L'esercito regolare di Khartoum e il gruppo paramilitare delle Forze di supporto rapido (Rsf) hanno firmato un accordo in cui si impegnano a “garantire sempre la protezione dei civili, permettendo il loro passaggio sicuro e volontario dalle zone dove ci sono ostilità”. Via libera anche all'assistenza umanitaria
L'esercito regolare di Khartoum e il gruppo paramilitare delle Forze di supporto rapido (Rsf) hanno concordato di proteggere i civili dagli scontri scoppiati lo scorso 15 aprile, ma sono ancora lontani da un'intesa per il cessate il fuoco. È questo il risultato dei colloqui per la pace in Sudan in corso a Gedda, in Arabia Saudita, definiti difficili da una fonte diplomatica americana citata a condizione di anonimato dal Guardian.
L'accordo a Gedda
“Affermiamo il nostro impegno a garantire sempre la protezione dei civili, permettendo il loro passaggio sicuro e volontario dalle zone dove ci sono ostilità attive verso dove ritengono opportuno”, afferma una nota firmata dalle parti. Via libera anche all'assistenza umanitaria, mentre viene chiesta maggiore disponibilità di elettricità, acqua e altri servizi di base, il ritiro delle forze di sicurezza dagli ospedali e la ''rispettosa sepoltura'' dei morti.
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“Non è un cessate il fuoco”
“Questo non è un cessate il fuoco. Questa è un'affermazione dei loro obblighi ai sensi del diritto umanitario internazionale, in particolare per quanto riguarda il trattamento dei civili e la necessità di creare spazio affinché gli operatori umanitari possano operare”, ha affermato il funzionario americano. “Ci auguriamo, con cautela, che la loro disponibilità a firmare questo documento possa creare uno slancio che li costringerà a creare spazio” per portare aiuti umanitari, ha aggiunto il diplomatico, ammettendo però che “le due parti sono piuttosto distanti”.