Israele-Hamas, Biden a colloquio con Netanyahu: "Soluzione a due Stati non è impossibile"

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Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il premier israeliano Benyamin Netanyahu hanno discusso della responsabilità di Israele di ridurre i danni contro i civili a Gaza, degli sforzi per una pace durevole e la soluzione dei due stati, nonchè degli sforzi per liberare gli ostaggi: lo ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby. I miliziani di Hamas hanno diffuso un nuovo video di un ostaggio israeliano morto: "Ucciso da attacchi israeliani"

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A Gaza graduale ritorno di comunicazioni e Internet

I servizi internet stanno iniziando a tornare nella Striscia di Gaza assediata dopo un blackout di una settimana, l'annuncia oggi l'operatore di telecomunicazioni Paltel. "Annunciamo il graduale ritorno dei servizi di comunicazione in diverse aree della Striscia di Gaza", ha dichiarato l'azienda in un comunicato. 

Guerra Israele - Hamas, proteste a Tel Aviv: in migliaia chiedono cessate il fuoco

Durante le proteste erano presenti anche alcune famiglie dei prigionieri, con molti manifestanti che portavano cartelli con la scritta “La pace inizia con la speranza” e “La pace è l’unica soluzione”. "La gente dice che solo la pace porterà sicurezza a Israele", ha riferito Al Jazeera. LE IMMAGINI

Isw, interruzioni Gps in Polonia e Svezia forse causate da Mosca

Le interruzioni ai sistemi Gps avvenute in Polonia e Svezia tra dicembre e gennaio potrebbero essere state causate dalle esercitazioni di guerra elettronica condotte dalla Russia nella regione di Kaliningrad. Lo ipotizza il think tank americano Isw, citato dall'agenzia polacca Pap. I media polacchi avevano riferito che il 16 gennaio si erano verificati disturbi particolarmente gravi al sistema Gps nelle zone settentrionali e orientali del Paese, come il mal funzionamento dei dispositivi di navigazione, a Varsavia e Łódź, ricorda la Pap. In precedenza, dal 25-27 dicembre al 10 gennaio, casi simili erano stati segnalati nella Polonia nordoccidentale e centrale. Disagi sono stati segnalati anche nella parte meridionale del Mar Baltico, ha riferito l'Isw. Gli analisti dell'Isw, prosegue la Pap, hanno citato le valutazioni di analisti polacchi, secondo i quali i casi di dicembre potrebbero essere collegati a non specificate esercitazioni delle forze Nato nel Mar Baltico o all'attività delle truppe russe nella regione di Kaliningrad, dove sono state eseguite operazioni di sistemi di disturbo delle comunicazioni. Altri casi sono stati osservati il ;;12 gennaio in Svezia. Secondo il Servizio militare di intelligence e sicurezza svedese (Must), aggiunge ancora l'agenzia polacca, questi disagi potrebbero essere stati causati dall'attività della flotta russa del Baltico. I media russi avevano riferito che nella regione di Kalinigrand sono in corso da metà dicembre esercitazioni della flotta baltica che utilizzano il sistema di disturbo delle comunicazioni automatizzato Borisoglebsk-2. Secondo l'analisi dell'Isw, conclude la Pap, alcune fonti collegano queste attività con i disagi osservati in Polonia e Svezia. 

Casa Bianca, primo colloquio Biden-Netanyahu da 23-12

La telefonata avviene in un momento di forti frizioni fra Israele e gli Stati Uniti, principale alleato storico dello Stato ebraico; oltretutto, la relazione personale fra i due leader è notoriamente difficile. Secondo l'esecutivo americano che pubblicherà più tardi il rendiconto della conversazione, i leader hanno parlato degli "ultimi avvenimenti a Gaza e in Israele". Netanyahu ha respinto ieri una richiesta reiterata da Joe Biden, ovvero la soluzione a due stati. "Israele - ha detto il capo del governo - deve avere il controllo della sicurezza su tutto il territorio ad Ovest del Giordano. E' una condizione necessaria, in contraddizione con l'idea di sovranità della Palestina", ha detto rivolgendosi proprio a Washington. "Evidentemente vediamo le cose in modo diverso", ha risposto il portavoce del Consiglio nazionale di difesa John Kirby. Gli Usa premono su Israele, di cui rappresentano il maggior alleato diplomatico e militare, sia sui comportamenti nella guerra a Gaza, scatenata dall'attacco di Hamas contro Israele il 7 ottobre, sia sulle prospettive a più lungo termine, dopo il conflitto. L'ultimo scambio telefonico fra i due era avvenuto il 23 dicembre e secondo le indiscrezioni della stampa americana era stato chiuso da Biden con una frase secca: "questa conversazione finisce qui". 

