
Irlanda del Nord, scontri in anniversario Accordi Venerdì Santo. Molotov contro la polizia
A Londonderry alcune persone a volto coperto hanno lanciato bottiglie incendiarie agli agenti di sicurezza, nella giornata che rievoca gli Accordi di Pace tra Dublino e Londra in merito all’Ulster e alla vigilia dell’arrivo del presidente americano Joe Biden. Gli unionisti sembrano ormai rassegnati all’unificazione di Belfast con l’Irlanda, mentre i repubblicani sono convinti di essere a un passo dal traguardo

Scontri in Irlanda del Nord in occasione del 25ennale degli Accordi del Venerdì Santo. Durante una manifestazione a Londonderry alcuni uomini a volto coperto hanno attaccato la polizia lanciando molotov, alla vigilia dell'arrivo a Belfast del presidente americano Joe Biden

Nessuno è rimasto ferito e le forze dell'ordine hanno esortato "alla calma": "I nostri agenti sono stati attaccati con molotov e altri oggetti lanciati contro il loro veicolo durante una parata" tenuta nel quartiere di Creggan da oppositori degli Accordi e che non era stata autorizzata
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I manifestanti intendevano marciare fino al cimitero per commemorare l'anniversario dell'insurrezione irlandese contro i britannici, avvenuta durante la Pasqua del 1916
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Il 10 aprile 1998 vennero firmati gli accordi tra il Regno Unito, nella persona del premier Tony Blair, e l'Irlanda, rappresentata dal Taoiseach, cioè dal primo ministro, Bertie Ahern, che ponevano fine ai cosiddetti Troubles, la guerra durata oltre 30 anni nell’Ulster tra gli unionisti e gli indipendentisti. In questo modo Dublino riconosceva la sovranità britannica sull’Ulster e Londra non chiudeva la porta a una potenziale riunificazione dell’isola
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Nella firma hanno avuto un ruolo centrale gli Stati Uniti e l’annunciata presenza di Joe Biden ne è una prova: il ruolo degli Usa, grazie alla forte presenza irlandese, è sempre stato centrale e la vicinanza del presidente democratico, di ascendenze celtiche, non fa che rafforzare tale legame
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Come riporta Il Corriere della Sera, sono diversi i sentimenti da ambo le parti. Per chi ha combattuto una vita per difendere la britannicità dell’Ulster, oggi c’è un sentimento di rassegnazione. “Io non sono irlandese, sono un uomo dell’Ulster che difende la sua britannicità”, proclama un veterano delle milizie paramilitari lealiste. “Il Paese è destinato ad essere unito ma non credo che potrà mai veramente esserlo, dopo tutta quella violenza e il sangue versato”
Il racconto sul Corriere della Sera
Chi difende ancora il carattere britannico dell’Irlanda del Nord si è visto tradire dal governo di Londra, che pur di non creare un confine fisico a Belfast con l’Unione europea ha lasciato l’Ulster nel mercato unico europeo, staccandola da sé. Per questa ragione molti lealisti rimpiangono il voto Brexit del 2016, che ha sancito quello che gli Accordi del Venerdì Santo avevano soltanto rinviato

Di tutt’altro spirito il sentimento repubblicano: “Grazie agli accordi di pace mi sono potuto togliere il passamontagna”, ha raccontato al Corriere un ex guerrigliero dell’Ira che è stato 12 anni in carcere per aver piazzato bombe nel centro di Belfast. “L’obiettivo strategico resta lo stesso: la fine dell’occupazione britannica in Irlanda del Nord. Non sono mai stato così fiducioso che entro la fine di questo decennio avremo il referendum sulla riunificazione dell’Irlanda”
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