Il capo di Scotland Yard: 2-3 agenti a processo ogni settimana per i prossimi mesi

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Tiziana Prezzo

Tiziana Prezzo

Dopo il recente caso di un poliziotto condannato per essere uno stupratore seriale, Sir Mark Rowley ha parlato di “fallimento sistemico” e della necessità di un lungo processo di rinnovo e pulizia all’interno della Met Police (la corrispondente)

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Nelle parole del capo della polizia di Scotland Yard, Sir Mark Rowley, tutto il bisogno di pulizia che c’è all’interno di una delle forze dell’ordine un tempo più amate e rispettate del mondo. “Per i mesi a seguire avremo una media di 2-3 poliziotti a processo a settimana”, ha spiegato davanti alla London Assembly Police and Crime Commitee, la commissione preposta ad ascoltare le relazioni del numero uno della Metropolitan Police.

 

Una disamina, la sua, resasi necessaria dopo l’ennesimo scandalo: la condanna di un agente, David Carrick, per avere commesso svariate decine di violenze sessuali nell’arco di circa 20 anni. Periodo di tempo durante il quale è stato assegnato anche alla protezione di politici di Westminster e diplomatici. E quello di Carrick non è stato l’unico caso eclatante degli ultimi anni.

Non un caso isolato

Nessuno nel Regno Unito ha dimenticato l’omicidio di Sarah Everard, trentenne londinese, per mano di un agente che ha approfittato della sua divisa per rapirla, stuprarla e infine strangolarla. In entrambi i casi, c’erano stati importanti segnali che avrebbero dovuto far scattare l’allarme, ma i colleghi hanno preferito l’omertà, quando non addirittura la complicità, rispetto ad atteggiamenti che erano chiaramente misogini, razzisti, o addirittura violenti.

Un fallimento sistemico

Il livello di degrado raggiunto dalla polizia di Londra ha portato, lo scorso anno, alle dimissioni di Cressida Dick per volere del sindaco, Sadiq Khan. Ora spetta a Sir Rowley dimostrare la capacità di resettare e far ripartire un corpo di polizia che ha perso un tesoro inestimabile come la fiducia della gente. “Vedremo accadere molte cose nei prossimi mesi”, ha detto alla commissione parlando chiaramente di “fallimento sistemico”. Tra le accuse di cui dovranno rispondere centinaia di agenti in tribunale ci sono, tra altre, la violenza sessuale e la violenza domestica. Processi che, in molti casi, potrebbero non vedere la fine prima del 2025.

Rowley: “Non sarà rapido e sarà doloroso”

Ora che il vaso di Pandora è stato sollevato, guardarci dentro non sarà una passeggiata di salute. “Sollevare la pietra e rivelare verità dolorose non accadrà da un giorno all'altro, e non posso fare finta che ciò possa accadere. Dobbiamo prepararci ad altre storie dolorose mentre affrontiamo i problemi che abbiamo di fronte”, ha spiegato il Commisioner della Met Police, aggiungendo che è stata istituita una hot line per raccogliere le denunce: “Siamo più aperti alle persone che ci segnalano incidenti all'interno e all'esterno dell'organizzazione, e mentre affrontiamo con più determinazione questi casi, affronteremo i problemi che abbiamo di fronte ma... non sarà rapido e sarà doloroso".

L’ombra della pedofilia

Rowley si è anche scusato per il caso di un agente addetto alla sicurezza nelle scuole, Hussain Chehab, che si è dichiarato colpevole di attività sessuale con una ragazza di 13-15 anni, condotta prima di entrare in polizia, e di reati legati al possesso, mentre era già in servizio, di materiale pedopornografico. Ha inoltre ammesso di aver conversazioni a sfondo sessuale con un minore, reato che si configura come adescamento.

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