Ancora cortei in piazza con lo slogan “No alla dittatura civico-militare-imprenditoriale”. I manifestanti chiedono le dimissioni del capo dello Stato, lo scioglimento del Parlamento ed una nuova Costituzione
La Confederazione generale dei lavoratori del Perù (Cgtp) ha indetto per oggi una nuova “marcia nazionale” a Lima
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Lo slogan resta “No alla dittatura civico-militare-imprenditoriale”, nell'ambito del quinto giorno dello sciopero indetto il 19 gennaio scorso
Perù continuano le proteste: cosa sta succedendo
Con l'hashtag #DinaRenunciaYa, e rivendicando "le dimissioni del capo dello Stato, lo scioglimento del Parlamento ed una nuova costituzione, ora!", la Cgtp ha convocato i militanti antigovernativi alle 16 (le 23 italiane) nella Plaza Dos de Mayo
Gruppi di manifestanti sono partiti verso la capitale da diverse regioni fra cui Cajamarca, Apurímac, Lambayeque, Puno e Cusco
Il Sutran, l'organismo che sovrintende alla circolazione stradale di persone e merci, ha comunicato oggi a metà giornata che sono attivi 83 blocchi stradali in dieci regioni peruviane
La Procura peruviana ha annunciato di aver ordinato il rilascio di 192 dei 193 detenuti dopo lo sgombero del campus dell'Universidad Nacional Mayor de San Marcos (Unmsm) a Lima. I manifestanti, provenienti da tutto il Paese, protestavano contro la presidente peruviana Dina Boluarte
Da parte sua il ministro Vicente Romero ha ammesso che le proteste sono destinate a continuare nei prossimi giorni, sottolineando che coloro che scendono in piazza "sono un gruppo minoritario manovrato da leader che non mostrano il loro volto"
Le manifestazioni sono nate dalla destituzione dell'ex presidente Castillo ma sono legate a una profonda crisi politica e sociale
Negli ultimi anni in Perù si è diffuso un grande malcontento nei confronti dei governi: a causa di una crisi politica prolungata, della corruzione molto presente tra i politici e i funzionari pubblici, ma anche a causa della crescente disoccupazione e delle disuguaglianze tra la popolazione
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