In conferenza stampa durante il volo di ritorno dal suo viaggio in Africa, il Pontefice ha parlato anche della scomparsa di Benedetto XVI che è stata utilizzata “da gente che vuole portare l'acqua al proprio mulino”. Poi è tornato sul discorso della criminalizzazione dell’omosessualità, “un problema da non lasciar passare”, e sui suoi prossimi viaggi: "Vorrei andare in India e in Mongolia"
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Papa Francesco è intervenuto sulle divisioni in Vaticano dopo la scomparsa del suo predecessore, il Papa emerito Ratzinger. “Credo che la morte di Benedetto sia stata strumentalizzata da gente che vuole portare l'acqua al proprio mulino", ha detto in conferenza stampa durante il volo di ritorno dal suo viaggio in Africa (LE FOTO). Tra i temi affrontati con i giornalisti, ancora una volta c'è stata anche la guerra in Ucraina (GLI AGGIORNAMENTI LIVE). Il Papa si è detto "aperto" a incontrare i presidenti di tutte e due i Paesi al centro del conflitto, Zelensky e Putin. "Se io non sono andato a Kiev è perché non è possibile per il momento andare a Mosca ma chiedo il dialogo", ha voluto chiarire il Pontefice.
"Alcune storie su Ratzinger sono solo bugie"
Riferendosi a Ratzinger, Papa Francesco ha parlato di "gente che strumentalizza una persona così brava, così di Dio, quasi direi un Santo Padre, un Padre della Chiesa". E ancora: chi lo ha strumentalizzato, ha aggiunto, "non ha etica, è gente di partito, non di Chiesa". Alcune “storie” che sono uscite sul conto di Ratzinger – “che Benedetto era amareggiato per questo o quell’altro” – non sono altro che “storie cinesi”, ha detto Papa Francesco traducendo in italiano un modo di dire spagnolo riferito a cose inventate. Ricordando il suo predecessore, ha poi rivelato come i due potessero parlare "di tutto": anche cambiando opinione, "lui era sempre al mio fianco, mi ha appoggiato, e se aveva qualche difficoltà me lo diceva, parlava e non c'erano problemi". Ad esempio sul tema dell’omosessualità. Bergoglio ha ricordato come “una volta io ho parlato del matrimonio delle persone omosessuali, che il matrimonio è un sacramento e che noi non possiamo fare un sacramento ma c'è una possibilità" che siano tutelati con "la legge civile", per i beni o per la pensione. "Una persona, che si crede un grande teologo, tramite un amico di Papa Benedetto, è andato da lui e ha fatto la denuncia contro di me. Benedetto non si è spaventato, ha chiamato quattro cardinali teologi di primo livello e ha detto 'spiegatemi questo' e loro gliel'hanno spiegato e così è finita la storia. È un aneddoto per vedere come si muoveva Benedetto quando c'era un denuncia", ha detto il Papa.
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“Condannare gli omosessuali è peccato”
Il Pontefice ha parlato ancora di omosessualità sottolineando che “condannare” chi non è eterosessuale “è peccato” e che la “criminalizzazione dell'omosessualità è un problema da non lasciar passare". Come tutti, anche chi è “di tendenza omosessuale” è figlio di Dio, ha detto Papa Francesco: “Dio gli vuole bene”. "Non sto parlando dei gruppi ma delle persone, le lobby sono un'altra cosa, io sto parlando delle persone", ha continuato. Poi ha concluso: "Nel catechismo della Chiesa cattolica c'è una frase: non vanno marginalizzati".
"Troppe guerre nel mondo: fermiamoci"
Bergoglio ha poi riflettuto sui conflitti nel mondo. Come la guerra in Ucraina, ma non solo. “Io vorrei fare giustizia, è da 12-13 anni che la Siria è in guerra, è da 10 anni che lo Yemen è in guerra”, ha detto Papa Francesco, che ha poi ricordato anche la difficile situazione del Myanmar e dell’America latina, dove ci sono “focolai di guerra”. Se è vero che “ci sono guerre più importanti per il rumore che fanno", il Pontefice ha voluto sottolineare che "tutto il mondo è in guerra, è in autodistruzione”. È quindi il caso di fermarsi “in tempo”, perché “una bomba richiama una più grande, una più grande, e l'escalation non sai dove finirai". Collegato alla guerra è il tema delle armi. "Le violenze in Africa, ma anche nel resto del mondo, sono legate all'affare della vendita delle armi", ha detto Bergoglio, definendo il commercio di armi come "la peste, la peste più grande" del mondo.
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"Dobbiamo prendere sul serio la forza della donna"
Un passaggio anche per ricordare "la forza della donna", prendendo spunto dalle suore che "si immischiano" per aiutare la gente, in particolare le religiose che per la loro attività sono state uccise in Sud Sudan. "Torniamo alla forza della donna, dobbiamo prenderla sul serio. Che non serva come pubblicità di maquillage, questo è un insulto alla donna, la donna è per le cose più grandi", ha riflettuto il Papa.
I prossimi viaggi del Papa
Il Papa ha poi rivelato che vorrebbe andare "in India il prossimo anno". Per quest'anno è già in agenda un viaggio a Marsiglia, il 29 settembre, "e c'è la possibilità che da Marsiglia voli in Mongolia". In calendario anche Lisbona, dove quest'estate si terrà la Giornata Mondiale della Gioventù. Alla domanda se, per l'età e la salute, ancora se la senta di fare viaggi impegnativi come quest'ultimo in Africa, il Papa ha risposto al giornalista: "Tu sai che l'erba cattiva non muore mai. Non è come all'inizio del pontificato, questo ginocchio dà fastidio, va avanti lentamente, poi vediamo".