L'attivista ed ex studente dell'università di Bologna, rimasto in Egitto per tre anni - 22 mesi trascorsi in carcere e altri 19 a piede libero ma con divieto d'espatrio -, condannato e poi graziato dal presidente al-Sisi, ha parlato della situazione del suo Paese: "Negli ultimi anni non era così buona a livello di diritti umani". E sulla sua sicurezza nel Paese africano ha detto: "Non temo per la mia incolumità. Non ho mai avuto paura, neanche prima, non credevo potesse succedere, poi è accaduto"
In Egitto "la situazione negli ultimi anni non era così buona a livello di diritti umani". A dirlo è Patrick Zaki che, intervistato a Sky TG24, ha ricordato: "Moltissimi sono detenuti". L'attivista ed ex studente dell'università di Bologna - dopo aver passato 22 mesi in carcere e altri 19 a piede libero ma con divieto di espatrio perché accusato di diffusione di notizie false in un articolo - era stato condannato dal tribunale egiziano a 3 anni, ma ha ricevuto la grazia presidenziale.
Zaki: "Abbiamo ancora tantissimi prigionieri che devono essere liberati"
"Oggi, speriamo che dopo la grazia che è stata concessa a me da parte del governo egiziano, ci possano essere altri episodi simili e più consapevolezza (sulla situazione, ndr) dei prigionieri politici", ha continuato Zaki. "Abbiamo ancora tantissimi prigionieri che devono essere liberati - ha aggiunto - speriamo che la società civile egiziana e la scena politica in Egitto riescano a diventare più aperte nei prossimi tempi. Ci aspettiamo che vengano liberati più prigionieri politici, che ci sia più libertà per la stampa e per gli accademici".
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Zaki: "Riprenderò come attivista per i diritti politici"
"Da quando ho iniziato 8 anni fa con la mia carriera, riprenderò come attivista per i diritti politici. Quando facevo il master stavo lavorando a questi livelli per difendere le persone in tutto il mondo soprattutto nel mio Paese - ha detto Zaki - e adesso anche cercherò di lavorare in Egitto e in Italia". Alla domanda se teme per la sua incolumità in Egitto, Zaki ha risposto di non ritenersi in pericolo: "È un capitolo che si è chiuso, non temo per la mia incolumità. Non ho mai avuto paura, neanche prima, non credevo potesse succedere, poi è accaduto". Sul suo futuro l'ex studente ha affermato di voler ricominciare la carriera di ricercatore "e difendere dei diritti, perché non è sempre facile essere accettati in questo ruolo. A essere onesti, se ci sarà l'opportunità, più in là, se penso di trovarmi in una posizione per poter aiutare gli altri attivisti per i diritti umani, non escludo che possa accadere" di entrare in politica.