Guerra Israele-Hamas, Netanyahu contro l'Onu: "Ha attaccato Israele invece di Hamas"

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Il premier israeliano, nel corso di un’intervista alla Cnn, ha ribadito che risponderà alle domande sulla sua responsabilità nella guerra solo dopo aver vinto: "La gente ha chiesto qualcosa a Franklin Roosevelt dopo Pearl Harbor? O a George W. Bush dopo l'11 settembre?". Poi alla Nbc riferisce di aver offerto carburante all'ospedale di Shifa, ma che le forniture sono state rifiutate. La battaglia contro Hamas, dice, è lo scontro fra “civiltà e barbarie” 

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Con la situazione sul campo in costante evoluzione, abbiamo deciso di raccogliere qui alcune informazioni che permettano di farsi un'idea del contesto più ampio attraverso mappe, schede e approfondimenti.

 

"Potrebbe esserci" un accordo per liberare gli ostaggi detenuti da Hamas. Lo ha detto Benjamin Netanyahu in un'intervista al programma Meet the Press della Nbc. Il premier israeliano ha spiegato che prima che iniziassero le operazioni di terra a Gaza nessuna intesa era possibile ma che le cose sono cominciate a cambiare in seguito (GUERRA ISRAELE-HAMAS: GLI AGGIORNAMENTI LIVE - LO SPECIALE).

"Israele ha offerto carburante all’ospedale di Shifa, lo hanno rifiutato"

"Abbiamo offerto il carburante all'ospedale di Shifa di Gaza, ma loro lo hanno rifiutato", ha aggiunto Netanyahu nel corso dell'intervista. Su questo tema è poi intervenuto un portavoce militare secondo cui questa mattina soldati israeliani sono arrivati all'ingresso dell'ospedale e lì hanno depositato il carburante, 300 litri di carburante per "urgenti fini medici", ma Hamas ha impedito al personale della struttura di prenderli. L'esercito ha anche diffuso la registrazione di una conversazione tra un ufficiale israeliano e un responsabile dell'ospedale secondo cui Yosef Abu Rish, direttore generale del ministero della Sanità, ha impedito al nosocomio di prendere il carburante.

approfondimento

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"Civiltà contro barbarie"

Interpellato anche dalla Cnn, Netanyahu ha riferito che cento pazienti sono stati evacuati dall'ospedale di Al-Shifa. "Stiamo aiutando i pazienti ad andarsene creando corridoi sicuri. Vogliamo tutti i civili al sicuro", ha sottolineato all’emittente americana. “Israele sta facendo il possibile per evitare vittime civili. Ogni vittima civile è una tragedia". E ha proseguito: “Con Hamas nessuno di noi avrà un futuro. È la battaglia della civiltà contro la barbarie. Il nostro primo obiettivo è distruggere Hamas, il secondo liberare gli ostaggi". 

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"L'Onu attacca Israele invece di Hamas"

Netanyahu alla Cnn ha inoltre fatto riferimento alle posizioni espresse dal Onu sul conflitto: "Il segretario generale dell'Onu ha criticato Israele invece di quei selvaggi di Hamas. Vorrei che la comunità internazionale ci supportasse e attaccasse il male puro che rappresenta Hamas". Alla fine di ottobre, l’assemblea Generale ha approvato la bozza di risoluzione presentata dalla Giordania a nome degli Stati arabi: era concentrata sulla tregua a Gaza e sulla necessità di garantire l'ingresso degli aiuti, impedendo lo sfollamento forzato. Il segretario generale Antonio Guterres ha inoltre lanciato l’allarme sulle difficili condizioni in cui si trovano gli abitanti della Striscia: “Le leggi di guerra prevedono la protezione dei civili e l'esercito israeliano non lo sta facendo a Gaza. Dai numeri delle vittime civili è evidente che questo non sta succedendo".

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 “Le mie responsabilità? Dopo la vittoria su Hamas”

Il premier israeliano ha poi ribadito che risponderà alle domande sulla sua responsabilità nella guerra contro Hamas solo dopo aver vinto. "La gente ha chiesto qualcosa a Franklin Roosevelt dopo Pearl Harbor? O a George W. Bush dopo l'11 settembre?", ha detto sempre nel corso dell' intervista alla Cnn. "Ci sarà tempo per farmi domande difficili, ora dobbiamo tenere il Paese unito con un solo scopo. Ho creato un governo di unità nazionale, Il Paese è unito come mai prima d'ora. Risponderò a tutte le domande che verranno poste, compresa la responsabilità, dopo la guerra. Ora concentriamoci sulla vittoria. Questa è la mia responsabilità".

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