Confermata la condanna a Trump per abuso su Jean Carroll: dovrà pagare 5 mln di dollari

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Un giudice federale ha confermato il verdetto della giuria che, lo scorso maggio, aveva condannato il tycoon a pagare 5 milioni di dollari alla sua accusatrice. Gli avvocati dell'ex presidente avevano chiesto di ridurli a meno di un milione o di istruire un nuovo processo, sottolineando che la giuria aveva concluso non per lo stupro ma per un più generico abuso sessuale

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Donald Trump è stato condannato a pagare 5 milioni di dollari a Jean Carroll, scrittrice che lo ha accusato di stupro. Lo ha deciso il giudice federale Lewis A. Kaplan, confermando il verdetto emesso dalla giuria a maggio e respingendo la tesi dell'ex presidente. Secondo Trump, la somma sarebbe eccessiva e la giuria lo avrebbe scagionato dall'accusa di aver stuprato Carroll nel camerino di un centro commerciale di lusso negli anni '90. Secondo Kaplan, invece, l'ammontare dei danni compensativi e punitivi per abuso sessuale e diffamazione è ragionevole. 

Il processo per abuso sessuale

Gli avvocati del tycoon avevano chiesto di ridurre l'ammontare della somma da pagare a meno di un milione o di istruire un nuovo processo, sottolineando che la giuria ha concluso non per lo stupro ma per un più generico abuso sessuale. Il magistrato ha tuttavia precisato che la decisione della giuria è legata al fatto che l'accusatrice non ha potuto dimostrare lo stupro in base alla descrizione della legge penale di New York, che è tecnicamente più restrittiva di quella comunemente intesa, o definita in alcuni dizionari e in alcune leggi federali. Prima dell'arrivo della sentenza, a un incontro con i suoi sostenitori in Iowa, l'ex presidente Usa ha dichiarato: "Ogni volta che i sondaggi mi danno in vantaggio su Biden, la giustizia mi attacca. Non è mai successo nella storia degli Stati Uniti".

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L’accusa di Jean Carroll

Il processo in corso a New York è iniziato a seguito dell’accusa di Jean Carroll, che ha raccontato di essere stata aggredita sessualmente da Donald Trump nei camerini di un grande magazzino Bergdorf Goodman nella Grande Mela nel 1996. La donna sostiene di essere anche stata diffamata dal Tycoon con un post sul suo social Truth nell'ottobre 2022 in cui definì le accuse dell’autrice una "farsa", una “truffa”. Durante il dibattimento a maggio, Carroll ha testimoniato in aula raccontando i vividi dettagli dell'episodio e i suoi sensi di colpa. "Sono qui perché Donald Trump mi ha violentata", aveva esordito, sintetizzando una sofferenza durata 30 anni e confermata da alcuni amici. "Quando ho scritto della violenza, lui ha negato. Ha mentito e ha distrutto la mia reputazione. Sono qui per riprendermi la mia vita", aveva spiegato l’editorialista, oggi 79enne, arrivando in tribunale con lo sguardo nascosto da grossi occhiali neri. Carroll, all'epoca giornalista del magazine Elle, ha accusato il tycoon di averla stuprata nel camerino di Bergdorf Goodman dopo che i due si erano conosciuti a una festa e lui le aveva chiesto dei suggerimenti per un regalo. "È stata una sensazione orribile. Ha messo la mano dentro di me e girato il dito", ha raccontato la scrittrice rivelando i dettagli della violenza e confessando di essere ancora tormentata dal ricordo di Trump che abusa di lei nel camerino. Carroll ha anche spiegato perché non avesse mai denunciato l'ex presidente prima del 2019. "Mi vergognavo, pensavo fosse colpa mia", ha detto con la voce strozzata dalle lacrime. L'esperienza terrificante "l'ha segnata per sempre" e non è mai più riuscita ad avere una relazione amorosa. In aula ha dovuto anche giustificarsi per non aver urlato: "ero pietrificata dalla paura". La giuria non ha creduto alla versione di uno stupro ma non ha avuto dubbi sull'aggressione sessuale.

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