Medioriente, il Pakistan attacca l'Iran per operazione "antiterroristica". FOTO

Islamabad annuncia di aver "condotto attacchi contro gruppi militanti anti-pakistani all'interno" del territorio iraniano, due giorni dopo essere stata a sua volta attaccata da Teheran. Un "certo numero di terroristi sono stati uccisi durante l'operazione d'intelligence denominata in codice Marg Bar Sarmachar", fa sapere il Ministero degli Esteri. Teheran riferisce della morte di almeno 9 persone. Le esplosioni hanno colpito la provincia sudorientale iraniana del Sistan e Baluchistan. GUARDA LA GALLERY

Duecento camion di aiuti per Gaza fermi al confine con Israele

Oltre 200 camion di aiuti per Gaza sono fermi ai valichi di frontiera di Al-Awja e Karam Abu Salem, tra Egitto, Israele e Striscia di Gaza, in attesa delle autorizzazioni a procedere. Lo riferisce una fonte della Mezzaluna Rossa, precisando che l'interruzione dell'ingresso degli aiuti a Gaza è il risultato delle procedure di ispezione e "dell'estrema intransigenza da parte di Israele" nei controlli. La fonte ha aggiunto che sono 550 i camion di aiuti umanitari, medici e alimentari preparati e inviati oggi ai due valichi. La Mezzaluna Rossa egiziana nel Nord Sinai ha aspettato tutto il giorno di ricevere i carichi e li porterà a Gaza non appena Israele consentirà loro di entrare. Dal valico di Rafah, tra Egitto e Striscia, sono entrati oggi 220 camion di aiuti umanitari, medici e alimentari e 6 camion di carburante, inclusi 4 cisterne di gas domestico. 

Casa Bianca, Biden ha parlato con Netanyahu

Joe Biden ha avuto una conversazione telefonica con il premier israeliano Benjamin Netanyahu sugli sviluppi a Gaza. Lo riferisce la Casa Bianca. 

In Egitto 30 feriti palestinesi e 3 aerei con aiuti per Gaza

L'Egitto ha accolto oggi attraverso il valico di Rafah 30 palestinesi feriti provenienti dagli ospedali della Striscia di Gaza, che saranno curati negli ospedali egiziani. Lo fanno sapere fonti della Mezzaluna rossa precisando che li accompagnavano altrettante persone. Rientrati anche 56 egiziani, 250 titolari di residenza negli Emirati, 38 statunitensi, 3 cittadini della dalla Macedonia del Nord e un canadese. Il portavoce ufficiale del governatorato del Nord Sinai, Mohamed Selim, ha poi riferito che l'aeroporto di Al-Arish ha ricevuto 3 aerei, il primo dal Qatar, che trasportava 9,7 tonnellate di forniture mediche, il secondo dagli Emirati, con 21,38 tonnellate di forniture mediche e barili di gasolio, e il terzo aereo proveniente dal Belgio, con 42,8 tonnellate di forniture mediche, medicinali e latte in polvere. Gli aerei sono stati scaricati e gli aiuti trasportati sui camion ai magazzini logistici della Mezzaluna Rossa. Saranno consegnati nella Striscia di Gaza in coordinamento tra la Mezzaluna Rossa egiziana e quella palestinese attraverso il valico di Rafah. . Dal 12 ottobre, sono 501 gli aerei giunti all'aeroporto di Al-Arish nel Nord Sinai.   Di questi, 409 trasportavano 14.000 tonnellate di aiuti e soccorsi inviati da 50 Paesi organizzazioni regionali e internazionali, e 92 aerei con delegazioni ufficiali arabe e internazionali. 

Wafa, ucciso 17enne palestinese in scontri in Cisgiordania

Un palestinese di 17 anni - con anche cittadinanza Usa - è stato ucciso in scontri con l'esercito israeliano vicino Ramallah in Cisgiordania. Lo hanno riferito, citate dall'agenzia Wafa, fonti mediche che hanno identificato il giovane in Tawfiq Hafez Tawfiq Ajaq morto per le "ferite riportate alla testa". Secondo fonti palestinesi Ajaq avrebbe anche il passaporto americano. Haaretz ha aggiunto che negli scontri sono stati lanciati sassi ai soldati. L'esercito israeliano non ha ancora dato la sua versione dei fatti. 

