Francia, nuovo sciopero contro la riforma delle pensioni del governo Macron

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Il governo vuole l'innalzamento dell'età pensionabile da 62 a 64 anni. I sindacati hanno organizzato oggi la quinta giornata di mobilitazione in vista della manifestazione del 7 marzo in cui prevedono di "bloccare il Paese". In parlamento ostruzionismo e insulti impediscono la discussione

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In attesa di "bloccare la Francia" dal 7 marzo, i sindacati hanno organizzato per oggi la quinta giornata di mobilitazione contro la riforma delle pensioni per mantenere la pressione sui deputati. Nell'Assemblea Nazionale, intanto, la discussione sul cruciale articolo 7 della riforma, quello che aumenta da 62 anni a 64 l'età pensionabile, non è neppure cominciata per le migliaia di emendamenti presentati dalle opposizioni e per il clima infuocato che si è creato negli ultimi giorni. "Oggi è l'ultimo segnale, dal 7 marzo blocchiamo tutto", ha detto il leader della sinistra radicale de La France Insoumise (LFI) in apertura delle manifestazioni. Prendendo la parola alla partenza del corteo di Montpellier, nel sud, il leader di LFI ha sottolineato "la voglia di andare fino in fondo" da parte dei manifestanti: "sento una voglia di andare fino in fondo, comunque vada a finire". 

Macron: "Opposizioni allo sbando"

Ieri il presidente Emmanuel Macron ha duramente attaccato le opposizioni, definendole "allo sbando" e incapaci di "mettere i francesi al centro delle loro preoccupazioni". Nelle ultime ore, migliaia di emendamenti sono stati ritirati dalla coalizione di sinistra NUPES, mentre Marine Le Pen - dalla parte opposta dello schieramento - ha presentato una mozione di sfiducia. In pieno periodo di vacanze scolastiche, la partecipazione ai cortei si annuncia ancora in ribasso, così come gli scioperi nel settore pubblico - in particolare nei trasporti - coinvolgono pochi lavoratori. 

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Prossima giornata di mobilitazione il 7 marzo

Resta comunque la sospensione del 30% dei voli all'aeroporto parigino di Orly e i tagli alla produzione di elettricità: già in nottata i lavoratori di EDF hanno diminuito l'erogazione di oltre 3.000 MW, l'equivalente di un blocco di 3 reattori nucleari. Si tratta dell'ultima giornata di mobilitazione prima del 7 marzo, quando i sindacati - in assenza di un ritiro della riforma da parte del governo o di concessioni giudicate sufficienti - minacciano di bloccare il paese con scioperi a oltranza. 

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