
L’attacco aereo statunitense ha colpito ieri il porto di rifornimento di carburante nel governatorato di Hodeidah in Yemen. Secondo le autorità sanitarie yemenite si tratta degli attacchi più violenti da quando Washington ha intensificato la sua campagna aerea
Sale a 58 morti e almeno un centinaio di feriti il bilancio dell’ultimo attacco aereo statunitense contro gli Houthi dello Yemen. Il raid Usa ha colpito ieri pomeriggio il porto di rifornimento di carburante di Ras Issa, nel governatorato di Hodeidah in Yemen. Ad aggiornare la conta delle vittime sono le autorità sanitarie della zona che, citate dall'emittente televisiva Al-Masirah, hanno anche riferito che si tratta degli attacchi più violenti da quando Washington ha intensificato la sua campagna aerea. Stando a quanto affermato dal leader dei ribelli yemeniti, Abdul-Malik al-Houthi, "gli Stati Uniti hanno attaccato lo Yemen 990 volte nell'ultimo mese, di cui 220 solo la scorsa settimana". Intanto Anees Alasbahi, portavoce del ministero della Salute degli Houthi, ha fatto sapere che tra le vittime ci sono anche "cinque soccorritori e paramedici, morti mentre svolgevano il loro dovere". (GUERRA ISRAELE MEDIO ORIENTE - GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA)
Iran e Hamas condannano l'attacco
Il portavoce del ministero degli Esteri dell'Iran, che sostiene gli Houthi dello Yemen, ha condannato gli attacchi degli Stati Uniti definendo i raid "barbari". Esmail Baghaei, ha "fermamente condannato il barbaro attacco aereo contro il porto dello Yemen di Ras Isa", descrivendo il raid contro una stazione di rifornimento portuale "un esempio di un crimine aggressivo e una palese violazione dei principi fondamentali dello Statuto dell'Onu". Il raid statunitense a Ras Issa è stato denunciato anche dal gruppo militante palestinese Hamas. "Questa palese aggressione - si legge in una nota - rappresenta una grave violazione della sovranità yemenita, un vero e proprio crimine di guerra, e riafferma la continuazione delle politiche ostili americane contro i popoli liberi che rifiutano l'egemonia sionista e americana nella regione".
