Fanteria e forze corazzate stanno perquisendo l'area alla ricerca di prove. Hezbollah: "Colpiremo al momento giusto". Cominciato l'esodo da Gaza City dopo che l'esercito israeliano ha ordinato l'evacuazione della Striscia entro 24 ore. Il presidente palestinese: è come l'esodo del 1948. Il ministero dell'Interno di Hamas ha invece invitato la popolazione del Nord a non muoversi dalle case". Reporter ucciso nel sud del Libano. Sabato mattina nuovo Comitato sicurezza al Viminale
Israele, incursioni di terra a Gaza in cerca ostaggi
Il portavoce dell'esercito israeliano (Idf) ha affermato che nell'ultimo giorno l'esercito ha effettuato raid locali all'interno della Striscia di Gaza lungo il confine per completare l'allontanamento dei terroristi dall'area e per cercare gli ostaggi. La fanteria e le forze corazzate hanno perquisito l'area alla ricerca di prove che potessero aiutare nello sforzo di localizzare i dispersi. Hanno anche distrutto le infrastrutture terroristiche e le cellule terroristiche trovate nell'area, inclusa una cellula di Hamas che ha lanciato missili anticarro sul territorio israeliano. Inoltre, l'aeronautica israeliana ha continuato i suoi attacchi aerei su obiettivi di Hamas nella Striscia di Gaza e su lanciarazzi.
Medici e pazienti resteranno in ospedale Shifa a Gaza
"Medici, pazienti e personale sanitario non si sposteranno dall'ospedale di Shifa perchè non possono farlo". Lo dice all'ANSA Lucia Elmi, la rappresentante speciale Unicef per lo Stato della Palestina che in questo momento si trova a Gerusalemme. "Ho parlato con dei colleghi che lavorano per il ministero della Sanità a Gaza, i medici, i direttori dei più grandi ospedali compreso quello di Shifa, con cui l'Unicef lavora per i reparti di neonatologia, ci hanno detto che non riescono a spostare i malati, i bambini che sono nelle incubatrici, le partorienti e hanno deciso di rimanere li. Ci hanno fatto delle telefonate disperate".
Egitto, l'evacuazione da Gaza è una grave violazione dei diritti
L'Egitto ha definito una "grave violazione delle norme del diritto umanitario internazionale" la decisione di Israele di fare evacuare tutti i civili da Gaza nel sud, precisando che questa misura "rischia di lasciare più di un milione di cittadini palestinesi e le loro famiglie senza casa, in circostanze umanitarie e di sicurezza pericolose e dure". In una nota il ministero degli Esteri del Cairo "ha invitato il governo israeliano ad "astenersi dall'adottare tali misure d'escalation", poiché "causeranno gravi conseguenze per la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza". Il Cairo ha poi "invitato il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ad assumersi le proprie responsabilità" e a "intervenire per prevenire un'ulteriore escalation".
Israele, abitanti Gaza si spostino a Sud entro le 20
Il portavoce in lingua araba dell'esercito israeliano (Idf), Avichay Adraee, ha annunciato che i palestinesi hanno tempo fino alle 20:00 localo (le 19:00 in Italia) per spostarsi a Sud di Wadi Gaza, indicando che l'esercito si sta preparando per un'operazione di massa nel Nord della Striscia di Gaza. Lo riporta il Times of Israel. L'Idf inizialmente aveva informato i palestinesi a mezzanotte tra ieri e oggi che avevano 24 ore per evacuare. "Se sei preoccupato per te stesso e per i tuoi cari, dovresti andare a sud secondo le nostre istruzioni. Siate certi che ai leader di Hamas interessa solo proteggere se stessi", twitta Adraee.
