La premier si è detta soddisfatta del vertice di Bruxelles, ma ha anche mantenuto il punto sulle questioni care all’Italia, dai migranti al Mes. Il faccia a faccia con il presidente francese sembra aver archiviato le tensioni dei mesi precedenti tra i due Paesi
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La premier Giorgia Meloni ha chiuso il Consiglio europeo del 23 e 24 marzo dicendosi soddisfatta, ma anche mantenendo il punto sulle questioni care all’Italia. In sintesi: con Macron ci sono punti d’intesa comuni, sui migranti la discussione accelera, il momento del Mes non è ancora arrivato.
Il faccia a faccia tra Meloni e Macron
In particolare, il lungo faccia a faccia con il presidente francese sembra aver archiviato le tensioni dei mesi scorsi. Da qui in avanti, l'Ue navigherà in mare aperto: una nuova crisi migratoria appare vicina, il Green Deal è una sfida che via via si fa più necessaria e costosa, il sistema bancario comincia a vacillare. A Francia e Italia serve un'unione di intenti. Sui migranti, innanzitutto, ma anche su quel Patto di stabilità dove, tradizionalmente, la sponda francese è imprescindibile per Roma. In un'ora e 40 minuti di faccia a faccia, senza neppure la presenza delle rispettive delegazioni, Meloni e Macron hanno avuto modo di tornare sulle frizioni dei mesi scorsi. Lo scontro tra i ministri dell'Interno Matteo Piantedosi e Gerald Darmanin prima, e l'esclusione di Meloni dall'incontro dell'Eliseo tra Macron, Scholz e Zelensky poi, avevano pietrificato i rapporti, nonostante il Trattato del Quirinale. "Con Meloni abbiamo avuto una discussione molto buona che ci ha permesso di chiarire molti argomenti e definire le questioni sulle quali possiamo agire insieme", ha spiegato Macron. "Sono soddisfatta, è stato un incontro lungo e ampio, c'è voglia di collaborare", gli ha fatto eco Meloni.
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La missione in Tunisia
Nel concreto, l'incontro ha prodotto una missione congiunta in Tunisia, assieme all'Ue. Nel Paese maghrebino, presto, approderanno Darmanin, Piantedosi e la commissaria Ue agli Affari Interni Ylva Johansson. Lunedì, a fare da apripista sarà il commissario Ue agli Affari Economici Paolo Gentiloni. Mentre restano congelati gli aiuti del Fmi a Tunisi, Bruxelles si è mossa. Sul tavolo, Gentiloni metterà la possibilità di nuovi aiuti economici a patto che Tunisi soddisfa i requisiti - istituzionali e legati alle riforme innanzitutto - che chiede Bruxelles. La crisi sociale ed economica tunisina non preoccupa più solo l'Italia. La Francia è pronta ad "agire insieme" e il 5 aprile, a Roma, il tema migranti sarà sul tavolo anche del bilaterale tra Meloni e il premier spagnolo Pedro Sanchez.
I punti critici per Roma
Intanto per Roma la trattativa sulle modifiche del Pnrr resta in salita, con Meloni che ha parlato con von der Leyen e con il ministro Raffele Fitto che presto tornerà a Bruxelles per una tappa del negoziato - e un Patto disegnato dai frugali sarebbe catastrofico. Non a caso, nel gioco di scambi con Macron, Meloni si è unita alla sua battaglia sull'inserimento del nucleare nelle fonti del piano Net Zero. "La transizione deve essere socialmente sostenibile", ha ribadito la premier. Ma sullo stop alle auto inquinanti nel 2035, un - ormai probabile - accordo tra la Commissione e la Germania vedrebbe l'Italia "sconfitta".