Il 23 dicembre la Repubblica ceca ricorda le 13 vittime della strage compiuta dal 24enne David Kozak, che ha aperto il fuoco dopo essere salito sul tetto della facoltà di Filosofia e si è poi tolto la vita. Le prove balistiche indicano che il giovane è anche l'autore del doppio omicidio a Klanovice: la scorsa settimana ha ucciso una neonata con il padre. Nella sua casa è stato rinvenuto un ordigno artigianale. La madre del killer aveva informato la polizia che il figlio stava andando a suicidarsi
Sarà giornata di lutto nazionale in Repubblica ceca domani, sabato 23 dicembre, dopo la sparatoria avvenuta ieri all’Università Carlo di Praga dove il 24enne David Kozak è salito sul tetto della facoltà di Filosofia e ha aperto il fuoco uccidendo 13 persone e ferendone 25 (CHI SONO LE VITTIME). Il ragazzo si è poi tolto la vita davanti agli agenti intervenuti sul posto. Prima della strage era stato trovato il corpo senza vita del padre nella sua casa a una trentina di chilometri da Praga. Le prove balistiche hanno confermato che il giovane è anche l'autore del doppio omicidio di una neonata di due mesi e del padre di 32 anni, avvenuto la scorsa settimana nella foresta di Klanovice. "La perizia balistica ha dimostrato la corrispondenza dell'arma usata nella foresta di Klanovice con l'arma trovata nella casa di famiglia di Hostoun, dove abitava il killer dell'università", ha informato la polizia. Secondo il sito PrahaIn.cz, nella casa di Kozak è stato trovato un ordigno composto "da bombole, munizioni, materiale pirotecnico e sostanze chimiche", ha detto una fonte vicina alle indagini. "La cantina sembrava un bunker. La bottiglia era grande, aveva diversi cavi collegati ad essa, che conducevano ad altre apparecchiature. A mio parere, conteneva un sistema che avrebbe causato l'esplosione". La polizia ha identificato durante la notte le 13 vittime, tra i 25 feriti ci sono tre stranieri, nessuno di nazionalità italiana: lo ha confermato all'Ansa il Ministero degli Esteri ceco.
La madre del killer ha informato la polizia
Secondo le fonti di Lidovky.cz, sarebbe stata la madre del killer ad informare la polizia che il figlio stava andando all'università a suicidarsi. A quel punto la polizia ha avviato un'operazione di ricerca e ha sgomberato l'edificio universitario in via Celetna. Ma poi tutto è andato diversamente. Il ventiquattrenne studente di storia ha attaccato non la facoltà di Lettere ma un altro edificio, anch'esso appartenente alla stessa facoltà, in piazza Jan Palach. Il killer si era preparato a lungo portando nell'edificio di piazza Palach una quantità enorme di armi e munizioni. Tutte le armi erano registrate a suo nome e la polizia non aveva alcuna traccia di lui che potesse metterla in guardia sulle sue intenzioni. Si trattava di armi corte e lunghe, cioè pistole e fucili, tra cui un fucile a pompa e un silenziatore.
Ministro ceco: "Tra gli stranieri feriti due arabi e un olandese"
"Conosciamo l'identità di tutti i 14 morti. Si tratta di 13 vittime della strage, più il killer", ha detto il ministro dell'Interno Vit Rakusan alla tv ct24, aggiungendo che tra le vittime non ci sono stranieri, invece tra i 25 feriti ci sono due persone degli Emirati arabi e uno studente olandese. Il ministro ha anche confermato la versione della polizia secondo cui lo studente 24enne è con la "massima probabilità" responsabile del doppio omicidio avvenuto la scorsa settimana nella foresta di Klanovice alla periferia di Praga. La polizia è arrivata a questa conclusione sulla base delle prove trovate ieri pomeriggio nella casa di famiglia a Hostoun, nella regione di Kladno.
