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Israele, a Sky TG24 il racconto di una sopravvissuta al raid del rave party. VIDEO

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Gianluca Ales

Gianluca Ales

"Non c'erano rifugi quindi alcuni di noi si sono sdraiati a terra, altri invece hanno incominciato a correre. Non sapevamo cosa fare", racconta una ragazza che era al festival "Supernova", nel deserto del Negev, attaccato dai terroristi di Hamas

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"La musica si è fermata e all'inizio pensavamo che ci fosse un problema con la corrente". Lo racconta, a Sky TG24, una ragazza sopravvissuta all'attacco di Hamas al rave party nel deserto del Negev, sabato 7 ottobre. "Non c'erano rifugi quindi alcuni di noi si sono sdraiati a terra, altri invece hanno incominciato a correre. Non sapevamo cosa fare. Avevamo bevuto, fumato, eravamo indifesi, scioccati e spaventati. Ho deciso che dovevamo scappare, con la macchina" (GLI AGGIORNAMENTI LIVE - LO SPECIALE DI SKY TG24).

"Pregavamo solo che i terroristi non ci raggiungessero"

Il racconto della giovane prosegue così: "Ho preso le chiavi del mio amico e gli ho chiesto di poter guidare, e siamo tutti entrati in macchina e abbiamo inziato a guidare come pazzi". "Abbiamo cercato di andare in una direzione", continua la ragazza, "ma i terroristi hanno iniziato a spararci addosso e quindi abbiamo dovuto fare velocemente inversione". "Ovunque andassimo, sentivamo le persone uralre, e i terroristi venire verso di noi, iniziare a spararci, li vedevamo che correvano verso di noi, altri erano in macchina, altri avevano enormi armi puntate contro di noi". A quel punto, i ragazzi hanno capito di "essere bersagli mobili", così "siamo rimasti in silenzio, io e altri tre amici". "Potevamo sentire gli spari sopra di noi, molto vicini, e i missili, e i terroristi che parlavano tra di loro in arabo, e potevamo sentire i nostri amici israeliani che uralvano, non sapevamo se fossero stati rapiti, uccisi, non sapevamo chi fossero, pregavamo solo che non ci raggiungessero".

Il salvataggio dopo 6 ore

"Abbiamo cercato di chiamare la poliza per tanto tempo e cercato di chiamare le nostre famiglie per dire loro che le amavamo, perché non pensavamo di farcela". Dopo 6 ore "due persone, due angeli, sono venuti a salvarci". Uno di loro "ora è morto, però, perché è stato ucciso, qualche giorno dopo mentre cercava di salvare sempre più sopravvissuti". "Non mi sento più viva", conclude la ragazza.

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