
Papa saluta Sud Sudan: vi lascio le parole speranza e pace, deponiamo armi dell’odio. FOTO
Oltre 100mila persone hanno partecipato alla messa al Mausoleo John Garang di Giuba nell’ultimo giorno del viaggio in Africa. Il Pontefice ha invitato a deporre "le armi dell'odio e della vendetta" e affidato alla Madonna "la causa della pace” nel continente africano e “nel mondo, in particolare nella martoriata Ucraina". Siate "il sale della terra" per "cambiare la storia", ha esortato. Il governo sudsudanese gli ha dedicato una strada. Bergolgio è poi rientrato in Italia

Si è chiuso il viaggio di Papa Francesco in Africa. L’ultimo impegno del Pontefice è stata la messa al Mausoleo John Garang di Giuba, in Sud Sudan. Poi Bergoglio si è spostato all’aeroporto per prendere il volo che lo riporterà in Vaticano. Essere "il sale della terra" per "cambiare la storia" del Sud Sudan, è stata l'esortazione del Papa durante l'omelia
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Oltre 100mila le persone presenti alla messa a Giuba. "Vorrei ringraziarvi perché siete sale della terra in questo Paese. Dinanzi a tante ferite, alle violenze che alimentano il veleno dell'odio, all'iniquità che provoca miseria e povertà, potrebbe sembrarvi di essere piccoli e impotenti. Ma quando vi assale la tentazione di sentirvi inadeguati, provate a guardare al sale e ai suoi granelli minuscoli: è un piccolo ingrediente e una volta messo sopra a un piatto scompare, si scioglie, però è proprio così che dà sapore a tutto", ha detto Bergoglio
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Prima della messa, il Papa ha compiuto alcuni giri tra i fedeli a bordo della papamobile. Con lui c’era anche mons. Stephen Ameyu Martin Mulla, arcivescovo di Giuba che poi ha presieduto la Celebrazione Eucaristica in lingua inglese. Il Pontefice, prima della recita dell’Angelus, ha rivolto ai fedeli e ai pellegrini presenti alcune parole di ringraziamento
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Il Papa ha invitato a deporre "le armi dell'odio e della vendetta per imbracciare la preghiera e la carità; superiamo quelle antipatie e avversioni che nel tempo sono diventate croniche e rischiano di contrapporre le tribù e le etnie; impariamo a mettere sulle ferite il sale del perdono, che brucia ma guarisce. E, anche se il cuore sanguina per i torti ricevuti, rinunciamo a rispondere al male con il male e staremo bene dentro; accogliamoci e amiamoci con sincerità e generosità, come fa Dio con noi. Custodiamo il bene che siamo, non lasciamoci corrompere dal male"

"Vengo a voi a proclamarvi Lui, a confermarvi in Lui, perché l’annuncio di Cristo è annuncio di speranza: Egli, infatti, conosce le angosce e le attese che portate nel cuore, le gioie e le fatiche che segnano la vostra vita, le tenebre che vi opprimono e la fede che, come un canto nella notte, levate al Cielo", ha detto Bergoglio nell'omelia. "Gesù vi conosce e vi ama; se rimaniamo in Lui, non dobbiamo temere, perché anche per noi ogni croce si trasformerà in risurrezione, ogni tristezza in speranza, ogni lamento in danza", ha aggiunto

"Le Beatitudini portano in terra la sapienza del Cielo: rivoluzionano i criteri del mondo e del modo comune di pensare. E che cosa dicono? In poche parole, affermano che per essere beati, cioè pienamente felici, non dobbiamo cercare di essere forti, ricchi e potenti, bensì umili, miti e misericordiosi; non fare del male a nessuno, ma essere operatori di pace per tutti. Ricordiamoci: se mettiamo in pratica le Beatitudini, se incarniamo la sapienza di Gesù, non diamo un buon sapore solo alla nostra vita ma anche alla società, al Paese dove viviamo", ha detto il Papa

Il Papa, nella preghiera dell'Angelus, ha affidato alla Madonna "la causa della pace in Sud Sudan e nell'intero continente africano. Alla Madonna affidiamo anche la pace nel mondo, in particolare i numerosi Paesi che si trovano in guerra, come la martoriata Ucraina". Francesco ha aggiunto: "Siete nel mio cuore, siete nei nostri cuori, siete nei cuori dei cristiani di tutto il mondo! Non perdete mai la speranza. E non si perda l'occasione di costruire la pace. La speranza e la pace dimorino in voi, la speranza e la pace dimorino in Sud Sudan"
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Il Papa ha poi salutato il Sud Sudan dicendo di voler lasciare due parole: speranza e pace. "Speranza è la parola che vorrei lasciare a ciascuno di voi, come un dono da condividere, come un seme che porti frutto", ha detto. Oltre alla speranza, ha aggiunto, "vorrei associare un'altra parola, la parola di questi giorni: pace. Continueremo ad accompagnare i vostri passi, facendo tutto quello che possiamo perché siano passi di pace, passi verso la pace"

L'aereo papale, sul quale erano ospiti anche i due leader cristiani che hanno accompagnato Bergoglio in questa tappa sudsudanese, è partito alle 11:30 (le 10:30 ora italiana), ed è atterrato a Fiumicino poco prima delle 17 (ora italiana)
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In onore della visita di Papa Francesco in Sud Sudan, il primo Pontefice che arriva in questo Paese che è nato solo nel 2011, il governo sudsudanese ha deciso di dedicargli una via che da ora in poi si chiamerà appunto “Pope Francis Road”
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"La presenza del Papa rimarrà così per sempre nel Paese", hanno commentato dalla conferenza episcopale sud-sudanese, ringraziando il governo per questo gesto. Si tratta di una delle poche arterie asfaltate nella capitale di un Paese che, secondo alcune fonti internazionali, dispone in tutto lo Stato di soli duecento chilometri di strade asfaltate
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