Guerra Israele–Hamas, Netanyahu: "A Israele pieno controllo di sicurezza della Striscia"

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Migliaia di persone stanno manifestando a Tel Aviv con la richiesta di scioglimento della Knesset e l'indizione di nuove elezioni. "Israele deve mantenere il pieno controllo della sicurezza della Striscia per garantire che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele, e questo è in conflitto con la richiesta di sovranità palestinese". Questa la posizione ribadita da Benyamin Netanyahu nella conversazione di ieri con Joe Biden

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Collisione tra 2 navi militari britanniche al largo coste Bahrein, no feriti

Collisione tra due navi da guerra britanniche al largo delle coste del Bahrein. Lo ha riferito la Royal Navy, la marina militare britannica secondo quanto riporta 'Sky news'. Filmati sui social sembrano mostrare la Hms Chiddingfold che si scontra sulla Hms Bangor nel Golfo. E' stata aperta un'indagine ufficiale. Nessuno a bordo delle due navi è rimasto ferito, ma "alcuni danni sono stati subiti", ha detto la marina. Il contrammiraglio Edward Ahlgren ha aggiunto: "Il motivo per cui questo è accaduto è ancora da stabilire. "Formiamo il nostro personale secondo gli standard più elevati e applichiamo rigorosamente gli standard di sicurezza ma purtroppo incidenti di questa natura possono ancora accadere. Vi assicuro che è già in corso un'indagine completa e approfondita e che qualsiasi modifica alla procedura che potrebbe prevenire ulteriori incidenti sarà rapidamente implementata. Nel frattempo, il Regno Unito continuerà a svolgere un ruolo chiave nel garantire la sicurezza della navigazione mercantile nella regione", rileva.

Le forze britanniche e statunitensi stanno conducendo un'operazione per garantire la sicurezza delle navi nella regione dopo che le forze Houthi hanno iniziato ad attaccarle nell'ambito della guerra tra Israele e Hamas.

Ammiraglio Cavo Dragone andrà in Israele insieme a colleghi alleati

L'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, capo di Stato Maggiore della Difesa, nei prossimi giorni sarà in Israele per incontrare il ministro della Difesa e il Capo di Stato Maggiore della Difesa israeliano insieme ad alcuni omologhi di Paesi alleati. Scopo della visita sarà quello di acquisire maggiore consapevolezza sulla situazione nella Striscia di Gaza e sul confine nord tra Israele e Libano. La visita, informa la Difesa, "si inquadra in una serie di iniziative poste in essere dall'Italia per favorire una progressiva distensione dell'attuale crisi e prevenire un suo ulteriore allargamento. La Difesa italiana, infatti, è presente nel sud del Libano con circa mille uomini che operano nell'ambito della missione Unifil, per garantire la sicurezza e la stabilità dell'area". 

Israele: "Idf ha distrutto materiale per 800 razzi a Gaza"

L'esercito israeliano ha scoperto e distrutto nella Striscia "postazioni di razzi a lungo raggio pronte al tiro, laboratori per la produzione di armi e anche di materiale per la costruzione di centinaia di razzi". Lo ha fatto sapere il portavoce militare citando in particolare la zona di Zeitun a sud est di Gaza City e nelle aree limitrofe nel nord dell'enclave palestinese. Secondo la stessa fonte, "oltre 800 razzi potevano essere prodotti con le sostanze chimiche e l'equipaggiamento trovato". Inoltre, è stato scoperto che Hamas separava le varie fasi di produzione dei razzi in varie parti della Striscia in modo da rendere difficile trovarle da parte dell'esercito.

Hamas: "Israele sarà costretta a fare accordo per ostaggi"

"Alla fine, Israele sarà costretto a raggiungere un accordo, perché in più di cento giorni di guerra non è riuscito a recuperare alcun prigioniero con la forza". Lo ha affermato Musa Abu Marzouk, membro dell'ufficio politico di Hamas, sottolineando che il movimento non vuole tenere i prigionieri israeliani e sta cercando un nuovo accordo per lo scambio. Israele "li riporterà indietro tramite un accordo con il movimento, o li prenderà come corpi", ha detto Marzouk all'agenzia di stampa russa Sputnik, citata da Al Jazeera.

Raid in Siria, Iran accusa Israele e minaccia rappresaglie

Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanani, citato dall'Irna, ha affermato che Teheran condanna gli attacchi sul territorio siriano e l'uccisione di alti consiglieri militari delle Guardie rivoluzionarie da parte delle "forze israeliane" e "si riserva il diritto di avere una reazione di ritorsione contro tale 'terrorismo organizzato' da parte di il regime sionista". "Il sangue di questi martiri non sarà sprecato", ha affermato il portavoce, sottolineando che la ripetuta violazione da parte di Israele della sovranità e dell'integrità territoriale siriana e i suoi attacchi provocatori contro quel Paese dimostrano la sua "disperazione" sul campo di battaglia e nella lotta con il movimento di resistenza a Gaza e in Cisgiordania. 

