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Russia, il dissidente Kara Murza condannato a 25 anni di carcere

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Era accusato tradimento, diffusione di informazioni consapevolmente false sulle azioni delle forze armate russe e collaborazione con "un'organizzazione indesiderabile in Russia". La difesa dell'oppositore ha dichiarato di voler impugnare la sentenza in appello

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Il 'nemico del popolo'  Vladimir Kara-Murza è stato condannato a 25 anni di carcere per tradimento, diffusione di notizie false sulle forze militari e per aver lavorato per una organizzazione ritenuta indesiderabile dalle autorità. La difesa di Kara-Murza ha dichiarato di voler impugnare la sentenza in appello. L'oppositore condannato, che detiene la cittadinanza russa e britannica e ha studiato all'Università di Cambridge, è stato arrestato nell'aprile 2022 e accusato di aver diffuso false informazioni sull'esercito russo in Ucraina. Successivamente è stato anche accusato di "alto tradimento" per una serie di discorsi pubblici che ha fatto in cui criticava le politiche del Cremlino e la guerra in Ucraina (GUERRA UCRAINA RUSSIA, SEGUI GLI AGGIORNAMENTI LIVE)

Il giudice che lo ha condannato è stato sanzionato dal Magnitsky Act

Il giudice che oggi ha pronunciato la condanna, Sergey Podoprigorov, è stato inserito nell'elenco delle persone colpite dalle sanzioni previste dal Magnitsky Act, la legge introdotta nel 2012 negli Stati Uniti per colpire individualmente i responsabili di abusi dei diritti umani, a partire da chi era coinvolto nella morte in carcere nel 2009 di Sergei Magnitsky, fiscalista arrestato nel quadro di una inchiesta montata dagli stessi funzionari che aveva accusato di essere coinvolti in una frode da decine di milioni di euro. 

I Kara-Murza, in famiglia tanti dissidenti: dal bisnonno al padre

Era stato Kara-Murza, che oggi ha 41 anni, insieme a Boris Nemtsov, l'oppositore ucciso di fronte al Cremlino nel 2015 con cui aveva lavorato da quando ne aveva 18, a fare attività di lobbying negli Usa per l'adozione della legge che avevano loro stessi ideato. Il carcere in cui è detenuto, fra l'altro, è diretto da Dmitry Komnov, anche lui colpito dal Magnitsky Act, dopo aver diretto il carcere in cui Sergei morì in seguito ad abusi. Per descrivere Kara-Murza, si può anche parlare della storia della sua famiglia, una famiglia di storici, giornalisti e vittime delle repressioni. Il nonno Aleksei, storico e giornalista di guerra sopravvissuto alla Battaglia di Stalingrado, prima della guerra deportato. Il bisnonno, Sergey Kara-Murza, giurista, opinionista. Il nonno materno, Voldemārs Bisenieks, rivoluzionario lettone, ucciso durante il Terrore. Il prozio Georg Bisenieks, diplomatico lettone, accusato di essere coinvolto nell'assassinio di Sergei Kirov e di aver spiato per la Lettonia e la Gran Bretagna nel 1934, anche lui condannato a morte. Il padre, Vladimir, è stato uno storico e un giornalista, proprio come il figlio che ha studiato storia a Cambridge. 

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Avvelento due volte pochi mesi dopo l'assassinio di Nemtsov

Nel 2010, insieme a Nemtsov e altri, l'oppositore Kara-Murza scrive l'appello "Putin deve andarsene" in cui si legge: "Crediamo che non sia possibile introdurre nessuna reale riforma in Russia fino a che Putin detiene potere. Sradicare il putinismo è il primo passo necessario per una Russia nuova e libera".  Di recente ha scritto per Novaya Gazeta Europe: "Dire che Boris Nemtsov abbia avuto un impatto sulla mia vita è un eufemismo. Non sarei chi sono ora. Non avrei fatto molte delle cose che ho fatto nella mia vita, se non fosse stato per lui. È stato il mio mentore, maestro”. E pochi mesi dopo l'assassinio di Nemtsov, Kara-Murza viene avvelenato per la prima volta. La seconda sarà nel 2017. In entrambe le occasioni era stato seguito in precedenza da un team di agenti dell'Fsb. Riporterà una polineuropatia che si è aggravata in carcere, dove si trova dall'aprile dello scorso anno.

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Dopo la condanna ha detto: "La Russia sarà liberà"

"Sono certo che il verdetto sarà il peggiore possibile. Questo è un processo spettacolo e l'esito sarà altrettanto emblematico. Ma so anche che il verdetto avrà poco a che spartire con la realtà. I prigionieri politici non scontano il loro tempo in carcere nel quadro di condanne formali, ma in funzione della situazione politica. E nel nostro Paese ha la tendenza a cambiare e a cambiare in modo inatteso", aveva commentato nei giorni scorsi. "La Russia sarà libera: ditelo a tutti", ha dichiarato oggi, dopo la condanna al termine del processo a porte chiuse che si è tenuto a Mosca. 

 

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La condanna più grave dall'inizio del conflitto con l'Ucraina

Quella a Kara-Murza è la condanna più grave mai emessa nel Paese in processi ritenuti "politicamente motivati" dall'inizio della guerra in Ucraina. Dall'avvio di quella che il Cremlino ha imposto di chiamare "operazione speciale", i tribunali russi hanno aumentato le pene detentive nei casi politici, usandoli come veri e propri strumenti di repressione in una piu' vasta campagna per silenziare il dissenso. Il canale Telegram di opposizione Verstka ha ricordato i casi più eclatanti: Ivan Safronov, 22 anni di carcere: il 5 settembre dello scorso anno, Ivan Safronov, ex giornalista di Kommersant e Vedomosti, è stato dichiarato colpevole di "alto tradimento" e condannato a 22 anni in una colonia penale di regime rigoroso. Il pm aveva chiesto 24 anni di reclusione, L'Fsb lo ha accusato di aver passato "informazioni segrete" all'intelligence straniera. Safronov si è dichiarato non colpevole. Secondo le informazioni di media indipendenti russi fuori dal Paese, le informazioni che l'Fsb ha qualificato come segreto di Stato erano praticamente tutte di dominio pubblico. 

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