Il ministero degli Esteri ha chiamato la sede dell'ambasciata spagnola a Brasilia esprimendo la propria "insoddisfazione" all'ambasciatrice. Intanto, tre persone sono state arrestate per gli insulti razzisti
Non si placano le polemiche in Brasile per quanto accaduto a Vinicius, attaccante del Real Madrid, vittima di razzismo domenica 21 maggio allo stadio Mestalla nella gara persa dai Blancos contro il Valencia. Il brasiliano aveva fatto fermare il match per 10’ dopo aver sentito un insulto razzista proveniente dalla tribuna. Da lì il riconoscimento del tifoso e la chiara richiesta di farlo allontanare dallo stadio. Quindi la lunga trattativa con l’arbitro De Burgos e Carlo Ancelotti, che ha cercato di calmare il proprio giocatore, il quale non aveva più intenzione di giocare. Il ministero degli Esteri brasiliano ha chiamato la sede dell'ambasciata spagnola a Brasilia esprimendo la propria "insoddisfazione" all'ambasciatrice, Maria del Mar Fernández-Palacios, che attualmente si trova all'estero. Lo ha riferito all'Ansa una fonte diplomatica. Intanto, la polizia spagnola ha annunciato l'arresto a Valencia di tre persone sospettate di aver pronunciato gli insulti razzisti durante il match. (IL CASO LUKAKU IN ITALIA)
Le polemiche
Successivamente, la segretaria generale degli Affari Esteri, ambasciatrice Maria Laura da Rocha, ha dichiarato a Brasilia che è "scioccante la persistenza dei crimini commessi contro l'atleta brasiliano, contro tutti gli afro-discendenti e contro l'umanità nel suo insieme, a ogni atto razzista lanciato contro il giocatore". La notte scorsa, in solidarietà con Vinicius, il famoso monumento del Cristo Redentore, sulla collina del Corcovado a Rio de Janeiro, è apparso eccezionalmente senza illuminazione. "Nero e imponente. Così è il Cristo Redentore. Un'azione di solidarietà che mi commuove. Ma voglio, soprattutto, ispirare e portare più luce alla nostra lotta", ha commentato Vinicius sui soci. Inoltre, tanti sono i messaggi di solidarietà per Vinicius e già domenica Ancelotti si era sfogato nel post partita: "Non voglio parlare di calcio - le sue prime parole - voglio parlare di quello che è successo, penso sia più importante della nostra sconfitta, non trovate? Sono molto calmo, ma quello che è successo oggi non dovrebbe succedere. Che uno stadio gridi 'scimmia' a un giocatore e che un allenatore pensi di toglierlo per quello. C’è qualcosa che non va in questo campionato. Vinicius non voleva continuare, ma gli ho detto che non mi sembrava giusto perché non era colpa sua, non era lui il colpevole. Detto questo, abbiamo un problema, cioè non ce l’ho io, ma ce l’ha la Liga. È stato lo stadio intero, non solo una persona, come in altre occasioni. In questi casi si deve fermare la partita e lo avrei detto anche se avessimo vinto 3-0".
approfondimento
Vinicius vittima di insulti razzisti: cosa è successo
Lo sfogo dell'attaccante
Vinicius si è sfogato sui social: "Ogni partita fuori casa è una spiacevole sorpresa. E ce ne sono state molte in questa stagione", ha scritto postando un video in cui si vedono e si sentono gli insulti razzisti ricevuti in diversi stadi spagnoli. E ancora: "Mi hanno augurato la morte, esposto una bambola impiccata, tante urla criminali. Tutto registrato. Ma il discorso cade sempre su 'casi isolati', 'si tratta di un tifoso'. No, non sono casi isolati. Sono episodi continui in diverse città della Spagna (e anche in un programma televisivo). Le prove sono lì nel video. Ora mi chiedo: quanti di questi razzisti hanno avuto il loro nomi o le loro foto pubblicate su siti web? Rispondo per semplificare: zero. Nessuno, neppure per raccontare una storia triste o per fare quelle finte scuse pubbliche".
Il campione poi conclude: "Cosa manca per criminalizzare queste persone? E punire i club in modo sportivo? Perché gli sponsor non fanno pagare la Liga? Le televisioni non si preoccupano di trasmettere questa barbarie ogni fine settimana? Il problema è molto serio e i comunicati non funzionano più. Nemmeno incolpare me per giustificare atti criminali. Non è calcio, è disumano".-