I negoziati con l'Ungheria continuano, ad un alto livello, mentre Budapest ha spiegato di essere pronta a lavorare in maniera costruttiva e a trovare una soluzione accettabile a 27 all'interno della revisione del bilancio. Gli Stati membri hanno richiamato la loro volontà a trovare una soluzione a 27 e la maggior parte ha sottolineato la necessità che anche una soluzione a 26 sia percorribile. La presidenza belga, nel corso della scorsa riunione, ha presentato agli ambasciatori dei 27 un ristretto pacchetto di possibili conclusioni sul sostegno militare all'Ucraina.

Ue cerca soluzione 

Nelle ultime ore, fonti diplomatiche europee spiegano che è stato ribadito come sia "assoluta priorità" arrivare ad una soluzione per la revisione del bilancio pluriennale, includendo l'assistenza finanziaria all'Ucraina. L'Ungheria, si apprende ancora, ha confermato che sono in corso "intense consultazioni" a Bruxelles come a Budapest per una soluzione che sia accettabile per tutti. I negoziati, in questi giorni, stanno proseguendo tra le cancellerie europee e gli sherpa del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.

Si punta a piegare Orban sui fondi a Kiev

Il Consiglio europeo è chiamato a sbloccare l'impasse sui finanziamenti di emergenza all'Ucraina. Bruxelles ha immaginato anche di colpire Orban nel portafoglio - bloccando ulteriori fondi a Budapest - nel caso in cui si ostini a porre il veto ai 50 miliardi di aiuti attraverso la revisione del bilancio comunitario. L'ipotesi - rilanciata dal Financial Times - ha scatenato la rabbia degli ungheresi, che hanno apertamente accusato l'Ue di voler brandire l'arma del "ricatto". La strategia è contenuta in un documento stilato dal Segretariato del Consiglio. "In caso di mancato accordo al vertice" gli altri leader "dichiareranno pubblicamente che, alla luce del comportamento non costruttivo del premier ungherese, non si può immaginare il versamento di altri fondi Ue". "I mercati finanziari e le imprese europee e internazionali potrebbero essere meno interessati a investire in Ungheria - nota il documento - e tutto ciò potrebbe rapidamente innescare un ulteriore aumento del costo del finanziamento del deficit pubblico e un calo della valuta". "L'Ungheria non cede al ricatto!", ha tuonato su X il ministro degli Affari europei, János Bóka. "Il documento redatto dai burocrati di Bruxelles non fa che confermare ciò che il governo ungherese sostiene da tempo: l'accesso ai fondi Ue viene utilizzato per ricatti politici". La posizione intransigente di Orban sta d'altra parte suscitando esasperazione in diverse capitali e da giorni girano voci di possibili "misure forti" contro il premier magiaro, accusato lui per primo di usare la logica del "bazar" con gli altri 26. Un alto funzionario europeo ha però gettato acqua sul fuoco, descrivendo il documento come "una nota di background fattuale" del Segretariato "che non riflette lo stato dei negoziati in corso" tra l'Ungheria e l'Ue. Insomma, nessun 'piano Michel' contro Budapest. "L'obiettivo è trovare un accordo a 27 al vertice straordinario", aggiunge la fonte.

epa11028498 Hungarian Prime Minister Viktor Orban (back) attends a European Council in Brussels, Belgium, 14 December 2023. EU leaders are gathering in Brussels for a two-day summit to discuss the latest developments in relation to Russia's invasion of Ukraine, and in the Middle East, including the humanitarian situation in Gaza, the block's enlargement policy and long-term budget 2021-2027, as well as security and defense, among other topics.  EPA/OLIVIER HOSLET

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Scontro Ue-Ungheria

"Budapest - assicura Balázs Orbán, direttore politico del primo ministro magiaro - ha inviato sabato una nuova proposta ed è ora aperta all'utilizzo del bilancio comunitario per gli aiuti all'Ucraina e persino all'emissione di debito comune per finanziarli a patto - scrive - che vengano aggiunti altri caveat per darci l'opportunità di cambiare idea in un secondo momento". Ma è esattamente ciò che l'Ue vuole evitare poiché le garanzie di stabilità per Kiev sono di primaria importanza e il balletto in corso al Congresso americano sul sostegno militare ne è una dimostrazione. La stragrande maggioranza dei leader europei, infatti, non vuole consegnare a Budapest un veto annuale da spendersi su altri tavoli, sia per ragioni di metodo che di merito. Ma da qui ad arrivare all'unanimità necessaria per soluzioni muscolari, come l'uso dell'articolo 7 dei trattati, che priverebbe l'Ungheria del diritto di voto al Consiglio, ce ne corre. "Non dobbiamo rispondere a ricatti con altri ricatti ma parlare tutti insieme, con un'unica voce", ha sottolineato la ministra degli Esteri del Belgio, Hadja Lahbib.

Zelensky interverrà in video a vertice Ue

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dovrebbe essere ospite, in videocollegamento, del Consiglio europeo straordinario. La riunione si aprirà la mattina attorno alle dieci con l'intervento della presidente dell'Eurocamera Roberta Metsola e, al momento, ha un solo grande dossier all'ordine del giorno, la revisione del bilancio pluriennale con l'assistenza finanziaria da 50 miliardi per l'Ucraina. Salvo cambi di programma dell'ultim'ora l'arrivo dei leader - o almeno della gran parte di loro - a Bruxelles è previsto per il pomeriggio del 31 gennaio, in occasione della commemorazione di Jacque Delors organizzata dalla Commissione. Subito dopo i leader saranno riuniti in una cena di lavoro informale.

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