Un video, diventato virale, mostra l'aggressione: le due clienti si trovano all'interno di un alimentari a Shandiz, vengono avvicinate da un uomo che all'improvviso, prende quella che sembra essere una confezione di yogurt da uno scaffale e getta il contenuto sulle loro teste. L'assalitore è stato arrestato. Le vittime sono state fermate con l'accusa di aver mostrato i capelli in pubblico, gesto considerato illegale nel Paese
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L'aggressione ai danni di due donne perché non indossavano il velo, filmata dalle telecamere a circuito chiuso di un negozio di alimentari in Iran, ha suscitato una nuova ondata di scalpore: le vittime sono state arrestate insieme con l'assalitore, che le aveva colpite lanciando loro addosso dello yogurt. Nel video, diventato virale, le due clienti che si trovano all'interno di un alimentari a Shandiz, nel nord est del Paese, vengono avvicinate da un uomo che inizia a parlare con loro. Poi, all'improvviso, prende quello che sembra essere una confezione di yogurt da uno scaffale e getta con rabbia il contenuto sulle loro teste. Ma, al contrario di quanto accadeva in passato, il proprietario del negozio e un altro cliente intervengono a difesa delle due donne, cacciando l'aggressore. L'uomo, scrive l'agenzia di stampa Miran, è stato arrestato per disturbo dell'ordine pubblico, ma la magistratura iraniana ha ordinato il fermo anche per le due donne: accusate di aver mostrato i capelli in pubblico, gesto considerato illegale nel Paese. L'agenzia Miran riferisce che sono stati emessi "avvisi necessari" anche al proprietario del negozio per garantire il rispetto della legge.
Tolleranza zero
L’episodio certifica come il governo dell’ultraconservatore Ebrahim Raisi continui ad insistere sulla linea della tolleranza zero. "Non c'è stato e non ci sarà alcun ritiro o tolleranza nei principi e nelle regole religiose e nei valori tradizionali", ha tuonato il ministero dell'Interno di Teheran dopo che nei mesi scorsi migliaia di persone avevano manifestato contro il governo, spesso contestando proprio l'obbligo di indossare l'hijab, con molte donne che hanno sfilato a capo scoperto arrivando in alcuni casi a bruciarlo in piazza. A detta del governo di Teheran il velo obbligatorio è “uno dei fondamenti della civiltà della nazione iraniana" e "uno dei principi pratici della Repubblica islamica”. A pochi giorni dall’inizio del Ramadan, mese sacro per la religione musulmana il ministero ha ricordato come “l'hijab e la castità dovrebbero essere tutelate per rafforzare le fondamenta della famiglia”.
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Le chiusure forzate
La non osservanza di queste norme ha portato alla chiusura di decine di ristoranti e locali a una settimana dall'inizio delle festività religiose. Come ha sottolineato l'agenzia degli attivisti dei diritti umani iraniani "Hrana", in pochi giorni sono stati chiusi 27 locali a Karaj, 2 ad Ahvaz, dove sono anche state arrestate alcune persone, e 10 ristoranti a Neyshabur, nel nord est del Paese. La magistratura ha fatto chiudere ad Amol, in provincia di Mazandaran, un complesso turistico per avere “permesso alla donne di ballare e cantare in pubblico”, mentre a Nowshahar, a nord di Teheran, tre ristoranti sono stati sigillati non solo per la mancata osservazione delle norme sul Ramadan ma anche perché alcune donne non portavano il velo e venivano servite bevande alcoliche, anche queste vietate dalla fondazione della Repubblica islamica. Per gli stessi motivi, sono stati chiusi cinque locali a Rasht, sempre nel nord del Paese.
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Le nuove sanzioni
Teheran sembra essere decisa ad un’ulteriore stretta alle proteste che nel Paese vanno avanti da fine settembre, quando la 22enne di origine curda Mahsa Amini perse la vita perché non aveva indossato correttamente l’hijab. Hossein Jalali, membro della Commissione cultura del parlamento iraniano, ha recentemente annunciato che la sua commissione sta lavorando a nuovi provvedimenti sull'obbligo a indossare l'hijab che prevede "multe da 50.000 fino a 3 miliardi di toman, la revoca della patente di guida, del passaporto e il divieto ad utilizzare internet" per le donne che trasgrediscono alla legge.