Da Zelensky a Putin, il mondo unito negli aiuti
Sin dalle prime ore subito dopo il devastante terremoto, la comunità internazionale si è mobilitata per fornire assistenza alla Turchia e alla Siria. Offerte di aiuto sono state avanzate dall'Onu, dalla Nato, dall'Unione Europea e da moltissimi Paesi, alcuni dei quali hanno anche messo senza indugio da parte antiche rivalità con i governi di Ankara o di Damasco. O anche tra di loro: come nel caso del presidente russo Vladimir Putin e di quello ucraino Volodymyr Zelensky che si sono fatti avanti quasi contemporaneamente. Oppure come nel caso di Israele, il cui premier Benjamin Netanyahu ha fatto sapere di aver dato il via libera all'invio di aiuti alla Turchia, ma anche alla Siria, dopo aver ricevuto un'indiretta richiesta in tal senso, attraverso la Russia. Allo stesso modo, il premier greco Kyriakos Mitsotakis si è impegnato a mettere "tutte le forze disponibili" per aiutare i due Paesi, e ha fatto sapere che Ankara ha già accettato l'offerta di invio di un'unità di soccorso di emergenza dalla Grecia. Anche il governo cipriota si è detto pronto a inviare aiuti. Parlando con il quotidiano Cyprus Mail, il portavoce del ministero degli Esteri, Demetris Demetriou, ha affermato che "è una questione umanitaria, e in questi casi non c'è spazio per la politica". Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden su Twitter ha affermato di essere "profondamente rattristato dalla devastazione causata dal terremoto in Turchia e in Siria" e, ha aggiunto, "ho detto alla mia squadra di coordinarsi con la Turchia e fornire tutta l'assistenza necessaria". Zelensky da parte sua ha prontamente espresso le sue condoglianze per le vittime: "Siamo al fianco del popolo turco in questo momento difficile. Siamo pronti a fornire l'assistenza necessaria per superare le conseguenze del disastro", ha affermato in un tweet. Dalla Russia, Vladimir Putin ha avuto una conversazione telefonica con il suo omologo siriano Bashar Assad, che ha accettato l'offerta di aiuto.