A scegliere di utilizzare in un poster l’iconica scultura è stato un ristorante del centro di Glasgow: il David mangiava una pizza e riportava la frase “Non c’è niente di più italiano”. A nulla è valso coprire le parti intime, nude, dell’opera con degli adesivi del tricolore, giudicati “non abbastanza grandi”. La pubblicità finale, approvata e ristampata, presenta la scultura di marmo tagliata in vita
“Inappropriato” e “osceno” per essere visto nella metropolitana di Glasgow. Il David di Michelangelo è di nuovo “nei guai”. L’immagine della celeberrima statua, simbolo della bellezza maschile rinascimentale, è stata ritenuta inadeguata dall’azienda che gestisce gli spazi pubblicitari della cittadina scozzese. A scegliere di utilizzare in un poster l’iconica scultura è stato un ristorante del centro: il David mangiava una pizza e riportava la frase “Non c’è niente di più italiano”. A nulla è valso coprire le parti intime, nude, dell’opera con degli adesivi del tricolore, giudicati “non abbastanza grandi”. La pubblicità finale, approvata e ristampata, presenta la scultura di marmo tagliata in vita.
Opera d'arte riconosciuta nel mondo
Il direttore del Drg Group, proprietario del ristorante Barolo, ha dichiarato che la sua azienda è rimasta "sconcertata" dalla decisione iniziale. "È un'opera d'arte riconosciuta a livello mondiale", ha dichiarato al quotidiano scozzese The Herald. "Viene mostrata nelle scuole. Persone da tutto il mondo viaggiano per vederla a Firenze. Non siamo più nel 1500, ma nel 2023. Stiamo davvero dicendo che gli abitanti di Glasgow non possono sopportare di vedere una statua nuda?"
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Il precedente in Florida
La stessa scultura è recentemente balzata agli onori della cronaca dopo che alcuni genitori si sono lamentati della sua inclusione nel programma di studi di una scuola privata della Florida (tanto da far licenziare la preside che aveva autorizzato la foto del David da mostrare agli studenti di una classe della Tallahassee Classical School). Una “polemica” che ha fatto il giro del mondo e che si è conclusa con la visita, a Firenze, della dirigente e della sua famiglia a spese di Friends of Florence, associazione no profit di mecenati statunitensi.