Hamas: "Non ci sono ancora colloqui con Fatah, sempre aperti a unità nazionale"

"Non ci sono ancora colloqui con Fatah" ma "siamo sempre aperti a un'unità nazionale" basata "sul diritto all'autodeterminazione". Ad affermarlo all'agenzia stampa russa 'Sputnik' è Musa Abu Marzuq, un membro dell'ufficio politico di Hamas sottolineando che questa è sempre stata la posizione del movimento anche "prima dell'operazione alluvione Al-Asqa" come viene chiamato l'attacco di Hamas a Israele dello scorso 7 ottobre. "Siamo favorevoli all'unità, e la vediamo come una delle precondizioni per la liberazione, e siamo pronti a gestire i nostri affari nazionali attraverso il consenso e il dialogo senza condizioni", spiega ancora Abu Marzouq.

Hamas: "Non vogliamo tenere prigionieri, alla fine Israele sarà costretta a fare accordo"

"Alla fine, Israele sarà costretta a fare un accordo, perché non è riuscito durante più di cento giorni di guerra a recuperare i prigionieri con la forza". Ad affermarlo all'agenzia stampa russa 'Sputnik' è Musa Abu Marzuq, un membro dell'ufficio politico di Hamas sottolinea che Tel Aviv "o li riporterà indietro attraverso un accordo con il movimento o recupererà i corpi". 

Vicenza, scontri al corteo contro la presenza di Israele in Fiera

I manifestanti hanno cercato di avvicinarsi al quartiere  fieristico dove si svolge VicenzaOro. Durante il tentativo di deviazione  del corteo, si è verificato il contatto con le forze dell'ordine, in  tenuta antisommossa. Gli agenti hanno spinto indietro il corteo con una  carica per alleggerire la pressione dei dimostranti. Cinque persone sono  state denunciate SFOGLIA LA GALLERY

In migliaia manifestano a Madrid a favore dei palestinesi

Migliaia di persone (circa 25mila secondo gli organizzatori) hanno partecipato a Madrid a una marcia di protesta per i bombardamenti israeliani su Gaza per chiedere la "fine del genocidio in Palestina". I manifestanti sventolavano bandiere palestinesi e hanno marciato tra la stazione ferroviaria di Atocha e piazza Cibeles, nel centro della Capitale. Il manifesto principale invitava il governo a "fermare il commercio di armi e a recidere le relazioni con Israele"; mentre alcuni manifestanti issavano cartelli con la scritta "Stop al genocidio" in inglese.

Le manifestazioni, indette dalla piattaforma della Rete di Solidarietà contro l'Occupazione della Palestina sotto lo

slogan "Fermare il genocidio in Palestina", si sono svolte anche in altre grandi città spagnole, tra cui Barcellona, Valencia e Siviglia.

Lapid attacca Netanyahu, 'rapporti con Usa troppo importanti per litigi pubblici'

Yair Lapid bacchetta il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu per aver esibito in pubblico il disaccordo con gli Stati Uniti. I rapporti con Washington "sono troppo importanti per trasformarli in pubblici litigi al solo scopo di guadagno politico", ha scritto su X il capo dell'opposizione israeliana.

"Ho avuto molti scontri, alcuni difficili, con gli americani. Non li ho mai gestiti in conferenza stampa davanti alle telecamere", ha aggiunto Lapid, che è stato primo ministro e ministro degli Esteri. Netanyahu, ha sottolineato, ha agito "in modo irresponsabile", tanto più che siamo "in tempo di guerra, con gli Stati Uniti al nostro fianco".

Raid missili contro truppe coalizione anti-jihad in Iraq

Sono stati lanciati una decina di missili contro una base in Iraq che ospita soldati statunitensi e truppe della coalizione internazionale anti-jihadista. Lo hanno reso noto fonti della polizia irachena e dell'esercito Usa. Diversi "missili balistici hanno colpito la base aerea di Ain al-Assad" nella provincia di Anbar, ha riferito una fonte anonima statunitense: è in corso "una prima valutazione dei danni" e dalle prime rilevazioni risulta gravemente ferito "un membro delle forze di sicurezza irachene". 

Israele, 'dichiarazioni a Nyt non riflettono posizioni dell'Idf'

L'esercito israeliano ha detto che i commenti apparsi sul New York Times da parte di quattro esponenti anonimi dell'Idf sulla incompatibilità tra un guerra prolungata a Gaza e la sopravvivenza degli ostaggi "non erano noti" alle forze armate e non "riflettono la posizione delle stesse". "Il rilascio degli ostaggi - ha aggiunto l'esercito - fa parte degli obiettivi della guerra ed è uno sforzo supremo da parte dell'Idf".

Raid in Siria, Iran accusa Israele e minaccia rappresaglie

L'Iran accusa Israele dell'attacco a Damasco nel quale sono rimasti uccisi anche il capo dell'intelligence delle Guardie rivoluzionarie iraniane in Siria e il suo vice e minaccia rappresaglie. Lo dichiara il ministero degli Esteri di Teheran.

