Kenneth Smith, da ONU, Amnesty e Comunità di Sant’Egidio gli appelli contro l'esecuzione

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Smith era stato condannato a morte nel 1996 per aver ucciso una donna su commissione. L'esecuzione, prevista con il metodo sperimentale dell'asfissia da azoto è prevista per il 25 gennaio in Alabama. Nel 2022, il primo tentativo da parte delle autorità americane era fallito 

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E' prevista per il 25 gennaio l'esecuzione della condanna a morte di Kenneth Smith in Alabama. L'uomo (condannato per aver ucciso una donna su commissione) potrebbe essere il primo essere umano a venire ucciso in una condanna a morte con l'asfissia da azoto, senza sedazione. La pratica, vietata sugli animali, è legale in alcuni stati americani, come Mississippi e Oklahoma. Consiste nell’inalazione di azoto per 15 minuti: quando l’ossigeno finisce, gli organi smettono di funzionare. Di fronte a quella che, secondo Ravina Shamdasani, portavoce dell’OHCHR, l’ufficio dei diritti umani dell’ONU, si potrebbe configurare come tortura, le organizzazioni internazionali hanno alzato la loro voce per cercare di fermare la prima esecuzione di un essere umano con l’azoto. Anche la Comunità di Sant’Egidio, in Italia, si è adoperata per cercare di salvare la vita di Smith. In una telefonata a un giornalista di The Guardian, il detenuto ha reso nota la sua angoscia per la sua drammatica situazione: “Non sono pronto. Dov’è la pietà?”

“Pena di morte in contrasto con il diritto fondamentale alla vita”

“La pena di morte è in contrasto con il diritto fondamentale alla vita. Non vi è prova che dissuada dal crimine, e crea un rischio inaccettabile di giustiziare persone innocenti. Piuttosto che inventare nuovi modi per attuare la pena di morte, esortiamo tutti gli Stati a mettere in atto una moratoria sulla sua applicazione, come passo verso l’abolizione universale”. È quanto ha detto Ravina Shamdasani, ricordando anche che Smith ha dei procedimenti in corso in un tribunale federale contro la sua imminente esecuzione che non sono stati risolti definitivamente. “Smith ha avanzato, con prove periziali, che un’esecuzione mediante asfissia da gas, nel suo caso, comporta rischi particolari di dolore e sofferenza”, ha aggiunto, soffermandosi sulla possibilità di una violazione dei “trattati internazionali sui diritti civili e il divieto di tortura e altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti”.

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A Roma la Conferenza della Comunità di Sant’Egidio

Anche la Comunità di Sant’Egidio ha indetto oggi una conferenza stampa per cercare di fermare l’esecuzione di Smith. Tra i partecipanti Mario Marazziti, cofondatore della World Coalition Against the Death Penalty, che racconterà la storia del detenuto. Sul sito, è possibile inoltre accedere al link per firmare l’appello contro l’esecuzione. 

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La storia di Smith

È il 1989 quando Kenneth Smith, ai tempi 24 anni, viene condannato a morte per aver ucciso a coltellate Elizabeth Sennet. L’omicidio era stato commissionato dal marito predicatore Charles Sennett Sr. Smith, che aveva pagato Smith 1000 dollari, con l’obiettivo di saldare i suoi debiti dopo aver riscosso i soldi dell’assicurazione sulla vita. La condanna fu annullata per questioni di razzismo nella selezione dei giudici e confermata nel 1996, nonostante quasi la totalità dei giudici avesse votato per l’ergastolo (adesso non potrebbe succedere: questa prassi è stata abolita nel 2017). 

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Il tentativo fallito

Già nel 2022, le autorità americane avevano tentato di porre fine alla vita di Smith, senza riuscirci. Il detenuto era infatti rimasto legato più di quattro ore a una barella, nell’attesa di un’iniezione letale. Amnesty International informa che casi del genere sono sempre più frequenti da quando le case farmaceutiche si rifiutano di fornire quanto necessario per questo genere di esecuzioni. 

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