Italiana salva perché era il suo giorno libero
"È stato sconvolgente, se ieri non fosse stata la mia giornata libera avrei potuto essere anch'io tra le persone che per salvarsi si sono attaccate al cornicione dell'edificio. Una persona è morta perché è caduta da lì", racconta una professoressa italiana, Chiara Mengozzi, di Palmanova (Udine), al quotidiano friulano Messaggero Veneto. Professoressa di Italianistica, Mengozzi, 42 anni, da una decina d'anni vive a Praga, "città dove non mi sono mai sentita insicura". Mengozzi, ha riferito al Messaggero Veneto, lavora "al quarto piano dello stesso edificio della sparatoria, se non fosse stato che il giovedì non insegno sarei stata anch'io lì. I miei colleghi barricati nelle aule mi hanno contattata subito, ho trascorso la giornata al telefono".
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Misure di sicurezza e social monitorati
La polizia ceca ha fatto sapere di aver rafforzato le misure di sicurezza in tutto il Paese. "A partire da oggi, in tutto il Paese abbiamo adottato misure preventive intorno a soft target e scuole", si legge in una nota, nella quale si sottolinea di "non avere informazioni su alcuna minaccia specifica", ma le misure sono state decise come "il segnale che ci siamo e siamo pronti". Poi la polizia ha fatto sapere che dopo la sparatoria sta monitorando i social media, in particolare alcuni messaggi di persone che "sostengono di essere ispirate dal terribile atto" di Kozak e che "vogliono emularlo".
I messaggi sui social
"Si è trattato di un attacco violento premeditato", ha detto il capo della polizia Martin Vondrasek mentre già sui media si diffondevano le frasi di una sorta di diario scritto da Kozak nei giorni scorsi su Telegram, messaggi di cui la polizia sta verificando l’autenticità. "Mi presento, mi chiamo David e voglio fare una sparatoria a scuola e possibilmente suicidarmi - scriveva il ragazzo sui social - Ho sempre voluto uccidere, pensavo che sarei diventato un maniaco in futuro" ma "ho realizzato che era molto più conveniente fare una strage di massa invece di essere un serial killer". Poi diceva di ispirarsi ad Alina Afanaskina - una ragazzina russa di 14 anni che a inizio dicembre ha sparato a un compagno di classe, ferito altre cinque persone e poi si è sparata - e alla sparatoria in una scuola a Kazan, in Tatarstan, nel maggio 2021 quando furono uccise nove persone, tra cui sette studenti, e ferite più di 20. Già il 17 dicembre Kozak postava: "Odio il mondo e voglio lasciare quanto più dolore possibile".
I viaggi per Praga
Kozak aveva fatto almeno tre viaggi negli ultimi tempi a Praga in autobus con la custodia per la chitarra. Dentro probabilmente portava le armi. Lo ha detto agli investigatori una abitante di Hostoun che prendeva l'autobus per Praga tre volte alla settimana con lo studente. "Negli ultimi giorni viaggiava con la custodia della chitarra, cosa che non gli avevo mai visto fare prima. Ora credo di sapere perché e che probabilmente non portava con sé lo strumento musicale", ha detto la donna al sito seznam.cz.
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La strage
Ieri in mattinata dopo il ritrovamento del corpo del padre di Kozak la polizia, in allarme, ha evacuato un edificio dell'università dove alle 14.00 quello che era ancora un sospettato sarebbe dovuto andare per una lezione. Ma il ragazzo, che aveva stipato molte armi dentro l'ateneo, si è diretto in un altro edificio dove ha aperto il fuoco. Alle 15.20, ha spiegato il capo della polizia, è stato ritrovato il corpo dell'assassino sul cornicione dell'edificio. "Ci siamo chiusi in biblioteca e ci siamo nascosti sotto il tavolo. Siamo rimasti tutti zitti e abbiamo scritto alle nostre famiglie, alla polizia", ha raccontato sui social uno dei testimoni, spiegando che via mail la direzione della Facoltà di filosofia indicava agli studenti come muoversi e dove barricarsi.