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Palestina, le ragioni dietro la scelta delle chiavi come simbolo di un popolo

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La determinazione di tornare a casa, nonostante le abitazioni fossero distrutte, fu ciò che spinse i palestinesi a portare con sé le chiavi quando lasciarono la loro terra dopo l'insediamento di Israele nella striscia di Gaza. Per comprendere dove nasce il simbolo scelto in rappresentanza della popolazione, bisogna tornare molto indietro 

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Resistenza e voglia di tornare a casa. È questo che le chiavi, simbolo di un’intera popolazione, rappresentano per i palestinesi. Le chiavi raccontano la loro storia e la storia di una battaglia che va avanti da un millennio: quella tra Israele e Palestina, per un lembo di terra nel bel mezzo del dramma di una guerra che non accenna a voler finire. 

Le origini del conflitto

La causa palestinese ha origini molto lontane. Per comprendere dove nasce simbolo scelto in rappresentanza della popolazione, bisogna tornare indietro al 1948, anno della creazione dello Stato di Israele, costituito dagli ebrei sopravvissuti all’Olocausto.  Il conflitto affonda le sue radici nell’approvazione da parte dell’Onu della risoluzione 181, con cui si decise che due Stati, uno ebraico e uno islamico, avrebbero convissuto. Ma la Palestina non era d’accordo: quel territorio le era sempre appartenuto e non era possibile accettare che qualcun altro ne occupasse più della metà, come previsto dalle Nazioni Unite. Così, in difesa di un Paese che sentiva di essere stato invaso, Egitto, Iraq, Giordania e Siria organizzarono il primo attacco della storia contro Israele. 

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Perché le chiavi sono il simbolo della Palestina

Fu a quel punto che iniziò la guerra. I palestinesi, di fronte all’aggressività israeliana – per alcuni, una vera e propria pulizia etnica –, furono costretti a fuggire e ad abbandonare le loro case, quasi tutte devastate o rase al suolo. Decisero, comunque, di portare con sé le loro chiavi, nella speranza di poter, un giorno, rimettere piede nella loro patria e nel ricordo di una quotidianità ormai persa.

Le recenti manifestazioni in difesa della Palestina, come quella di Roma a fine ottobre dello scorso anno, hanno utilizzato ampiamente le chiavi nei cortei, ripercorrendo, in questo modo, le tappe storiche che hanno portato all’attuale critica situazione conflittuale. 

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Gli altri simboli

Non solo le chiavi: la resistenza palestinese è simboleggiata anche da altri oggetti, come il cocomero, coltivato da sempre nella striscia di Gaza. Il frutto ha sostituito la bandiera, il cui uso era stato vietato dal governo, avendo i suoi stessi colori. Un altro emblema è la “keffiyeh”, capo di abbigliamento diffuso nel mondo arabo sin dall’antichità, oltre ai papaveri, fiori tipici palestinesi. 

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