Guerra in Ucraina, cosa sappiamo sulla superbomba UPAB-1500B lanciata dalla Russia

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Secondo una testata di Kiev, Mosca avrebbe utilizzato qualche settimana fa un nuovo ordigno in grado di trasportare oltre una tonnellata di esplosivo. Nonostante le oltre 500 morti al giorno segnalate da Kiev, Mosca sarebbe riuscita a conquistare una sorta di "vantaggio di posizione" sul fronte di Bakhmut, cittadina-simbolo dei combattimenti nel Donbass

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“Se l'esercito russo fallirà nei suoi obiettivi questa primavera, esaurirà i suoi strumenti di guerra”. A dirlo è il capo dell'intelligence militare di Kiev, Kyrylo Budanov, che evidenzia come la situazione economica della Russia sia fallimentare. “Mosca ha sprecato enormi quantità di risorse umane, armamenti e materiali, e la sua economia e la sua produzione non sono in grado di coprire queste perdite”, ha dichiarato. Forse anche per questo l’esercito russo ha iniziato ad usare sul fronte ucraino una nuova arma, la superbomba UPAB-1500B, che pesa fino a 1,5 tonnellate, può colpire obiettivi fino a 40 chilometri di distanza e trasportare 1.010 kg di esplosivo.

Cosa sappiamo

Come ha riportato il sito ucraino Defense Express, l’arma sarebbe stata usata per la prima volta qualche settimana fa nella regione di Chernihiv, nel nord dell'Ucraina, e avrebbe una precisione molto elevata: secondo i produttori ha un margine di errore circolare di appena 10 metri. La UPAB-1500B è classificata come bomba planante, ovvero come esplosivo che viene lanciato dagli aerei durante il volo e plana verso il bersaglio, al contrario di quanto fanno le bombe tradizionali. Tuttavia, le sue caratteristiche la rendono anche intercettabile e da qui deriva il suo scarso utilizzo fino a oggi, nonostante possa essere sganciata da un'altitudine massima di 15 km e possa attaccare bersagli terrestri semi o completamente corazzati, come ponti, edifici, o anche navi. A seconda del tipo di bersaglio, la detonazione della bomba può essere eseguita “al tocco” o con un determinato ritardo, al fine di distruggere gli obiettivi dall'interno. La distanza con cui può raggiungere gli obiettivi prefissati permette di lanciarla ben oltre le zone di difesa aerea del nemico: in questo modo vengono ridotti drasticamente i rischi per l'aereo che la trasporta, che può essere un caccia multiruolo, un bombardiere di prima linea o anche un aereo d'attacco.

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La situazione sul fronte

Nonostante continui a perdere oltre 500 soldati al giorno nel “tritacarne Bakhmut”, la Russia avrebbe conquistato una sorta di “vantaggio di posizione” nella città simbolo del Donbass secondo il think tank statunitense Isw, sebbene “non abbia ancora costretto le forze ucraine a ritirarsi e probabilmente non sarà in grado di circondare presto la città”. Anche per questo e vista anche la nuova arma a disposizione di Mosca, l'aeronautica di Kiev è tornata a insistere sulla richiesta di caccia occidentali, necessari per "proteggere le nostre città e i nostri villaggi", ha dichiarato il portavoce Yuriy Ihnat. Sul tema il fronte occidentale comincia a mostrarsi possibilista: come ha fatto sapere la Cnn, due piloti ucraini sono giunti alla base militare di Tucson, in Arizona, per un periodo di "familiarizzazione" con i caccia statunitensi F-16. Intanto sul fronte, entrambi gli schieramenti sono impegnati nella più lunga e sanguinosa battaglia dell'invasione, sostenendo entrambi di non ricevere abbastanza sostegno. L’opzione del ritiro da Bakhmut non è presa in considerazione soprattutto dai mercenari Wagner: "L'intero fronte crollerebbe", ha dichiarato il capo del gruppo Yevgeny Prigozhin, che si è lamentato con il ministero della Difesa russo, colpevole di non fornire al gruppo altre munizioni e detenuti da mandare al fronte. Sulla situazione l’intelligence britannica avrebbe rilevato come su tutte le linee di contatto il comando russo continui a insistere su azioni offensive, mandando così a combattimenti ravvicinati la fanteria di Mosca, che è scarsamente equipaggiata. A fine febbraio, i riservisti russi hanno dichiarato di aver ricevuto l'ordine di prendere d'assalto una roccaforte ucraina dotati solo di “armi da fuoco e pale”, strumenti utilizzati dai soldati russi anche per il combattimento corpo a corpo, come rilevano i Servizi segreti di Sua Maestà.

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