I parenti di Philip Paxson sostengono che la colpa della tragedia sia stata del navigatore. Dopo il crollo nel 2013 i residenti avevano ripetutamente contattato l’azienda per far modificare le mappe online
Un padre di famiglia americano è annegato dopo essere caduto con la sua auto da un ponte crollato tempo prima. La famiglia ha fatto causa e l’azione legale potrebbe entrare nella “storia". Secondo i parenti Philip Paxson è morto perché Google non ha aggiornato le sue mappe. Così hanno fatto causa al colosso tecnologico, sostenendo che ci sia stata negligenza da parte del motore di ricerca. I fatti risalgono al settembre del 2022, quando Paxson è morto dopo aver tentato di attraversare un ponte gravemente danneggiato in un sobborgo di Hickory, nella Carolina del Nord. Un portavoce di Google ha detto che la società sta esaminando con estrema attenzione le accuse. Del caso si sta occupando il tribunale civile della contea di Wake.
I vandali avevano rimosso le segnalazioni
Il giorno dell'incidente Philip Paxson stava guidando nell'oscurità e sotto la pioggia, seguendo le indicazioni ormai obsolete di Google. Infatti il tratto di strada incriminato era chiamato dagli abitanti della zona il “Ponte verso il nulla”. Dopo il crollo del ponte nel 2013, secondo quanto si sostiene nella causa contro "Big G" i residenti avevano ripetutamente contattato l’azienda per far modificare le mappe online. Ma è da accertare come vennero fatte tali segnalazioni. Secondo il quotidiano locale Charlotte Observer, le barriere che impedivano fisicamente l'accesso alla strada, che erano state in principio posizionate all'ingresso del ponte, erano assenti a causa di ripetuti atti vandalici.