Il primo ministro olandese Mark Rutte ha annunciato le dimissioni. L'esecutivo si è spaccato sull'approvazione di alcune misure sulla migrazione e l’asilo. I colloqui sul tema, che si trascinano da mesi, hanno lacerato la partnership tra VVD, D66, CDA e CU. Lo scontro più duro e insanabile è avvenuto sulle misure per limitare il ricongiungimento familiare. La crisi ora apre la strada a nuove elezioni, probabilmente ad ottobre
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È crisi di governo in Olanda: l’esecutivo Rutte IV è caduto. Il primo ministro olandese ha annunciato le dimissioni del suo governo di coalizione, dopo che l'approvazione di alcune misure sulla migrazione e l'asilo hanno spaccato l'alleanza che forma l'esecutivo e le divergenze tra i partiti si sono rivelate "insormontabili" (LO SPECIALE MIGRANTI). "Stasera abbiamo purtroppo raggiunto la conclusione che le differenze sono insormontabili. Per questo motivo a breve presenterò le mie dimissioni per iscritto al re a nome di tutto il governo", ha detto in conferenza stampa. I colloqui sul tema, che si trascinano da mesi, hanno lacerato la partnership tra VVD, D66, CDA e CU. La crisi ora apre la strada a nuove elezioni, probabilmente in autunno. Si ipotizza un voto a ottobre.
Cosa è successo
I partiti di governo sono stati a lungo diametralmente opposti l'uno all'altro sulle misure di asilo e sulla legge sull’immigrazione. In settimana la situazione è arrivata al punto di rottura perché le distanze tra VVD e CDA da un lato e D66 e CU sono diventate incolmabili. Soprattutto tra VVD e CU c'è stato molto scontro sulle misure per limitare il ricongiungimento familiare.
La coalizione spezzata
La coalizione alla guida del IV governo Rutte era formata dal Partito popolare per la libertà e democrazia (VVD), di cui è membro lo stesso primo ministro, dai liberali di D66, dai cristiano democratici dell'Appello cristiano democratico (Cda) e dai calvinisti dell'Unione Cristiana (Cu).
