La nuova massiccia offensiva della Russia contro l'Ucraina, a un anno dall'invasione di terra, è in una fase di preparazione molto avanzata, se non addirittura "già iniziata": movimenti al confine di truppe e mezzi - aerei compresi - non sono passati inosservati, così come le navi nucleari nel Baltico e 4 caccia russi che lunedì hanno sfiorato l'Alaska
Borrell: "Ingenuo non fornire armi per favorire pace"
abbreviare la guerra e per arrivare il prima possibile alla pace. E la definisco un'ingenuità per usare un eufemismo". Lo ha dichiarato l'Alto rappresentante Ue per la Politica estera, Josep Borrell, nel dibattito al Parlamento europeo sulla guerra
in Ucraina. "Se non aiutiamo militarmente l'Ucraina la pace che otterremo non sarà una pace, sarà una vittoria della Russia. Che per noi sarebbe una gravissima minaccia alla nostra sicurezza", ha spiegato. "La guerra non mi piace, come non piace
a nessuno di noi qui. Preferisco la pace. Quello che dobbiamo discutere è come si arriva alla pace. Dobbiamo continuare a sostenere militarmente l'Ucraina ancora più di quello che abbiamo fatto finora. Per ottenere la pace bisogna prima vincere la guerra. E allo stesso tempo dobbiamo fare più sforzi diplomatici per arrivare alla pace quanto prima", ha evidenziato il capo della diplomazia europea.
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oltre la data prevista per il ritorno. La Russia ha anche accelerato l'adozione e l'affidamento di bambini provenienti dall'Ucraina in quello che potrebbe costituire un crimine di guerra. Lo rivela il rapporto dello Yale Humanitarian Research Lab, finanziato dal Dipartimento di Stato americano. Dal rapporto emerge che dall'inizio della guerra, quasi un anno fa, bambini di appena quattro mesi sono stati portati in 43
campi in tutta la Russia, anche in Crimea e in Siberia, per "un'educazione patriottica e militare a favore della Russia". In almeno due campi, la data di rientro dei bambini è stata ritardata di settimane, mentre in altri due campi il rientro di alcuni bambini è stato posticipato a tempo indeterminato. Secondo il rapporto, le autorità russe hanno cercato di fornire ai bambini un punto di vista favorevole a Mosca attraverso i programmi scolastici, le gite in luoghi patriottici e i discorsi dei veterani. I bambini sarebbero stati anche addestrati all'uso delle armi da fuoco, anche se Nathaniel Raymond, un ricercatore di Yale che ha supervisionato il rapporto, ha detto che non ci
sono prove che siano stati mandati a combattere.