Hezbollah rivendica attacchi a obiettivi israeliani
Hezbollah ha diffuso un comunicato in cui rivendica gli attacchi a quattro siti israeliani. "In risposta agli attacchi israeliani di questo venerdì pomeriggio nei pressi di alcune città del Libano meridionale - si legge nel comunicato -, i mujaheddin della Resistenza islamica hanno attaccato i seguenti siti israeliani: Al-Abad, Miskvam, Ramia e Alam".
Al Jazeera, un reporter ucciso da fuoco Israele in Libano
Il capo di Al Jazeera, citato da Haaretz, ha fatto saper che un reporter è stato ucciso, e altri tre feriti, dal fuoco di Israele nel sud del Libano.
Von der Leyen: "più atroce attacco a ebrei da Olocausto"
"L' obiettivo" di Hamas "è sradicare la vita ebraica dalla terra e sono passati all'azione. Questo è l'attacco più atroce contro gli ebrei dai tempi dell'Olocausto. Pensavamo che non sarebbe mai più potuto accadere, eppure è successo. Di fronte a questa tragedia indicibile, c'è solo una risposta possibile: L'Europa è al fianco di Israele. E Israele ha il diritto di difendersi. Anzi, ha il dovere di difendere il suo popolo". Lo ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen incontrando il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Kiev: 'Almeno undici le vittime ucraine in Israele'
Almeno 11 cittadini ucraini sono stati uccisi nell'attacco di Hamas contro Israele dello scorso fine settimana. Lo ha riferito il portavoce del ministero degli Esteri Oleg Nikolenko in un commento a Rbc-Ucraina. "Il ministero degli Esteri ucraino può confermare la morte di undici ucraini in Israele. Altri nove cittadini sono ancora dispersi", ha dichiarato Nikolenko. In precedenza era stato riferito che sette ucraini erano stati uccisi e che nove erano rimasti feriti. È stato inoltre riferito che l'Ucraina sta già preparando un volo di evacuazione per i suoi cittadini da Israele alla Romania (GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SEGUI GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA).
Operatore Caritas a Gaza: 'Noi non ce ne andremo mai'
"Noi rimaniamo nella chiesa e non ce ne andremo mai. Sia che sopravviviamo, sia che moriamo, resteremo". Lo dice Goerge Anton, direttore amministrativo di Caritas a Gaza in una intervista al portale 'Interris'. Al momento ci sono 180 persone ospiti nei locali della parrocchia cattolica della Sacra Famiglia che si trova nell'area che l'Esercito israeliano ha chiesto di evacuare. Ma la gente arriva sempre più perché le famiglie non sanno cosa fare. "Questa terra è nostra - continua Anton -. Siamo cattolici, ma siamo anche palestinesi e soffriamo di questa situazione. Non abbiamo più materassi e coperte. Comincia a farsi sentire la mancanza di acqua, di cibo e di carburante e abbiamo iniziato a razionarne l'uso". Una situazione che sta peggiorando sempre più. Nella sua attività con Caritas, Anton seguiva, fino all'inizio dell'assedio, progetti in zone molto povere, dove mancano risorse e servizi essenziali, come a Rafah dove è presente un solo piccolo ospedale e dove in diversi posti manca l'acqua potabile, obbligando la gente a percorrere chilometri per andare a comprarla. "Dio non ci lascerà mai soli", confida l'operatore della Caritas.
Tajani, centinaia di tank pronti ad intervenire a Gaza
La situazione è molto complicata, è ovvio che c'è una grande concentrazione di truppe israeliane ai confini con la Striscia di Gaza. Ne ho visti tantissimi, centinaia di carri armati, quindi uomini pronti a intervenire. Ma l'evacuazione è in corso". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani a Cinque minuti in onda stasera dopo la missione in Israele di oggi
Tajani: centinaia di tank pronti ad intervenire a Gaza
"La situazione è molto complicata, è ovvio che c'è una grande concentrazione di truppe israeliane ai confini con la Striscia di Gaza. Ne ho visti tantissimi, centinaia di carri armati, quindi uomini pronti a intervenire. Ma l'evacuazione è in corso". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani a Cinque minuti in onda stasera dopo la missione in Israele di oggi.
