Senzatetto in Uk, dallo "stile di vita" secondo Braverman al progetto di William
Mondo ©GettyLe dichiarazioni dell’ormai ex ministro dell’Interno Suella Braverman, che avrebbe voluto criminalizzare la distribuzione e l’utilizzo di tende per chi dorme all’addiaccio aveva suscitato un vespaio di polemiche. Davanti alla richiesta di ritrattare aveva rincarato invece la dose
E’ un fenomeno evidente, che non può sfuggire neanche ai più distratti: il numero di senzatetto per le strade di Londra è cresciuto in maniera sensibile. Specie intorno alle stazioni di treni e metropolitana, ma anche negli anfratti dei negozi, sulle panchine dei parchi, tra le impalcature delle case in manutenzione. E non nei quartieri più poveri, ma ovunque: a due passi dal Parlamento di Westminster, dai grandi magazzini Harrods, nei quartieri eleganti come South Kensington.
John Bird, da senzatetto ed ergastolano a Lord
“Oh, lì ero solito rubare”, mi dice Lord John Bird, e la sua è una straordinaria storia di resilienza e redenzione. E’ la storia di un essere umano che dopo essere cresciuto in uno slum di Notting Hill (ben prima che un celeberrimo film lo rendesse un quartiere trendy e contribuisse a una riqualificazione della zona), e dopo essere finito a dormire all’addiaccio e poi in carcere, ha fondato una rivista di strada, The Big Issue, venduta dagli homeless e distribuita ora, con nomi diversi, in 8 nazioni. Per i suoi meriti ora John Bird è barone e siede alla Camera dei Lord. Il suo sogno è quello di promuovere la nascita di un ministero per la prevenzione della povertà.
Braverman: Non voglio le nostre città finire come San Francisco
Ho incontrato Lord Bird per avere una sua opinione sulle ultime, incredibili dichiarazioni dell’ex ministro dell’Interno Suella Braverman, che, prima di essere licenziata dal primo ministro Rishi Sunak, avrebbe voluto rendere un crimine la distribuzione e/o l’utilizzo di tende come riparo per chi dorme per strada. “Le nostre città non possono diventare come San Francisco”, aveva spiegato la ministra. Subito era scoppiata la polemica, mal’ex numero uno dell’Home Office non aveva voluto ritrattare, anzi: aveva rincarato la dose definendo quella di dormire per strada una “scelta di vita” per molti.
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Pandemia e carovita hanno spinto migliaia per strada
“I dati che abbiamo raccolto mostrano in realtà che la maggior parte della gente che sta per strada lo è a causa di qualche disastro che gli è capitato: problemi di salute mentale, distruzione del nucleo familiare, separazioni e molte altre problematiche diverse”, spiega Lord Bird, che sottolinea come la combinazione della Pandemia e il carovita si siano dimostrati un mix micidiale per milioni di britannici. Secondo stime ufficiali, nel periodo tra l’aprile 2022 e marzo 2023 sulle strade di Londra hanno dormito all’addiaccio oltra 10mila persone. Il numero non solo continua a crescere di almeno un 20%, ma cresce anche in percentuale il numero di non sono mai stati homeless prima.
Numeri che crescono a livello esponenziale
“I numeri sono con ogni probabilità più alti di così. Dal governo di coalizione a guida conservatrice del 2010 c’è stato un incremento del 75% dei senzatetto. Non tutti finiscono per strada. Anzi, la maggior parte di loro sono “sofa surfer”, vivono stipati in camerate, stanno in alloggi temporanei”, aggiunge ancora il fondatore di The Big Issue”. Visione condivisa anche da Mick Clarke, ceo di The Passage, centro di aiuto per senzatetto. “A Londra assisteremo a un’emergenza, a una crisi sulle strade, in inverno. Per questo è scioccante sentire un ministro parlare in questa maniera, dopo aver registrato il più grande incremento di persone per strada da quando si è cominciato a registrare i dati”, dice Clarke.
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L’impegno di William sulle orme di Diana
The Passage ha il patrocinio del principe William che già 11enne frequentò questi locali con la madre Diana e che l’anno scorso è stato visto per strada vendere copie di The Big Issue. Un certo cinismo potrebbe portare a dire che uno dei più importati proprietari terrieri del Regno Unito - stando ad alcuni giornali sarebbe persino il più grande - poco c’entra con la realtà degli homeless e che ciò che l’erede al trono fa riguardo a questo tema (suo è il programma Homewards) sia tutto frutto di una operazione di pubbliche relazioni, per farsi vedere vicino ai sudditi.
“Dalle conversazioni che ho avuto col Principe William posso assicurare che questa non è una causa che scegli per curare l’immagine. Ci sono molte altre cause, più facili, che puntare a mettere fine a questo fenomeno”, risponde Clarke a questa osservazione. Della stessa opinione è anche Lord Bird, che non è un monarchico convinto. Penso che William sia piuttosto ossessionato dall’idea di fare qualcosa di sensato contro la povertà e la vita per strada.
“Visita questo posto regolarmente. La maggior parte delle volte viene qui e non ci sono telecamere. Durante il lockdown del novembre 2020 è venuto 3 volte in 4 settimane. Ma senza telecamere. Si è arrotolato le maniche e si è dato da fare”, conclude Clarke.
Il progetto Homewards
Homewards è forse il progetto più ambizioso dell’erede al trono: “Un programma quinquennale rivoluzionario che dimostrerà che è possibile porre fine al fenomeno dei senzatetto”, per usare le sue stesse parole. La Royal Foundation che lui presiede ha già stanziato 3 milioni di sterline - non molto, in realtà - come “capitale iniziale” da suddividere tra sei diverse località del Regno Unito (tre in Inghilterra, una in Galles, Scozia e Irlanda del Nord). L’obiettivo è quello di rendere gli episodi dei senza dimora “rari, brevi e non ripetuti” grazie alla costruzione di edilizia popolare.
Ha scritto il Principe in una delle ultime edizioni di “The Big Issue”: “Anche se posso sembrare uno dei più improbabili sostenitori di questa causa, ho sempre creduto nell'uso della mia piattaforma per aiutare a raccontare queste storie e portare attenzione e azione a coloro che stanno lottando”. Da quando Carlo è salito al trono, ha ereditato anche il Ducato di Cornovaglia (130mila acri di terra). Qui William vorrebbe dare spazio all’edilizia popolare. In un’intervista al Times ha dichiarato di voler “iniziare in piccolo” con la costruzione di alloggi sociali sul suo terreno, per poi ampliare il progetto se funziona. “La cosa fondamentale è renderlo sostenibile”, ha dichiarato al Sunday Times. Vedremo col tempo se e come le buone intenzioni si tradurranno in un successo reale.