Migranti minori detenuti illegalmente a Taranto, la Cedu condanna l’Italia

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Il caso risale al 2017 ed era stato sottoposto alla Corte di Strasburgo dagli avvocati Marina Angiuli e Dario Belluccio per conto dell’Asgi. Il governo ora deve risarcire con 6.500 euro a testa i giovani migranti coinvolti, somma a cui si aggiungono i 4mila euro di spese legali. In ottobre l'esecutivo ha emesso un decreto che prevede alcune strette in merito all'accoglienza proprio dei minori

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La Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo (Cedu) ha condannato l’Italia per la violazione degli articoli 3, 5 e 13 della Convenzione. La decisione si riferisce a quando, nel 2017, il governo italiano ha trattenuto nell’hotspot di Taranto quattro migranti, minorenni non accompagnati, in una struttura per adulti sovraffollata e in critiche condizioni igienico-sanitarie, esponendoli al rischio di “trattamenti inumani o degradanti” (LO SPECIALE MIGRANTI).

Il decreto legge del 6 ottobre

Il caso era stato sottoposto alla Corte di Strasburgo dagli avvocati Marina Angiuli e Dario Belluccio per conto dell’Asgi, l'Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione. La sentenza arriva a ridosso del decreto legge del 6 ottobre 2023, n. 133, con cui l’esecutivo ha stabilito che i minori non accompagnati, se di età superiore ai 16 anni, possono essere accolti in centri di accoglienza straordinaria per adulti in caso di indisponibilità di posti. La decisione inserita in questo provvedimento, sottolinea Il Corriere della Sera, non è perciò connessa alla valutazione del superiore interesse del minore. 

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L’esecutivo deve risarcire i migranti coinvolti

La sentenza Cedu del 23 novembre obbliga il governo a risarcire con 6.500 euro a testa i giovani migranti coinvolti, somma a cui si aggiungono i 4mila euro di spese legali. Secondo l’Asgi inoltre è necessario interrogarsi anche in merito alla gestione proprio del centro di Taranto: “Nell’hotspot allestito su un parcheggio nel porto, completamente isolato dal contesto urbano e sociale locale, e assolutamente inadatto ad ospitare minori, attualmente ci sono 185 i minori stranieri trattenuti di fatto in assenza di ogni base legale e di vaglio giurisdizionale, alcuni addirittura da agosto”.

Il caso

I quattro, tutti del Ghana e nati nel 2000, erano arrivati sulle coste italiane il 22 maggio del 2017 dichiarando di essere minori. Tuttavia vennero comunque trasferiti nell'hotspot di Taranto - riservato solo agli adulti - dove rimasero fino alla metà luglio quando, in seguito a un primo intervento della stessa Corte di Strasburgo, vennero trasferiti in una struttura per minori. Nel condannare l'Italia per le condizioni in cui hanno vissuto nell'hotspot di Taranto la Corte si è basata sulle prove fornite dai quattro, tra cui delle fotografie che mostravano il sovraffollamento del centro - predisposto per ospitare 400 persone ma che in quel momento ne conteneva 1.419 - e le condizioni d'igiene inadeguate. Nella sentenza si evidenzia che il governo italiano non ha contestato questi dati, ma ha spiegato che il 22 e 26 maggio 2017 erano sbarcati due gruppi di migranti molto numerosi che comprendevano 202 minori e che questi arrivi massicci avevano reso la situazione particolarmente difficile da gestire.

 

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