Qatargate, arrestato a Napoli l'europarlamentare Andrea Cozzolino: disposto il carcere

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All'uomo è stato notificato il mandato di arresto europeo, emesso dalla procura federale belga, dopo che è stato dimesso da una clinica napoletana. In giornata la polizia federale belga ha perquisito la sua casa di Bruxelles, mentre il suo ufficio è stato posto sotto sequestro. Il socialista belga Marc Tarabella è stato posto in stato di fermo e interrogato

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L'europarlamentare del Pd Andrea Cozzolino è stato arrestato nell'ambito delle indagini sul Qatargate e portato in carcere a Poggioreale. Il mandato di arresto europeo, emesso nei suoi confronti dalla procura federale belga, gli è stato notificato dagli uomini del Gico del Nucleo di polizia-economico finanziaria della Gdf di Napoli dopo che l'europarlamentare è stato dimesso da una clinica napoletana dove si era recato per problemi di salute. In giornata la polizia federale belga ha perquisito la sua casa di Bruxelles, nel quartiere di Ixelles, mentre il suo ufficio è stato posto sotto sequestro. Il 2 febbraio il Parlamento europeo aveva deciso di revocare l'immunità a Cozzolino e al collega belga Marc Tarabella: gli inquirenti ipotizzano un loro coinvolgimento nel caso di corruzione organizzata dall'ex eurodeputato ora pentito Antonio Panzeri, che ha portato in carcere anche l'assistente Francesco Giorgi e l'ex vicepresidente del Pe, Eva Kaili.

A Cozzolino contestati corruzione e riciclaggio

Nel mandato d'arresto europeo notificato, firmato dal giudice belga Michel Claise, a Cozzolino vengono contestati profili penali che riguardano  reati di organizzazione criminale, corruzione e riciclaggio. A tirarlo in ballo, come viene ricostruito nelle 23 pagine del mandato che l'AGI ha visionato, è un interrogatorio del suo ex assistente Francesco Giorgi ("Cozzolino è implicato per il Marocco", dice testualmente al magistrato). Cozzolino dal 2019 è presidente della delegazione per le relazioni con i Paesi del Magreb e l'unione del Maghreb arabo, co-presidente della commissione parlamentare mista Marocco-Ue, e dal 2022 membro della commissione d'inchiesta del Parlamento europeo Pegasus. Panzeri e Giorgi, si legge ancora nel mandato, hanno fatto pressioni in cambio di denaro per avere decisioni o dichiarazioni a favore del Marocco in seno al Parlamento europeo in particolare attraverso Eva Kaili, Marc Tarabella, Andrea Cozzolino e Maria Arena, nella tesi degli inquirenti.

I contatti con l'ambasciatore del Marocco in Polonia

"Dagli elementi raccolti dai servizi segreti del Belgio appare che anche Andrea Cozzolino, insieme ad Antonio Panzeri e Francesco Giorgi, abbia ricevuto direttamente dei fondi dal signor Atmoun", l'ambasciatore del Marocco in Polonia. Si legge nel testo del mandato d'arresto europeo emesso dai magistrati belgi nei confronti dell'europarlamentare italiano e visionato dall'Ansa. Cozzolino, viene spiegato, aveva "contatti diretti" con Atmoun e l’1 giugno 2022, durante un incontro a Varsavia tra i due, ha ricevuto anche "un'onorificenza e una cravatta e avrebbe discusso la linea da seguire alla commissione mista Ue-Marocco del Pe". C'è poi, spiega l’Agi, una conversazione intercettata tra Panzeri e Giorgi in cui i due si dicono che stanno facendo in modo che Cozzolino entri nella commissione speciale del Parlamento europeo Pegasus. A marzo 2022 inoltre Giorgi contatta Panzeri perché Cozzolino faccia una dichiarazione per il Marocco. La misura del carcere viene chiesta dal giudice belga per "gravi indizi di colpevolezza" e per "il timore che l'indagato possa commettere nuovi reati o delitti analoghi o più gravi" o che "ostacoli il regolare svolgimento delle indagini o si sottragga all'azione della giustizia tentando di occultare prove, o di entrare in collisione con terzi al fine di impedirle o per indurre false testimonianze".

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La versione di Cozzolino

Cozzolino aveva già esposto la sua versione dei fatti al Parlamento europeo, dopo aver chiesto ai giudice inquirente di essere sentito sui fatti, sottolineando che non aveva mai presentato alcuna risoluzione urgente in favore del Marocco, e ne aveva sostenuta una soltanto a giugno 2021 ma in una data diversa da quella indicata dalle carte dell'inchiesta.  "Il sospetto nei miei confronti è basato sul fatto che Giorgi lavorasse alle mie dipendenze essendo stato in precedente assistente di Panzeri - aveva detto - ma quando ho assunto Giorgi era tra i più brillanti giovani funzionari di Bruxelles e poteva vantare anche un'importante rete di relazioni istituzionali e Panzeri dal cui ufficio proveniva era tra i più stimati i parlamentari italiani uscenti".

Tarabella in stato di fermo

Intanto l'eurodeputato socialista belga Marc Tarabella è stato posto in stato di fermo e interrogato. “Finalmente, vi aspetto da due mesi, ora potrò essere ascoltato”, avrebbe detto - secondo fonti del suo entourage - agli agenti di polizia questa mattina nella sua abitazione di Anthisnes, in provincia di Liegi, da dove è stato prelevato. Gli investigatori belgi oggi hanno anche effettuato “diverse perquisizioni” concentrandosi sulla cassaforte di una banca di Liegi e su alcuni uffici del municipio di Anthisnes, del quale il politico belga è borgomastro. Inoltre, il suo ufficio al Parlamento europeo è stato sequestrato. Tarabella è stato “temporaneamente privato della libertà” su ordine del giudice istruttore Michel Claise, che deciderà se convalidare l'arresto.

epa04237375 European Parliament member Marc Tarabella speaks during a statement on match fixing in the 2013-2014 season and World Cup, at the EU parliament in Brussels, Belgium, 03 June 2014. Reports states that some 510 European football games for the 2013-2014 season are suspected of being manipulated.  EPA/JULIEN WARNAND

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Torna libera la commercialista di Panzeri

È invece tornata libera, con solo il divieto di espatrio, Monica Rossana Bellini, la commercialista della famiglia dell'ex eurodeputato Antonio Panzeri, arrestata nel Milanese il 17 gennaio su mandato d'arresto europeo dei magistrati belgi che indagano sul Qatargate. Lo ha deciso la Corte d'Appello di Milano accogliendo l'istanza della difesa di revoca degli arresti domiciliari. Intanto, ieri i giudici hanno deciso il rinvio dell'udienza, per decidere sulla consegna o meno al Belgio, al 9 marzo, perché non sono arrivati atti che chiariscano le finalità della consegna stessa.

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