Il premier israeliano ha parlato dei tre requisiti in un commento pubblicato sul Wall Street Journal. “Una volta che Hamas sarà distrutto, Gaza sarà smilitarizzata e la società palestinese inizierà un processo di deradicalizzazione, Gaza potrà essere ricostruita e le prospettive di una pace più ampia in Medi Oriente diventeranno realtà”, ha scritto. Nessun riferimento agli ostaggi
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Distruggere Hamas, smilitarizzare Gaza, deradicalizzare la società palestinese. Sono questi, secondo Benyamin Netanyahu, i tre “requisiti preliminari per la pace con i palestinesi a Gaza”. Il premier israeliano li ha elencati in un commento pubblicato sul Wall Street Journal (GUERRA HAMAS-ISRAELE, GLI AGGIORNAMENTI LIVE).
I tre requisiti per la pace secondo Netanyahu
Nell’articolo, Netanyahu ha spiegato: "Hamas deve essere distrutto, Gaza smilitarizzata e va fermata l'istigazione all'interno dell'Autorità nazionale palestinese" nei confronti di Israele. “Una volta che Hamas sarà distrutto, Gaza sarà smilitarizzata e la società palestinese inizierà un processo di deradicalizzazione, Gaza potrà essere ricostruita e le prospettive di una pace più ampia in Medi Oriente diventeranno realtà”, ha aggiunto. “Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania e molti altri Paesi sostengono l'intenzione di Israele di distruggere il gruppo terroristico. Per raggiungere questo obiettivo, le sue capacità militari devono essere smantellate e il suo dominio politico su Gaza deve finire”, ha detto ancora.
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Il futuro
Il primo ministro israeliano ha aggiunto che Israele rimarrà responsabile della sicurezza nella Striscia di Gaza nel "prossimo futuro". "L'aspettativa che l'Autorità palestinese smilitarizzi Gaza è un sogno irrealizzabile", ha scritto sul Wall Street Journal, spiegando che "per il prossimo futuro Israele dovrà mantenere la massima responsabilità in materia di sicurezza a Gaza". Netanyahu ha anche difeso l'operazione militare del suo Paese riguardo alle vittime civili nella Striscia - che secondo i funzionari sanitari locali sono oltre 20mila -, scrivendo che Israele distribuisce volantini e invia messaggi di testo per avvisare degli attacchi. Hamas, secondo il premier israeliano, si posiziona deliberatamente in aree civili.
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Gli ostaggi
Nell'intervento di Netanyahu sul Wall Street Journal non si fa alcun riferimento agli ostaggi ancora a Gaza e il loro ritorno non viene indicato come un prerequisito per la pace. Ieri il premier israeliano ha parlato in una seduta alla Knesset e, proprio sul tema ostaggi, è stato contestato. Le famiglie degli ostaggi hanno scandito "Ora, ora" in diversi momenti del discorso, mentre il primo ministro dichiarava che le forze israeliane avevano bisogno di "più tempo" per garantire il loro rilascio continuando le operazioni nel territorio palestinese. La guerra a Gaza “sarà lunga e non volge ancora al termine”, ha aggiunto Netanyahu. E ancora: “Anche se sulla stampa e alle televisioni locali emergono perplessità, noi non cessiamo di combattere. E approfondiremo i combattimenti anche nei prossimi giorni. Dobbiamo avere pazienza, restare uniti e perseverare nello svolgimento della nostra missione”.