Russia, crolla il rublo. Banca centrale aumenta i tassi d'interesse al 12%

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L’istituto ha aumentato il tasso di interesse di riferimento al 12% dall'8,5% precedente, dopo aver convocato una riunione straordinaria nella giornata di oggi, per affrontare la questione della svalutazione del rublo. "Questa decisione è stata presa per limitare i rischi per la stabilità dei prezzi", ha dichiarato la Banca centrale in un comunicato. Ieri il dollaro ha sfondato la barriera psicologica dei 100 rubli e l'euro quella dei 110 rubli

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La Banca centrale russa alza il suo tasso di riferimento al 12%, all'indomani dalla caduta a picco del rublo. La decisione di aumentare il suo tasso di interesse chiave al 12% dall'8,5% precedente "è stata presa per limitare i rischi per la stabilità dei prezzi", ha dichiarato l’istituto in un comunicato diffuso dopo aver convocato una riunione straordinaria questa mattina. La Banca di Russia ha quindi scelto di aumentare il tasso di riferimento di 15 punti base al 12% dall'8,5% annuo. L’obiettivo è riportare l'inflazione al 4% nel 2024 e stabilizzarla vicino al 4% in futuro. La mossa servirà, almeno in parte, ad arginare la caduta libera del rublo: a seguito del calo delle entrate dalle esportazioni di energia la valuta russa, dopo avere subito una caduta nelle ultime settimane, ha toccato ieri i livelli più bassi dal marzo del 2022, poco dopo l'inizio dell'operazione militare russa in Ucraina (LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI). II dollaro ha sfondato la barriera psicologica dei 100 rubli e l'euro quella dei 110 rubli. La Banca centrale russa ha anche avvertito che un nuovo ulteriore aumento dei tassi è possibile se i rischi di inflazione aumentano.

Le critiche del consigliere di Putin

Dopo l'annuncio ieri il dollaro è sceso sotto i 99 rubli e l'euro sotto i 108. Ma non si può certo dire che l'allarme sia cessato. E a confermare il clima di nervosismo sono le critiche espresse dal consigliere economico del presidente Vladimir Putin, Maxim Oreshkin, nei confronti dell'istituto centrale guidato da Elvira Nabiullina, che lo scorso anno era stata salutata come l'artefice del salvataggio delle finanze russe di fronte alle sanzioni senza precedenti imposte dai Paesi occidentali. "La causa principale dell'indebolimento del rublo e dell'accelerazione dell'inflazione è una politica monetaria morbida", ha affermato Oreshkin in un'intervista all'agenzia Tass. "Un rublo debole complica la trasformazione strutturale dell'economia e ha un effetto negativo sul reddito reale della popolazione".

La guerra in Ucraina e l’andamento del rublo

"È nell'interesse dell'economia russa avere un rublo forte", ha concluso Oreshkin. Ma la Banca di Russia ha spiegato che l'indebolimento della moneta nazionale è provocato dalla forte riduzione del surplus delle partite correnti. In particolare a pesare è la riduzione dei prezzi di petrolio e gas, principale fonte di guadagno dall'estero, e un aumento delle importazioni. A partire dall'attacco all'Ucraina, nel febbraio del 2022, il rublo ha seguito un corso altalenante. Dapprima crollando fino a quota 120 rispetto al dollaro, poi riprendendosi durante l'estate dello stesso anno fino a raggiungere i massimi livelli degli ultimi 7 anni, grazie agli altissimi prezzi dell'energia e agli interventi della Banca centrale, che ha innalzato il tasso di interesse fino al 20% e ha posto severi controlli sui capitali. Infine, dall'inizio di quest'anno, la moneta nazionale si è nuovamente indebolita di circa il 25%.

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