
Guerra Russia-Ucraina, l’impatto dell’accordo sul grano sui prezzi alimentari
Mosca ha annunciato che non avrebbe prorogato il patto, stipulato a luglio 2022, grazie a cui sono stati esportate attraverso il Mar Nero quasi 33 milioni di tonnellate di cereali provenienti dall'Ucraina. Circa la metà era arrivata arrivata in Europa e Asia centrale. Ma perché il Cremlino ha deciso di tirarsi indietro? Di questo si è parlato nell'ultima puntata di Numeri, approfondimento di SkyTG24, andata in onda il 17 luglio

La Russia ha deciso di non estendere l’accordo sul grano che scadeva ieri, 17 luglio, con una decisione che il rappresentante di Mosca all’Onu ha definito “irrevocabile”. Di fatto, significa che il Cremlino non garantirà più il passaggio sicuro dei rifornimenti di grano ucraino attraverso il Mar Nero. Ma perché Mosca ha deciso di non proseguire con l’accordo? E perché la comunità internazionale è in agitazione? Di questo si è parlato nell'ultima puntata di Numeri, l'approfondimento di SkyTG24, andata in onda il 17 luglio
Guerra Russia-Ucraina, scade l'accordo sul grano e Mosca nega la proroga
In molti hanno subito chiesto a Mosca di rivedere la sua posizione, temendo una nuova impennata dei prezzi di grano e derivati e una crisi alimentare che andrebbe a colpire soprattutto i Paesi più deboli. Grazie all'accordo, stipulato nel luglio 2022, sono infatti stati esportati attraverso il Mar Nero quasi 33 milioni di tonnellate di cereali provenienti dall'Ucraina, uno dei più grandi produttori di grano al mondo
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Dove sono andati a finire? Quasi la metà dei cereali esportati attraverso il Mar Nero è arrivata in Europa e Asia centrale, il 27,4% in Asia orientale e Pacifico, il 15,2% in Medio Oriente e Nord Africa
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Andando a vedere nello specifico chi sono i principali importatori di grano ucraino, troviamo al primo posto la Cina. Al quarto posto - dopo Spagna e Turchia - c'è l'Italia, con più di 2 milioni di tonnellate di grano importate
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L'accordo sul grano ha inciso profondamente sull'andamento dei prezzi dei generi alimentari in tutto il mondo. Quando è scoppiata la guerra in Ucraina, il 24 febbraio 2022, i prezzi hanno subìto un'impennata. Poi sono scesi verso maggio 2022, quando sono stati istituiti i primi corridoi di solidarietà che hanno permesso di esportare il grano ucraino. La discesa dei prezzi era poi proseguita a partire dal luglio 2022, quando erano stati siglati gli accordi

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che l’unico modo per “tornare all’intesa” è che siano soddisfatte “tutte le condizioni” dell’accordo: "Sfortunatamente la parte relativa alla Russia di questi accordi ancora non è stata attuata, quindi la sua validità è terminata”. A cosa si riferisce?

Insieme all'accordo tra Russia e Ucraina, siglato nel luglio 2022 con la mediazione di Onu e Turchia, era stato firmato un memorandum specifico tra Russia e Onu con delle condizioni che la Russia ritiene non siano state osservate. Oggi la Russia chiede, per riattivare l'accordo, lo stop alle sanzioni per l'export di cereali e fertilizzanti e la riconnessione al circuito Swift della Banca Agricola russa
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