Famigliari ostaggi Hamas accampati davanti a casa premier

Le famiglie degli ostaggi che rimangono ancora in mano ad Hamas si sono accampate all'esterno della casa di vacanza del premier Benjamin Netanyahu, nella città di Cesarea, dove trascorre abitualmente i fine settimana: vogliono un accordo per liberarli subito. "Le famiglie sono stufe, chiediamo subito un accordo", si legge in una nota del Forum. Decine di persone, tra cui molti parenti e amici degli ostaggi, hanno iniziato la mobilitazione ieri sera, montando le tende proprio davanti alla residenza di Netanyahu: vi hanno trascorso la notte e oggi sabato continuano la protesta. Hanno fatto sapere che rimarranno davanti alla residenza di Netanyahu finché il premier non uscirà per ascoltarli "e si impegnerà a condurre un vertice internazionale con la partecipazione di tutti i Paesi coinvolti nella crisi, finché  questa non sarà risolta e tutti gli ostaggi saranno liberati".

Nyt, 'Netanyahu si sta rivoltando contro Biden'

"Netanyahu si sta rivoltando contro Joe Biden" che, quest'anno, "sembra avviato a correre due volte: una in America contro Donald Trump e una in Israele contro Netanyahu". Lo afferma Thomas Friedman, l'editorialista del New York Times due volte premio Pulitzer. "Forse Trump potrebbe nominare Netanyahu come suo vice e questo ci farebbe risparmiare molto tempo. Il sostegno al leader israeliano sta costando a Biden l'appoggio della sua base progressista, mentre Netanyahu gli si rivolta contro in modalità che potrebbero fargli ottenere il sostegno degli ebrei americani di destra", osserva Friedman sul New York Times mettendo in evidenza che Netanyahu sta cercando di posizionarsi per restare al potere facendo leva su un messaggio chiaro, ovvero essere l'unico in grado di contrastare gli americani e gli arabi che vogliono costringere Israele ad accettare uno Stato palestinese.

Ong, saliti a 10 i morti nell'attacco israeliano a Damasco

Sale a dieci il numero delle vittime dell'attacco israeliano a Damasco. "Il bilancio delle vittime è salito a 10 dopo il recupero dei corpi ancora intrappolati sotto le macerie", ha dichiarato all'Afp il capo dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, Rami Abdel Rahman. Nell'attacco è morto anche il capo dell'intelligence delle Guardie rivoluzionarie iraniane in Siria e il suo vice.

Hamas, 'illusione Biden su stato palestinese non inganna nostro popolo'

"L'illusione che predica Biden su uno stato palestinese e sulle sue caratteristiche non inganna il nostro popolo". E' quanto afferma un esponente dell'ufficio politico di Hamas, Izzat al-Rishq, in risposta alle dichiarazioni del presidente americano riguardo alla possibilità che il premier israeliano Benjamin Netanyahu, con il quale ieri ha avuto un colloquio telefonico, accetti qualche forma di stato palestinese. "Biden è partner a pieno della guerra genocida e il nostro popolo non si aspetta nulla di buono da lui", ha aggiunto. 

Netanyahu nega dietrofront con Biden su soluzione 2 Stati

 Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha negato di aver detto al presidente americano Joe Biden di non escludere la creazione di uno Stato palestinese. "Nella sua conversazione di ieri sera con il presidente Biden, il primo ministro Netanyahu ha ripetuto la sua posizione coerente da anni, espressa anche in una conferenza stampa il giorno prima: dopo l'eliminazione di Hamas, Israele deve mantenere il pieno controllo di sicurezzza di Gaza per garantire che la Striscia non rappresenti più una minaccia per Israele, e questo è in conflitto con la richiesta di sovranità palestinese", si legge nella nota diffusa dall'ufficio del premier. 

Israele, Orlando su Schlein: "Parole nette, basta massacro"

"Penso che con nettezza Schlein abbia detto una cosa che progressivamente abbiamo detto in questi mesi tutti noi, abbiamo condannato subito il terrorismo di Hamas però dopo 20mila morti, di cui centinaia nelle ultime 48 ore e di cui il 75% bambini, il tema di che cosa fare in più per fermare quel massacro si pone con un'enorme forza". Così Andrea Orlando, ex ministro e deputato ligure del Pd, a margine dell'assemblea regionale del partito, sulla presa di posizione della segretaria dem che ha detto "basta armi a Israele". Orlando rilancia: "Dico anche che un contributo sarebbe andare oltre al tema della formazione di due Stati e due popoli, perché uno c'è e uno va riconosciuto e costruito e credo che dovremmo chiedere con più intensità al governo italiano di agire nella direzione della costituzione di uno Stato palestinese". 

Mo, scontri a corteo centri sociali contro presenza Israele a fiera Vicenza

Scontri al corteo organizzato dai centri sociali per protestare contro la presenza di un padiglione di Israele alla fiera VicenzaOro. Il corteo, dove sventolavano diverse bandiere della Palestina, è partito dal parcheggio di via Rossi ai Ferrovieri e poi ha deviato dal percorso concordato. In testa al corteo striscioni e cartelli con su scritto  'Blocchiamo Israele', 'stop war' e 'free Palestine'.

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