Corea del Nord lancia satellite spia, ma cade in mare. Allarme a Seul e in Giappone

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E' caduto nel mar Giallo a circa 200 chilometri a ovest dell'isola di Eocheong. Dopo il lancio, sirene d'allarme hanno risuonato a Seul, in Corea del Sud. Un simile allarme anti missile è stato lanciato anche nell'arcipelago di Okinawa, nel sud del Giappone

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È caduto nel mar Giallo dopo un volo "anomalo" il satellite spia militare lanciato dalla Corea del Nord alle 6.29 locali, le 23:29 del 30 maggio in Italia. Dopo il lancio, sirene d'allarme hanno risuonato a Seul, in Corea del Sud, che ha inviato un allerta d'emergenza critica sui telefoni cellulari dei suoi abitanti invitandoli a prepararsi a evacuare, dando la precedenza "ad anziani e bambini". Un simile allarme anti missile è stato lanciato anche nell'arcipelago di Okinawa, nel sud del Giappone. Entrambi gli allarmi sono stati revocati, ma la Corea del Nord ha assicurato che effettuerà "il prima possibile" un nuovo lancio per la messa in orbita del suo primo satellite spia militare in risposta al fallimento del tentativo odierno. Condanne al gesto di Pyongyang sono arrivate da Stati Uniti e Giappone.

Apprensione a Seul dopo il lancio del satellite spia
Apprensione a Seul dopo il lancio del satellite spia - ©Getty

Il lancio del satellite spia

Il "veicolo di lancio spaziale", come è stato definito dall'agenzia ufficiale Kcna, è caduto nel mar Giallo dopo un volo "anomalo", hanno riferito i militari di Seul. Il Nord ha ammesso l'insuccesso dell'iniziativa, dicendo che il suo nuovo razzo 'Chollima-1', che trasportava il satellite da ricognizione militare 'Malligyong-1', è finito in mare a causa "dell'avviamento problematico del motore del secondo stadio", in base ai giudizi di un funzionario rilanciati dalla Kcna. Il Comando di stato maggiore congiunto sudcoreano ha dichiarato di aver rilevato il lancio da Tongchang-ri, sulla costa occidentale del Nord, alle 6.29 locali (23.29 di martedì in Italia) e che "il satellite è caduto nelle acque a circa 200 chilometri a ovest dell'isola di Eocheong. Stiamo conducendo un'ulteriore analisi in collaborazione con gli Stati Uniti", ha affermato il Comando in una nota. Ieri la Corea del Nord aveva annunciato che avrebbe lanciato il suo primo "satellite da ricognizione militare" a giugno, allo scopo di monitorare in tempo reale le attività delle forze armate Usa e sudcoreane, mentre il Giappone aveva ordinato di abbattere qualsiasi missile che potesse cadere sul suo territorio o nel suo spazio marittimo.

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Le operazioni di recupero del satellite spia lanciato dalla Corea del Nord
Le operazioni di recupero del satellite spia - ©Getty

L'allarme a Okinawa

Poco dopo il lancio le autorità giapponesi hanno emesso un allarme nella prefettura di Okinawa attraverso il sistema J-Alerts, intimando alle persone di trovare rifugio all'interno dei rifugi o nei sotterranei. Le sirene sono cessate dopo circa 30 minuti. "Lancio di missile. Lancio di missile. La Corea del Nord sembra aver lanciato un missile. "Rifugiatevi all'interno degli edifici o sottoterra", recitava l'allarme indirizzato agli abitanti di Okinawa e diffuso dall'ufficio del primo ministro giapponese attraverso Twitter e il canale nazionale Nhk. Il governo ha poi revocato l'allerta dopo 30 minuti.

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Le reazioni di Stati Uniti e Giappone

Gli Stati Uniti hanno condannato il lancio della Corea del Nord considerandolo in "violazione di diverse risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, aumenta le tensioni e rischia di destabilizzare la situazione nella regione", ha affermato il portavoce del consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, Adam Hodge. Quest'ultimo ha anche sottolineando che "la porta non è chiusa per la diplomazia ma la Corea del Nord deve immediatamente cessare le sue azioni provocatorie e scegliere di impegnarsi". Il premier giapponese Fumio Kishida ha invece riferito ai media che il governo sta raccogliendo informazioni sul lancio del missile effettuato da Pyongyang e che non risultano notizie di danni a cose o persone sul territorio nazionale. Il capo di Gabinetto Hirozaku Matsuno ha dichiarato che l'esecutivo ha inoltrato una protesta formale alla Corea del Nord, ribadendo che l'ultimo tentativo viola le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'Onu.

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