Medico Msf tornato da Gaza: "Mai in una situazione così"

A Gaza l'emergenza è continua e i bisogni della popolazione sono enormi. Non c'è cibo a sufficienza, non c'è abbastanza acqua. I pochi ospedali nel sud della Striscia sono completamente sovraffollati e non c'e' accesso a nessun tipo di assistenza. E' la testimonianza di Enrico Vallaperta, coordinatore medico di Medici Senza Frontiere (MSF) a Gaza da poche ore rientrato in Egitto, che descrive le condizioni degli ospedali e della popolazione nella Striscia. Enrico Vallaperta ha partecipato oggi alla conferenza stampa organizzata da MSF al Cairo, insieme a Helen Ottens Patterson, coordinatrice MSF per l'emergenza a Gaza. "A Gaza l'emergenza è continua. Non mi sono mai trovato in una situazione del genere. Ho vissuto situazioni di emergenza, ma duravano 6, 12, 24 ore. Non abbiamo più parole per denunciare quanto la situazione a Gaza sia catastrofica. Al nord di Gaza si muore per qualsiasi motivo e per qualsiasi malattia poichè le persone non hanno accesso nemmeno alle cure mediche di base", ha detto. 

Abu Mazen: "Impossibile la sicurezza senza lo Stato palestinese"

Il portavoce del presidente palestinese Abu Mazen ha detto che non ci può essere "sicurezza e stabilità nella regione" senza uno Stato palestinese. Sono parole che arrivano in risposta al rifiuto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu alle richieste degli Stati Uniti di fare passi per arrivare alla creazione di uno Stato palestinese dopo la guerra. 

Israele, Halevi vedrà capi esercito di vari Paesi tra cui l'Italia

I capi delle forze armate di Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia e di altri Paesi saranno la prossima settimana in Israele su invito del capo di stato maggiore israeliano Herzi Halevi. Lo riferiscono i media secondo cui l'obiettivo dell'incontro, mentre si combatte ancora a Gaza, è quello di illustrare loro le attività dell'esercito israeliano nella Striscia e di fornire informazioni circa la situazione al confine nord di Israele con il Libano. 

Pakistan: "Intesa con l'Iran per una de-escalation"

Pakistan e Iran hanno concordato una "de-escalation" dopo lo scambio di attacchi degli ultimi giorni. Lo ha detto il ministro degli Esteri di Islamabad Jalil Abbas Jilani dopo un colloquio con il collega Hossein Amir-Abdollahian. I ministri hanno anche discusso del ritorno degli ambasciatori nelle due capitali. In una nota il governo pachistano ha ricordato le relazioni fraterne tra i due paesi, mentre Jilani ha auspicato di lavorare con Teheran sulla base di uno "spirito di fiducia reciproca e cooperazione". E ha sottolineato che il rispetto dell'integrità territoriale e della sovranità deve essere alla base di questa cooperazione. 

Tajani: "Pronti ad inviare militari italiani in missione Onu a Gaza". VIDEO

Summit di Paesi non allineati chiede il cessate il fuoco a Gaza

Un cessate il fuoco immediato a Gaza è stato chiesto dai Paesi del Movimento dei non allineati (Nam) durante il vertice annuale del blocco di 120 nazioni riunito nella capitale ugandese, Kampala, e definito "summit della solidarietà" da Riyadh Mansour, ambasciatore palestinese presso l'Onu: lo riporta Al Jazeera. I ministri degli Esteri di Nam hanno adottato una risoluzione che chiede un cessate il fuoco a Gaza e assistenza umanitaria senza ostacoli per i palestinesi coinvolti nel conflitto. La risoluzione sostiene anche la causa del Sudafrica contro Israele presso la Corte internazionale di giustizia. Moussa Faki Mahamat, presidente della Commissione dell'Unione Africana (Ua), ha chiesto la fine immediata di quella che ha definito la "guerra ingiusta contro il popolo palestinese". Parlando al vertice, il presidente del Sudafrica Cyril Ramaphosa ha affermato che la guerra a Gaza dimostra l'inadeguatezza dell'Onu e in particolare del suo Consiglio di sicurezza, dove gli Stati Uniti hanno posto il veto a diverse risoluzioni critiche nei confronti di Israele. "Dovremmo stabilire un sistema di governance globale che sia giusto ed equo e che abbia la capacità di rispondere ai bisogni di tutte le persone in situazioni di minaccia e danno", ha dichiarato il capo di Stato sudafricano. Quasi tutti gli Stati africani appartengono a Nam, i cui membri comprendono nazioni di tutto il mondo. L'organizzazione è stata fondata nel 1965 da Paesi che si opponevano all'adesione a uno o all'altro dei due principali blocchi militari e politici durante la Guerra Fredda.