Kfar Aza mostrate a von der Leyen e Metsola foto massacri
"Siamo qui per mostrare la nostra solidarietà, una solidarietà universale, di fronte a un atto brutale". Lo ha detto la presidente dell'Eurocamera Roberta Metsola in visita, con la presidente della Commissione, al villaggio di Kfar Aza, teatro di uno dei massacri di Hamas. Nel corso della visita i militari israeliani hanno mostrato alcune foto delle brutalità commesse sui civili israeliani. Von der Leyen e Metsola sono state a lungo nel kibbutz, come si vede dalle immagini pubblicate dai canali ufficiali dell'Ue. Accompagnate dai militari israeliani hanno visitato alcune delle case distrutte dell'insediamento, prima di lasciare Kfar Aza.
Fonti Libano: 'Situazione molto pericolosa, Iran deciderà cosa farà Hezbollah'
Si tratta di una "situazione molto pericolosa" quella del Libano, "il timore è il peggio" e "tutto è possibile". Parlano così con l'Adnkronos fonti informate libanesi nel giorno in cui è a Beirut il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian. Ha incontrato il premier Najib Miqati, ma anche il numero uno di Hezbollah, Hasan Nasrallah. "Uno sparo nel sud del Libano finirebbe per coinvolgere il Paese nella guerra a Gaza" e "non ci devono essere errori", dicono le fonti dopo l'attacco di sabato scorso di Hamas in Israele e la risposta israeliana con i bombardamenti nella Striscia di Gaza, controllata da Hamas. Mentre - osservano, precisando di "non avere informazioni" e che si tratta solo di "un'analisi" - l'Iran "sta cercando di fermare la normalizzazione tra Israele e Arabia Saudita".
Nuovo scontro tra Israele e Libano al confine
Nuovo scontro tra Libano e Israele. L'esercito israeliano ha annunciato di aver poco fa "identificato colpi dal territorio libanese verso Israele" e "sta attualmente rispondendo con colpi di artiglieria e di tank verso la fonte dei colpi".
Israele: il parroco di Gaza, 'ordine evacuazione, dove andremo?'
Mentre il nord di Gaza sta con tutta probabilità per diventare teatro di operazioni di guerra, il parroco della piccola comunità cattolica di Gaza City, padre Gabriel Romanelli, prova a lanciare un ultimo, disperato appello a ritirare l'ordine di evacuazione: a trasferirsi verso sud dovrebbe essere "oltre un milione di persone - spiega al Sir, l'agenzia dei vescovi - che dovrebbero mettersi in marcia e abbandonare tutto. Anche i nostri cristiani. Tutte le strutture ecclesiali sono a Gaza City. Mi riferisco ai locali parrocchiali, alla chiesa, alle nostre scuole, a quella delle suore del Rosario, al Centro san Tommaso d'Aquino, alla Caritas, alla chiesa degli ortodossi". "Come facciamo a sgomberare - aggiunge -, dove porteremo tutta la nostra gente? Dove porteremo i malati, i disabili, gli anziani, i bambini. Al sud non c'è niente. La gente sta pregando, è disperata". Tra i singhiozzi prova a far arrivare, sempre tramite il Sir, la sua voce direttamente al Papa, anche suor Nabila Saleh, preside della scuola patriarcale delle suore del Rosario: "Noi non siamo cani da bastonare! Abbiamo anche noi i nostri diritti, non solo sulla carta. Dov'è la comunità internazionale? I diritti valgono solo per gli altri e non per noi che siamo rinchiusi qui dentro? Non è giustizia! Non c'è umanità, non c'è rispetto. La gente di Gaza non ha nulla, dove potrà mai andare e avere un rifugio?". "Prego il Santo Padre che faccia sentire la sua voce - si appella -. Qui siamo alla disperazione totale. Abbiamo paura e più che gridare non possiamo. Ma c'è qualcuno che ci ascolta?".
