Ucraina, cosa succede se esplode la centrale nucleare di Zaporizhzhia? Risponde l'esperto
MondoPreoccupa l'aumento della tensione tra Mosca e Kiev intorno al più grande impianto per la produzione di energia nucleare d’Europa. Torna lo spettro di un incidente con una disastrosa fuga di radiazioni, con la Russia accusata di aver posizionato anche "ordigni esplosivi" sul tetto dei reattori. Sky News ha interpellato un esperto di impianti nucleari, Eugene Shwageraus, per capire quali rischi ci sono dietro una eventuale esplosione con rilascio di isotopi radioattivi, a cominciare dallo iodio-131
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Sale la tensione intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, in Ucraina. Da mesi territorio in mano ai russi, ma con tecnici ucraini che operano al suo interno, l’impianto continua ad essere a rischio a causa della sua importanza – è la centrale nucleare più grande d’Europa – e del suo valore simbolico e strategico, oltre che per la sua posizione, nel mezzo di una zona aspramente contesa da russi e ucraini con combattimenti anche molto duri. Come riporta Sky News, ora su Zaporizhzhia torna lo spettro di un incidente nucleare, con la Russia accusata di aver posizionato anche "ordigni esplosivi" sul tetto della centrale. Perché la tensione si è acuita e cosa succederebbe in caso di esplosione in uno o più reattori? A queste domande ha risposto un esperto di impianti nucleari, Eugene Shwageraus (SEGUI IL LIVEBLOG SULLA GUERRA IN UCRAINA).
L'impianto di Zaporizhzhia
La centrale nucleare ucraina si trova vicino alla città di Enerhodar, sulla sponde del fiume Dnipro. Si tratta di una delle dieci centrali più grandi del mondo: in passato ha generato quasi la metà dell'energia nucleare dell'Ucraina, oltre il 20% di tutta quella generata nel Paese. Ha sei reattori in grado di generare circa 1.000 megawatt di elettricità ciascuno, per un totale di oltre 5700 MW. I reattori sono di costruzione sovietica, costruiti negli anni '80: l'unità 6 è stata messa in servizio nel 1996. Come funziona una centrale nucleare? L’elettricità viene generata attraverso un processo di fissione nucleare, con la scissione controllata di atomi di uranio, per produrre calore: questo viene utilizzato per far bollire l'acqua e creare vapore con il quale si fanno girare turbine generando elettricità. La centrale è stata conquistata dai russi dopo pesanti combattimenti, con un proiettile che ha colpito anche il muro esterno del reattore 4, ed è stata posta sotto il controllo della Rosatom, la compagnia nucleare statale della Russia. Per motivi di sicurezza, legati agli scontri militari nel Paese e in particolare nella zona dell’impianto, i reattori sono stati spenti. Uno di questi è particolarmente importante perché produce l’energia necessaria al raffreddamento della centrale stessa.
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Sale la tensione sulla centrale nucleare
Come riporta Sky News, i timori per la sicurezza dell’impianto sono cresciuti in modo proporzionale rispetto al livello dello scontro nella zona, alle minacce e alle accuse reciproche tra Russia e Ucraina. L’ultima in ordine di tempo vedrebbe un complotto per organizzare un attacco alla centrale. Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha parlato di "pericolose provocazioni", mentre le forze armate di Kiev hanno denunciato la presenza di "ordigni esplosivi" che sarebbero stati collocati sul tetto dei reattori 3 e 4, un modo – scrivono su Telegram – per poter accusare l’Ucraina di aver bombardato l’impianto, in caso vengano fatti esplodere. Sull’altra sponda Renat Karchaa, consigliere del capo di Rosenergoatom che gestisce la rete nucleare russa, ha affermato che l'Ucraina avrebbe pianificato di abbandonare a Zaporizhzhia munizioni mescolate con scorie nucleari, raccolte da un'altra delle cinque centrali nucleari del Paese. Secondo una delle ipotesi che circolano, legata a un rapporto non confermato, i russi starebbero iniziando a lasciare la centrale: si teme possa verificarsi uno scenario simile a quello che ha portato all’esplosione e al relativo disastro della diga di Nova Kakhovka.
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Dato dunque il clima di tensione crescente, ci si interroga su cosa potrebbe accadere se si verificasse un'esplosione dell’impianto nucleare. Ne ha parlato Eugene Shwageraus, professore di ingegneria dei sistemi di energia nucleare all'Università di Cambridge, intervistato da Sky News: "L'impianto non è costruito per ospitare truppe e attrezzature militari. Ovviamente le centrali elettriche sono lì per generare elettricità e l'uso improprio di qualsiasi impianto industriale è motivo di preoccupazione". Detto ciò, spiega l’esperto, le centrali nucleari sono state costruite in modo "abbastanza robusto". Con lo spegnimento dei reattori avvenuto mesi fa, il prodotto della fissione più pericoloso, ovvero lo iodio-131, è ora decaduto a livelli di sicurezza. Secondo Shwageraus, lo iodio-131 è il più importante perché estremamente volatile e molto pericoloso per l’uomo, se rilasciato nell’ambiente. Restano ovviamente attivi gli isotopi di altri elementi, che possono essere volatili o pericolosi, ma non con entrambe le caratteristiche. Alcuni dunque sono certamente pericolosi se vengono a contatto con l’uomo, ma non hanno la volatilità dello iodio-131. Ma una grande esplosione nell'impianto potrebbe disperdere uno dei già citati materiali radioattivi e farlo arrivare più lontano? Shwageraus è sicuro e invita alla calma: “Il termine ‘più lontano’ significa che contaminerai il parcheggio di quella centrale". Dunque nessun pericolo per gli altri Paesi limitrofi, secondo l’esperto.