Qatargate, confermato l’arresto di Tarabella. Cozzolino ai domiciliari

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Le accuse per l'eurodeputato belga sono di corruzione pubblica, riciclaggio di denaro e appartenenza a un'organizzazione criminale: l’udienza di convalida è stata fissata per giovedì. Il legale: "L'unica prova contro il mio cliente sono i commenti del signor Panzeri". Il collega italiano andrà ai domiciliari nella sua casa del Vomero e la sua udienza per l'estradizione è stata fissata per martedì 14 febbraio

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La Corte di Appello di Napoli ha disposto gli arresti domiciliari per l'europarlamentare Andrea Cozzolino, a cui ieri la Guardia di Finanza ha notificato un mandato di arresto europeo nell'ambito dell'inchiesta della Procura federale belga sul Qatargate. La detenzione domiciliare sarà nell'abitazione del Vomero di Cozzolino: i giudici hanno ritenuto "esistente pericolo di fuga moderato". L'udienza per l'estradizione dell'europarlamentare è stata fissata per le ore 11 di martedì 14 febbraio: il team legale di Cozzolino si opporrà all'estradizione, dato che la tesi difensiva sostenuta è che i reati contestati non si configurino e quindi neanche il caso di estradizione. In giornata inoltre il giudice istruttore Michel Claise ha confermato l'arresto dell'eurodeputato socialista Marc Tarabella. L'udienza di convalida è stata fissata per giovedì. I due ex compagni di partito socialisti sono sospettati di essere coinvolti nello scandalo euro-marocchino-qatariota sotto il peso delle rivelazioni del pentito Pier Antonio Panzeri e dell'assistente Francesco Giorgi. Accuse già finite nei verbali a più riprese e sintetizzabili per il belga nell'accusa di aver contribuito alla trama di corruzione facendosi versare bonifici a rate tra i 120mila e i 140mila euro, e per l'italiano di aver agito per orientare le politiche Ue a favore di Doha e Rabat con contatti "diretti" anche con gli 007 marocchini.

Le accuse a Cozzolino

Le contestazioni che vengono mosse a Cozzolino fanno riferimento al periodo che va dal primo gennaio 2018 al 15 luglio 2022, "quale componente del Parlamento Europeo, Presidente dal 2019 della Delegazione per le relazioni con i Paesi del Maghreb e Co-Presidente della Commissione Parlamentare Congiunta Euro-Marocchina, nonché componente della commissione speciale Pegasus". Secondo gli inquirenti, in concorso ed associazione con Panzeri, Giorgi, Kaili, Tarabella e Arena avrebbe "indebitamente ricevuto, per conto del Governo del Marocco, verosimilmente da tale Atomun, danaro per esercitare le sue funzioni parlamentari europee in modo da favorire gli interessi del Marocco all'interno del Parlamento Europeo". Per la Corte di Appello di Napoli "il pericolo di fuga, per quanto sussistente, può ritenersi di livello moderato, agevolmente contenibile mediante la misura cautelare degli arresti domiciliari, sufficiente per controllare che l'arrestato non si sottragga al procedimento in corso nelle more della decisione della Corte d'Appello circa la richiesta di consegna" all'autorità inquirente belga. I giudici hanno autorizzato Cozzolino ad allontanarsi dal suo domicilio ogni giorno dalle 11 alle 12 e dalle 17 alle 18 per consentirgli "di provvedere alle proprie esigenze di sostentamento e sanitarie".