Francia: un altro radicalizzato fermato con un coltello
Allerta altissima in Francia, dove un altro schedato "S" per radicalizzazione, un giovane di 24 anni, è stato fermato all'uscita da una sala di preghiera a Limay, nella banlieue di Parigi. Aveva con sé un coltello da cucina e si apprestava ad entrare in una scuola. L'uomo, sorvegliato a vista dalla polizia, è stato fermato per possesso di arma impropria mentre si avvicinava al liceo Condorcet, secondo fonti di Bfm. Si tratta di un uomo di nazionalità francese, noto per la sua radicalizzazione.
Blinken al Qatar, pressione su Hamas per liberare ostaggi
Il segretario di stato Usa Antony Blinken ha incontrato lo sceicco a Doha l'emiro Tamim ibn Hamad Al Thani per discutere l'attuale conflitto e gli sforzi del Qatar per persuadere Hamas a rilasciare gli ostaggi israeliani. Lo riferiscono i media.
Macron: colpiti dalla barbarie del terrorismo islamico
"La Francia è ancora una volta colpita dalla barbarie del terrorismo islamico": queste le prime parole del presidente francese, Emmanuel Macron, all'uscita dal liceo Gambetta di Arras, dove ha reso omaggio alla salma del professore ucciso da un giovane ceceno che ha inneggiato ad Allah Akbar. Si è trattato "di un assassinio selvaggio e vile", ha sottolineato Macron, ricordando la decapitazione di un altro professore, Samuel Paty, 3 anni fa nella banlieue di Parigi.
Egitto e Giordania premono su Israele per consentire passaggio aiuti a Rafah
Funzionari giordani ed egiziani stanno esercitando "pressioni diplomatiche e politiche sul governo israeliano per consentire il passaggio in sicurezza degli aiuti a Gaza attraverso il valico di Rafah". A dichiararlo alla Cnn è stato un alto funzionario giordano. Un aereo carico di aiuti medici per Gaza in arrivo dalla Giordania è atterrato ieri nella città egiziana di Arish, a circa 45 chilometri dal valico di Rafah per Gaza.Gli aiuti sono stati caricati su camion della Mezzaluna Rossa egiziana che non sono ancora riusciti ad avanzare verso il confine, secondo la fonte. Mentre il lato egiziano del confine è aperto - ha proseguito - il lato palestinese è 'non funzionante', a seguito di numerosi attacchi aerei israeliani che hanno preso di mira la zona all’inizio di questa settimana". "Giordani ed egiziani stanno aspettando il nulla osta sulla sicurezza dagli israeliani per consentire ai camion di attraversare senza la minaccia di un altro attacco aereo", ha spiegato la fonte. "Inoltre, le strade che entrano a Gaza dal valico di frontiera sono danneggiate e necessitano di manutenzione in modo che i camion siano in grado di passare". Un dipendente palestinese che lavora sul posto ha riferito all'emittente che il confine di Rafah con l'Egitto è ancora chiuso, tre giorni dopo un attacco aereo israeliano. "Nessun dipendente sta lavorando al momento, e l'edificio principale è danneggiato dopo essere stato colpito dagli israeliani tre giorni fa". "Il confine è chiuso a causa di problemi di sicurezza e per paura di un altro attacco aereo", ha dichiarato. "Gli egiziani non ci hanno dato l'ordine di aprire il passaggio tra il lato palestinese del confine e il lato egiziano".
Von der Leyen e Metsola nel rifugio per l'allarme a Tel Aviv
La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, quella del parlamento europeo Roberta Metsola e il presidente israeliano Isaac Herzog hanno dovuto interrompere il loro incontro a Tel Aviv per mettersi al riparo con le loro delegazioni in un rifugio durante l'allarme anti-aereo.