"Hiroshima, come 'simbolo della memoria', proclama con forza l'inadeguatezza delle armi nucleari per rispondere in modo efficace alle grandi minacce odierne alla pace e per garantire la sicurezza nazionale e internazionale", ha scritto il pontefice nella lettera inviata al vescovo di Hiroshima, monsignor Alexis Mitsuru Shirahama, in occasione del vertice in corso nella città giapponese
Il G7 getti le basi per "una pace duratura e per una sicurezza stabile e sostenibile a lungo termine". È l'appello di Papa Francesco contenuto nella lettera che il pontefice ha inviato al vescovo di Hiroshima, monsignor Alexis Mitsuru Shirahama, in occasione del vertice in corso nella città giapponese (LO SPECIALE SUL G7). "Hiroshima, come 'simbolo della memoria', proclama con forza l'inadeguatezza delle armi nucleari per rispondere in modo efficace alle grandi minacce odierne alla pace e per garantire la sicurezza nazionale e internazionale", ha scritto il papa, sottolineando l'auspicio che il vertice del G7 a Hiroshima "dia prova di una visione lungimirante".
"Armi nucleari avrebbero impatto catastrofico"
Per il Papa per rendersi conto dei pericoli in cui incorre l'umanità "basta considerare l'impatto umanitario e ambientale catastrofico che risulterebbe dall'uso di armi nucleari", non dimenticando però anche "lo spreco e la cattiva destinazione di risorse umane ed economiche che la loro produzione comporta". Inoltre, non bisogna "sottovalutare gli effetti del persistente clima di paura e sospetto generato dal mero possesso delle stesse, che compromette la crescita di un clima di fiducia reciproca e di dialogo". In tale contesto, spiega il pontefice, "le armi nucleari e le altre armi di distruzione di massa rappresentano un moltiplicatore di rischio che dà solo un'illusione di pace".
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Il ricordo del viaggio in Giappone
La scelta di Hiroshima come luogo dell'incontro è per il papa "è particolarmente significativa" proprio "alla luce della continua minaccia del ricorso ad armi nucleari". Il pontefice ha poi ricordato "la profonda impressione che mi ha lasciato la commovente visita al Memoriale della Pace durante il mio viaggio in Giappone nel 2019". Papa Francesco ha scritto nella lettera che "stando lì in piedi in silenziosa preghiera e pensando alle vittime innocenti dell'attacco nucleare avvenuto decenni prima ho voluto ribadire la ferma convinzione della Santa Sede che 'l'uso dell'energia atomica per fini di guerra è, oggi più che mai, un crimine, non solo contro l'uomo e la sua dignità, ma contro ogni possibilità di futuro nella nostra casa comune' (Discorso al Memoriale della Pace, 24 novembre 2019)".
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L'udienza in Vaticano
Stamattina Papa Francesco ha anche ricevuto in udienza in Vaticano i partecipanti al 38esimo Capitolo Generale della Compagnia di Maria (Monfortani). "Lo scorso anno ho voluto consacrare al Cuore Immacolato di Maria la Chiesa e il mondo intero, specialmente l'Ucraina e la Russia - ha detto il papa -. E a voi, che siete la Compagnia di Maria, chiedo di rinnovare questo atto di affidamento e questa supplica. La Madre Celeste ci aiuti tutti a cercare con coraggio e creatività cammini di perdono, di dialogo, di accoglienza e di pace per tutta l'umanità". Ricordando la missione dei Monfortani e il carisma del loro fondatore San Luigi Maria Grignion de Montfort, il pontefice ha sottolineato che "anche oggi le sfide pastorali non mancano: ad esempio l'individualismo che chiude ciascuno nel suo piccolo mondo, il relativismo e l'edonismo che fanno del piacere o del tornaconto personale il metro di ogni scelta, l'egoismo consumistico che inaridisce il cuore dei ricchi e crea ingiuste sperequazioni a danno dei poveri".