I legali di Cozzolino: "Il mandato di arresto è illegittimo"

Il mandato di arresto europeo emesso nei confronti di Cozzolino, "è illegittimo e ingiusto perché si basa su un quadro indiziario del tutto evanescente e si fonda su mere presunzioni e sospetti, prive di riscontri oggettivi basilari per un'accusa di corruzione quali il dove, il quando, il quanto e il come, il cosa", scrivono in una nota i legali dell'europarlamentare, Federico Conte e Dezio Ferraro. "Nel nostro ordinamento questo materiale non basterebbe a spedire neanche un avviso di garanzia - sottolineano - sul piano delle esigenze cautelari, la Corte di Appello di Napoli ha riconosciuto che non vi è un serio pericolo di fuga, l'unico rilevante in questa fase, e ha concesso a Cozzolino di tornare a casa, con la misura gradata degli arresti domiciliari, visto da mesi ha chiesto, ripetutamente, di essere sentito dal Giudice, prima e dopo la revoca dell'immunità, e che è stato rintracciato dalla Guardia di Finanza nella sua città natale e di residenza, nel giro di una telefonata, mentre era ricoverato in una struttura sanitaria per accertamenti collegati alla sua risalente e documentata cardiopatia". L'europarlamentare, aggiungono, "è fermo nella sua volontà di ribadire la sua estraneità ai fatti e lo documenterà in tutte le sedi. Ma è ovviamente provato da una misura umiliante quanto immotivata, a maggior ragione per la disponibilità che egli ha sempre mostrato alla magistratura belga".

Le accuse a Tarabella

Il fermo di Tarabella - riporta Le Soir - è stato trasformato in arresto con l'accusa di corruzione pubblica, riciclaggio di denaro e appartenenza a un'organizzazione criminale. "L'udienza è andata bene. Tarabella ha risposto a tutte le domande degli investigatori con franchezza e in un'atmosfera serena - ha detto il legale Maxime Tioller - Non sono stati presentati nuovi elementi per corroborare le accuse di trasmissione di denaro. L'unica prova contro il mio cliente sono i commenti del signor Panzeri. È la parola di un criminale, Panzeri, contro quella di un uomo che è stato onesto per tutta la vita, Tarabella. Il mio cliente continuerà a lottare perché venga riconosciuta la sua innocenza". L'eurodeputato era stato fermato ieri, quando erano stati anche perquisiti una cassaforte di una banca situata a Liegi, alcuni uffici del municipio di Anthisnes, del quale il politico belga è borgomastro, e il suo ufficio al Parlamento europeo. "Finalmente, vi aspetto da due mesi, ora potrò essere ascoltato", avrebbe detto ieri Tarabella agli agenti di polizia.

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Figà-Talamanca: "Servirà tempo per risanare le ferite"

Intanto il segretario di "No Peace Without Justice", Niccolò Figà Talamanca, rilasciato senza condizioni lo scorso 3 febbraio dopo che era stato arrestato per il caso Qatargate, dice: "Felice di essere tornato a casa dalla mia famiglia, sono grato per le centinaia di messaggi di sostegno che ho ricevuto da tutto il mondo. Ho lavorato tutta la vita al fianco di persone che sono state ingiustamente incarcerate. Oggi sento di aver vissuto personalmente, anche se solo in minima parte, quello che alcuni di loro hanno sopportato per anni. Non vedo l'ora di dedicarmi di nuovo alla giustizia e ai diritti umani nel mondo, e magari adesso anche vicino a casa". Figà-Talamanca è stato rilasciato dopo un interrogatorio da parte degli inquirenti e dopo quasi due mesi nel carcere di Saint-Gilles, da dove ha continuato a sostenere con fermezza la sua innocenza. Figà-Talamanca ha trascorso il fine settimana del 4-5 febbraio con la moglie e i figli nella loro casa di Bruxelles, e durante la settimana ha fatto visita ai genitori, alla famiglia e agli amici a Roma. Il segretario di Npwj ha ricordato i messaggi ricevuti "da amici e colleghi che, certi della mia integrità, sono rimasti scioccati - come lo sono stato io - dall'idea che io potessi essere anche lontanamente accusato di presunti illeciti". Quindi Figà-Talamanca ha concluso: "Ci vorrà del tempo per riparare al dolore inferto, sia a me che alla mia famiglia. A coloro che hanno espresso la loro solidarietà, voglio dire grazie: sappiate che per me e i miei cari ha fatto un'enorme differenza nei momenti più difficili".

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