Disinformazione, così la Russia sfrutta video di attori famosi per attaccare Zelensky

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Tommaso Spotti

Tommaso Spotti

Un report del Threat Analysis Center di Microsoft ha svelato la campagna in corso da luglio: messaggi autentici di attori noti inconsapevoli sono stati manipolati al fine di screditare il presidente ucraino, per essere poi diffusi sui social. A novembre un’altra operazione di disinformazione che sfrutta l’immagine di personaggi pubblici è stata lanciata su Facebook e X

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La Russia ha messo in campo una nuova strategia di disinformazione per colpire Volodymyr Zelensky: utilizzare in maniera distorta video-messaggi di celebrità, manipolandoli per far apparire il presidente ucraino come un tossicodipendente. A evidenziare questa nuova campagna, in corso da luglio 2023 a opera di soggetti allineati a Mosca, è un nuovo report pubblicato dal Threat Analysis Center di Microsoft, secondo cui questa operazione è allineata a una più ampia strategia del governo russo - messa in campo tra marzo e ottobre - per diminuire il supporto in favore di Kiev e rallentare l’avanzata dell’esercito ucraino. (GUERRA IN UCRAINA: LO SPECIALE)

I video manipolati di celebrità contro Zelensky

Come funziona questa nuova campagna di disinformazione? Secondo il report di Microsoft, ad alcuni inconsapevoli attori americani e altre celebrità sarebbe stato chiesto di inviare un video-messaggio a qualcuno di nome Vladimir, invitandolo a cercare aiuto per combattere la sua dipendenza. Per farlo sarebbero state utilizzate piattaforme quali Cameo, dove è possibile pagare per ricevere messaggi personalizzati da celebrità. Una volta ricevuti i video, questi sono stati modificati aggiungendo emoji, link e in alcuni casi loghi di media: una volta confezionati i contenuti manipolati, questi sono stati fatti circolare sui social per sostenere la falsa teoria secondo cui Zelenksy sarebbe tossicodipendente. Tra gli attori che appaiono in questi video, riporta ancora il report di Microsoft, ci sono Elijah Wood, Dean Norris, Kate Flannery, John McGinley, e anche personalità come Priscilla Presley e il musicista Shavo Odadjian. Il New York Times sottolinea che, sebbene i ricercatori di Microsoft non abbiano stabilito l’esatta fonte dei video manipolati, gli esperti che hanno analizzato il materiale ritengono che la campagna abbia i segni distintivi di precedenti operazioni dalla Russia. 

 

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Volti noti sfruttati per la propaganda russa

Secondo quanto riportato dalla BBC , in un caso i video sarebbero persino stati discussi durante un talk show russo di politica in prima serata. Cameo, riporta ancora il network britannico, ha fatto sapere che l’utilizzo dei suoi video nella proponga russa sarebbe una violazione delle linee guida della community: “Nei casi in cui tali violazioni siano accertate, Cameo rimuoverebbe i contenuti problematici e sospenderebbe l’account che l’ha acquistato”. Inoltre un portavoce di Elijah Wood ha sottolineato come l’attore stesse semplicemente rispondendo a una richiesta, e che il video “non era in nessun caso diretto a Zelensky e non aveva niente a che fare la Russia, l’Ucraina o la guerra”. Non è comunque la prima volta che volti e parole di personaggi famosi vengono manipolati per diffondere propaganda russa: come riportato da WIRED , un network di account pro-Russia ha lanciato una campagna di disinformazione su X e Facebook suggerendo falsamente che alcune celebrità - tra cui Taylor Swift, Beyoncé, Oprah, Gigi Hadid, Lady Gaga, Jennifer Lopez, Justin Bieber, Shakira, Gwyneth Paltrow e Cristiano Ronaldo - appoggerebbero la Russia: solo su Facebook la campagna, lanciata a novembre, avrebbe raggiunto almeno 7.6 milioni di persone. 

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La disinformazione e l’intelligenza artificiale

Due diversi gruppi di ricercatori nel campo della disinformazione - riporta ancora WIRED - credono che dietro a questa campagna ci sia un’operazione coordinata chiamata Doppelganger, già in passato collegata al Cremlino. Dal 2017 - riporta il New York Times - Doppelganger è stata collegata a diverse altre attività, come la creazione di falsi siti web che fingono di essere veri media in Europa e negli Stati Uniti. Secondo un gruppo di attivisti citato dal NYT, inoltre, i più recenti sforzi della Russia in questo campo sono stati rafforzati dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Un report pubblicato pochi giorni fa dall’Institute for Strategic Dialogue, un gruppo di ricerca che monitora l’estremismo online, afferma di aver scoperto un network di 64 account su X che sembrano usare contenuti generati dall’IA per criticare l’oppositore russo Aleksei Navalny e la sua organizzazione. E sebbene, si legge nel report, questi contenuti nel complesso appaiono “stranamente robotici”, viene sottolineato come “per molte persone che fanno ‘scrolling’ casualmente su piattaforme come X, il contenuto può facilmente passare come autentico”.

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