L'avvocatessa del 32enne, Hoda Nasrallah, è pessimista sull'udienza odierna in programma a Mansura: "Spero che il giudice stabilisca una data per il verdetto lasciando libero Patrick e non rinvii nuovamente il processo"
L'odissea giudiziaria di Patrick Zaki continua, con l'avvocatessa a capo del pool che difende il 32enne, Hoda Nasrallah, pessimista a poche ore dall'undicesima udienza del processo in programma a Mansura: "Spero che il giudice stabilisca una data per il verdetto lasciando libero Patrick e non rinvii nuovamente il processo". Di fatto escludendo che quest'oggi possa essere pronunciata una sentenza, e temendo addirittura un nuovo aggiornamento del processo in cui il neolaureato in studi di genere presso l'università di Bologna rischia cinque anni di carcere per diffusione di notizie false attraverso un articolo.
Le tappe del processo
Il caso giudiziario di Patrick Zaki ha inizio con il fermo del 7 febbraio 2020 (con formalizzazione dell'arresto il giorno dopo) e dura da tre anni e mezzo, di cui 22 passati in carcere. L'attivista per i diritti umani è accusato di diffusone di notizie false dentro e fuori il paese, con riferimento ad un articolo scritto dallo stesso nel 2019 a proposito di alcuni attentati dell'Isis, e di due casi di presunte discriminazioni di copti, religione di Zaki. Il 32enne dal dicembre 2021 è formalmente a piede libero, ma la sua odissea giudiziaria continua, considerando che, come lo stesso ha affermato nella precedente udienza del 9 maggio, il giudice monocratico della seconda Corte della Sicurezza dello Stato di Mansura ha ormai ricevuto tutte le carte della difesa e, almeno in teoria, non ha più motivi per rinviare il pronunciamento della sentenza, inappellabile. Anche per questa mattina è prevista la presenza a Mansura di diplomatici stranieri impegnati a seguire il processo nell'ambito di un programma di monitoraggio europeo e su impulso dell'ambasciata italiana al Cairo.