L'Ue sanziona sei finanziatori di Hamas, in discussione anche misure su coloni in Cisgiordania

L'Ue dovrebbe annunciare "nelle prossime ore" di aver adottato un regime sanzionatorio specifico per Hamas, con il 'listing' di "sei persone" che hanno "facilitato" il finanziamento del movimento islamista palestinese. Lo ha anticipato un alto funzionario Ue, in vista del Consiglio Affari Esteri di lunedì prossimo a Bruxelles. I fondi, ha aggiunto, "provengono dalla classe medio-alta del mondo arabo, in tutto il mondo". 

Sei persone che hanno "partecipato al finanziamento" di Hamas o lo hanno "agevolato" verranno colpite dal congelamento dei beni detenuti nell'Ue e dal divieto di entrare nel territorio Ue. L'Unione ha anche iniziato a discutere di sanzioni contro alcuni coloni israeliani in Cisgiordania, che attaccano i civili palestinesi e sono "un ostacolo" sia per la "pace" che per "il benessere di Israele", ha aggiunto. Una fonte diplomatica europea ha tuttavia lasciato intendere che la discussione su potrebbe non essere semplice, perché le sanzioni vanno approvate "all'unanimità".  

Borrell: "Israele finanziò Hamas per indebolire l'Anp"

"Non usciremo dalla tragedia che stiamo vivendo ora se non con un impegno molto forte da parte della Comunità internazionale. La buona notizia è che c'è gente disposta a farlo. E la brutta notizia è che Israele, in particolare il governo, lo rifiuta categoricamente. Proprio ieri Netanyahu lo ha ripetuto, come se anticipasse le mie parole di oggi, sulla soluzione che lui personalmente boicotta da 30 anni. Quindi che si fa? Quando e come farlo? Nessuno ha la risposta. Crediamo solo che la soluzione dei due Stati debba essere imposta dall'esterno per portare la pace". Lo ha dichiarato l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell, nel suo discorso per la cerimonia di investitura per dottorato ad Honoris causa all'Università di Valladolid, in Spagna. "Anche se, insisto, Israele ribadisce questo rifiuto. Per impedirlo è arrivato a creare Hamas e Hamas è stato finanziato dal governo israeliano per cercare di indebolire l'autorita' palestinese di Fatah. Ma se non interveniamo con forza, la spirale di odio e violenza continuerà di generazione in generazione, di funerale in funerale, quando fioriranno i semi dell'odio che vengono seminati oggi a Gaza", ha aggiunto. 

Hassan (O-Cr): "Soluzione dei due Stati irrealizzabile, politici e diplomatici innovino"

Non ci credo più" alla soluzione dei due Stati, uno ebraico e uno arabo per risolvere il conflitto israelo-palestinese. "E’ irrealizzabile. E’ una soluzione ingannevole e ipocrita e chi la difende non fa nulla per renderla concreta". Ad affermarlo all’Adnkronos è la giurista franco-palestinese Rima Hassan, presidente dell’Osservatorio dei campi di rifugiati (O-Cr), l’ong di cui è la fondatrice. "Per me la soluzione sarebbe quella di uno Stato binazionale in cui vengono riconosciute le specificità di ognuno (lingua, cultura, rappresentazione politica…) oppure una logica di Confederazione un po’ sull’esempio di quella elvetica. Poi chiaramente tocca ai politici, ai giuristi e ai diplomatici innovare" e trovare una soluzione sostenibile. Hassan, 31 anni è nipote di palestinesi rifugiati in Siria dopo la Nakba ( la ‘catastrofe’ in arabo), l’esodo forzato nel 1948 della popolazione palestinese .

Borrell: "Imporre la creazione dello Stato palestinese"

Il vicepresidente della Commissione europea e alto rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri, Josep Borrell, ha esortato oggi la "comunità internazionale" a "imporre dall'esterno" la creazione di uno Stato palestinese, nonostante il rifiuto di Israele alla soluzione dei due Stati. Lo ha affermato nel suo intervento per l'investitura a dottore honoris causa dell'Università di Valladolid, su proposta dell'Istituto di Studi Europei. Borrell ha messo in guardia sulla "spirale di odio che altrimenti continuerà per generazioni e generazioni". "Gli attori sono troppo in conflitto per poter arrivare autonomamente a un accordo", ha rilevato Borrell in successive dichiarazioni ai media, citato dall'agenzia Efe e ha esortato "il mondo arabo, Europa, gli Stati Uniti e l'intera Onu" ad "adottare la decisione di riconoscere uno Stato Palestinese," nonostante l'opposizione di Israele. Riguardo a una soluzione del conflitto mentre Benyamin Netanyahu è premier,  Borrell ha rilevato che "ovviamente il governo di Israele è un impedimento. Ma i governi passano", ha aggiunto. "Ciò che è importante è cosa considerino i cittadini da uno e dall'altro lato e le possibili soluzioni". 

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