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Argentina, Milei conferma "dollarizzazione" economia: cosa significa

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Javier Milei

Togliere dalla circolazione il peso argentino e usare la valuta americana come moneta nazionale al fine di ridurre il debito pubblico e stimolare gli investimenti e la crescita. Questo il progetto del presidente argentino per il risanamento fiscale del Paese 

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Lo aveva promesso in campagna elettorale e ora intende farlo. Il presidente dell'Argentina Javier Milei vuole “dollarizzare” l'economia e proseguire con le privatizzazioni. "Non c'è un piano b" ha detto in un'intervista con il The Wall Street Journal in cui ha anche evidenziato che il Paese cerca investimenti per il risanamento fiscale. Milei ha confermato che non entrerà nel Brics e non costruirà relazioni con nazioni comuniste. 

Dollarizzare l’economia

Sostituire la moneta nazionale con il dollaro degli Stati Uniti, per domare l’inflazione in un Paese con un'economia disastrata. Questa la strada della dollarizzazione, che mira a rinunciare alla propria sovranità monetaria per evitare la svalutazione della valuta interna. L’obiettivo è ridurre il costo dell’indebitamento internazionale e rilanciare la crescita interna. L’Argentina non è la prima nazione a farlo: undici i paesi del mondo che l’hanno già adottato, molti in America latina come Ecuador e Salvador. 

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Il nodo delle risorse

Per togliere dalla circolazione la moneta interna e sostituirla con il dollaro, prima di tutto bisogna comprare dollari. La cattiva gestione economica dei governi precedenti in Argentina ha azzerato le riserve della sua banca centrale, per questo il presidente Milei punta a destinare i proventi delle privatizzazioni a questo processo di risanamento fiscale nel Paese. 

 

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Privatizzare tutto

E' prevedibile che comincerà una stagione di agitazioni sociali contro i piani drastici di Milei per ridurre la spesa pubblica. Il risanamento dei conti pubblici è un processo a lungo termine, quindi  "la popolazione deve capire che questo processo può durare due anni" ha aggiunto Milei. Fondamentale per Buenos Aires sarà ottenere fondi dall'estero. "Avremmo bisogno di investimenti perché nel corso del risanamento è possibile calo dell'attività economica" ha sottolineato il presidente durante l’intervista al Wall Street Journal. Quanto alle privatizzazioni, saranno realizzate il più rapidamente possibile. "Privatizzeremo tutto ciò che può essere privatizzato. Non si tratta di una questione di nomi, ma di questioni tecniche" ha ribadito. 

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Nessuna alleanza con i comunisti

 

 Milei ha spiegato di non disapprovare la possibilità che le aziende private possano negoziare con la Cina, ma di non condividere la visione geopolitica del colosso asiatico. "Non sarò alleato con i comunisti e rifiutiamo di far parte dei Brics. Ma la questione commerciale non dovrebbe essere toccata. Queste sono decisioni del settore privato. Dobbiamo separare la visione geopolitica da quella commerciale" ha affermato al quotidiano statunitense.

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