Sudan, dichiarato 'cessate il fuoco' da primo giorno festa Eid al-Adha

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I combattimenti tra l'esercito sudanese e le Rsf, forze paramilitari guidate da Mohamed Hamdan Dagalo, sono scoppiati il 15 aprile nella capitale Khartoum e nei suoi dintorni. Finora più di 600 persone sono state uccise e migliaia ferite

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Abdel Fattah al-Burhan, leader de facto del Sudan e capo delle forze armate, ieri sera ha dichiarato un cessate il fuoco "unilaterale" in occasione del primo giorno della festa musulmana dell'Eid al-Adha. Lo ha riferito l'agenzia turca Anadolu.

Il discorso di Abdel Fattah al-Burhan

In un discorso alla televisione di Stato, Burhan ha affermato che il mondo intero sta assistendo a quanto accaduto nel Paese, fatti che potrebbero essere considerati pulizia etnica e genocidio. Il leader ha dichiarato che le forze armate hanno adempiuto alle proprie responsabilità contro questa "cospirazione infida", poi ha ringraziato il popolo sudanese. Secondo Burhan il comandante delle Rapid support force (Rsf), forze paramilitari sudanesi, Mohamed Hamdan Dagalo, noto anche come Hemedti, vuole fondare il proprio governo "sui resti e sui teschi dei sudanesi". Il leader ha poi ribadito che le forze armate sono disposte a cedere il potere a un governo civile guidato dal popolo sudanese.

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I combattimenti tra l'esercito sudanese e le Rsf sono scoppiati il 15 aprile nella capitale Khartoum e nei suoi dintorni. Più di 600 persone sono state uccise e migliaia ferite. Negli ultimi mesi si era inasprito il disaccordo tra l'esercito sudanese e le Rsf sull'integrazione di quest'ultime nelle forze armate, condizione chiave dell'accordo di transizione del Sudan con i gruppi politici. Il Sudan è senza un governo funzionante dall'ottobre 2021, quando i militari hanno destituito il governo di transizione del primo ministro Abdalla Hamdok e dichiarato lo stato di emergenza con una mossa denunciata dalle forze politiche come un "colpo di stato". Il periodo di transizione del Sudan, iniziato nell'agosto 2019 dopo la cacciata del presidente Omar al-Bashir, doveva concludersi con le elezioni all'inizio del 2024.

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